A.A.A. cercasi servizi igienici utilizzabili per far fronte a bisogni impellenti. Edificio di via Porta di Massa, martedì 11 novembre. Una giornata di caos. Al piano terra, sulla porta della toilette femminile campeggia un foglio con su scritto: Guasto. Al primo piano, una fila interminabile di studentesse attende il proprio turno per andare in bagno. Su quattro servizi igienici ne funzionano solo due. La scalata per non ‘farsela addosso’ prosegue. Secondo piano: l’unica toilette, con un solo servizio e la scritta Guasto alla porta, viene ugualmente utilizzata dalle ragazze in attesa. “In un giorno come questo, con corsi, seminari e attività pomeridiane aggiuntive – dice Francesca Valdes – avere solo 3 toilette disponibili è un’indecenza. Al primo piano c’è una fila lunghissima, circa 15 minuti di coda. Molte ragazze sono andate via per recarsi in qualche bar della zona. Di sicuro, la situazione è invivibile”. Con circa 2.000 presenze al giorno, il Plesso Pecoraro Albani non può limitare l’utilizzo delle toilette a pochi eletti. “Dopo le prime ore il bagno diventa impraticabile – afferma Brigida Colandrea – Se tutte le ragazze che frequentano l’edificio utilizzano gli stessi servizi, l’igiene va a farsi benedire. Sono già alcuni giorni che questa situazione si ripete. Ieri, ad esempio, sono ritornata a casa senza essere mai andata in bagno per tutta la permanenza in Dipartimento”. “Chiediamo che venga ripristinato l’utilizzo di tutte le toilette – dichiara un gruppo di studentesse – Durante la lezione, se scappa non possiamo andare nei bar limitrofi o perdere minuti di corso per le attese. Non possiamo non andare in bagno tutto il giorno, rischiamo di sentirci male”. La mancanza di servizi igienici, commenta Caterina Vangone, “lede il nostro diritto alla salute. La toilette non è come una sedia, che se non c’è ti arrangi sedendoti per terra. Alcune cose sono insostituibili e necessarie, non dovremmo nemmeno stare qui a rivendicarle. I servizi del piano terra sono stati addirittura transennati. Dobbiamo farci sentire, questi sono bisogni primari”.