“Questa è prima di tutto una grande festa”, esordisce il prof. Piero Salatino, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, in occasione della giornata conclusiva del progetto ‘Processi termochimici e biotecnologici per l’energia sostenibile’, inserito nell’ambito del programma Messaggeri della Conoscenza. L’evento ha avuto luogo lo scorso 6 novembre presso l’aula Scipione Bobbio nella sede di Piazzale Tecchio, ed è stato articolato in due parti. La prima dedicata alla presentazione del programma da parte dei docenti, la seconda riservata alle testimonianze degli studenti che hanno preso parte al progetto. “Ad un certo punto – racconta il prof. Salatino – il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ci ha proposto il bando Messaggeri della Conoscenza, che punta all’internazionalizzazione tra Atenei italiani e il mondo della ricerca all’estero. Non è stato mai chiaro chi fossero i messaggeri, se li rappresentasse il prof. Berruti, docente della Wester University, se lo fossero gli studenti che hanno goduto del periodo di mobilità o la platea allargata di studenti che hanno potuto partecipare ai corsi. Alla fine, a mio parere, sono stati tutti messaggeri. Tutti hanno partecipato al contatto tra due mondi geograficamente molto distanti. Parliamo, infatti, di un’iniziativa che ha visto gemellate la Western University (London, Ontario, Canada) e la Federico II”. Un percorso articolato in più fasi e di tipo competitivo: “Stando al bando, l’iniziativa non poteva essere aperta a tutti. Abbiamo stabilito un numero di 25 + 4 studenti. Inizialmente destinato in modo esclusivo all’area dell’Ingegneria Chimica, abbiamo deciso, poi, di dare spazio (4 studenti) anche ad un Corso di studi giovane e vivace come quello di Biotecnologie Industriali. Dopo la selezione, ad ottobre 2013 ha avuto inizio un corso di didattica frontale tenuto dal prof. Franco Berruti. A valle di questo corso, lo sviluppo di un elaborato sulle tematiche trattate, per la cui realizzazione gli allievi, suddivisi in gruppi, hanno avuto il supporto di alcuni docenti. Poi le strade si sono divise. Per alcuni lo svolgimento di un colloquio e l’acquisizione di CFU, per i 4 fortunati anche un periodo di permanenza all’estero. Un periodo durato tre mesi e mezzo, che ha fruttato una testimonianza molto gratificante. La festa non è solo di questi quattro ragazzi, ma è di tutta la Federico II che è riuscita a far emergere la bravura dei propri studenti. Una grande esperienza di internazionalizzazione e una grande sorgente di autostima”.
Molto soddisfatto anche Emanuele Fiore, addetto scientifico presso l’ambasciata italiana in Canada: “Oggi anche per me è una giornata di grande festa. Sono tornato da quattro giorni dal Canada, dopo otto anni. Voi siete l’esempio pratico di quello che l’ambasciata, in questi miei otto anni, ha voluto fare, cioè dare valore alla ricerca scientifica italiana in Canada. Abbiamo creato mobilità del sapere, condivisione del sapere. L’ambasciata non è altro che un ponte immaginario tra Italia e Canada che ci permette tramite voi studenti, che siete i veri messaggeri dell’esperienza in nord America, di trasmettere conoscenza”.
“La conoscenza non è mai univoca – si aggancia al discorso il prof. Pier Luca Maffettone, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale – e per certi versi stiamo recuperando la radice dell’Università. ‘Università’, infatti, in latino voleva dire ‘tutto’. Coinvolgeva studenti e docenti in un’unica struttura e gli studenti andavano ad apprendere lì dove c’era conoscenza”.
Infine, la parola passa ad uno degli attori principali dell’esperienza, il prof. Franco Berruti: “Il mio compito è stato quello di venire a Napoli per un periodo di tre settimane ed insegnare. Trasmettere il mio sapere ad una classe di 29 allievi, una classe relativamente piccola, è stato meraviglioso. Mi sarebbe piaciuto averli tutti con me in Canada!”.
Fabiana Carcatella
Molto soddisfatto anche Emanuele Fiore, addetto scientifico presso l’ambasciata italiana in Canada: “Oggi anche per me è una giornata di grande festa. Sono tornato da quattro giorni dal Canada, dopo otto anni. Voi siete l’esempio pratico di quello che l’ambasciata, in questi miei otto anni, ha voluto fare, cioè dare valore alla ricerca scientifica italiana in Canada. Abbiamo creato mobilità del sapere, condivisione del sapere. L’ambasciata non è altro che un ponte immaginario tra Italia e Canada che ci permette tramite voi studenti, che siete i veri messaggeri dell’esperienza in nord America, di trasmettere conoscenza”.
“La conoscenza non è mai univoca – si aggancia al discorso il prof. Pier Luca Maffettone, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale – e per certi versi stiamo recuperando la radice dell’Università. ‘Università’, infatti, in latino voleva dire ‘tutto’. Coinvolgeva studenti e docenti in un’unica struttura e gli studenti andavano ad apprendere lì dove c’era conoscenza”.
Infine, la parola passa ad uno degli attori principali dell’esperienza, il prof. Franco Berruti: “Il mio compito è stato quello di venire a Napoli per un periodo di tre settimane ed insegnare. Trasmettere il mio sapere ad una classe di 29 allievi, una classe relativamente piccola, è stato meraviglioso. Mi sarebbe piaciuto averli tutti con me in Canada!”.
Fabiana Carcatella