La sessione straordinaria di esami volge al termine lasciando dietro di sè una scia di malumore. Disilluse le aspettative di tanti studenti, alla ricerca di un riscatto, i numerosi appelli previsti non hanno dato i risultati sperati. “Il problema è a monte – dichiara Francesco Esposito, studente al V anno – Se per una disciplina come Procedura Civile occorrono almeno tre tentativi per superare la prova, una sola sessione non basta. È normale poi che si perda tempo. Chi prepara Procedura di sicuro non studia contemporaneamente nessun’altra materia. Quando si viene bocciati, si resta, quindi, inattivi per molto tempo”. Lo studente racconta la sua esperienza: “Sono a meno tre esami dalla laurea. Peccato che il prof. Ferruccio Auletta abbia deciso di stoppare la mia corsa. Ho affrontato l’esame a febbraio e sono stato bocciato. Mi è stato ‘vietato’ di ritornare a marzo. Questo vuol dire che per un’intera sessione non darò altri esami. Gli ultimi che mi restano sono abbastanza tosti. Non potendoli preparare insieme, perso uno, ho perso anche la possibilità di studiare gli altri”. Le difficoltà sono comuni: “È la seconda volta che il prof. Auletta mi invita a ritornare – dice Amalia Gambardella – Sono ad un passo dalla laurea ormai da mesi, la bocciatura è proprio un boccone amaro da digerire. Con la sola tesi da completare, il malcontento cresce ancora di più. Il non poter ripetere l’esame nella stessa sessione è una cosa inaudita. Nessuno mi ridarà questi mesi, tempo sprecato in cui sarei già potuta entrare nel mercato del lavoro”.
Stop forzato anche per alcuni studenti di Diritto Commerciale, prof. Carlo Di Nanni. “Mi sento un veterano della materia – racconta Antonio Fevola, studente all’ultimo anno – Due sessioni d’esame e due bocciature, ma il mio non è un record, c’è chi è messo molto peggio. Purtroppo, fallita la prova non si può più ritornare, studio da ottobre questa disciplina, chissà se quest’anno al mare avrò dietro gli stessi manuali sotto l’ombrellone. Ormai mi aspetto di tutto, anche non passare nuovamente la prova a giugno”. “Una vera saga degli orrori – commenta Manuela, studentessa fuori corso – Ho visto tantissimi studenti andare via in lacrime, amareggiati, senza rivolgere lo sguardo a nessuno. Hanno ridotto il nostro percorso ad una corsa ad ostacoli, se li superi tutti arrivi al traguardo. Se invece inciampi su uno, devi ripartire da zero. Questo accade quando, dopo una bocciatura, si deve ripetere l’esame solo quando è trascorsa l’intera sessione”. Un’ingiustizia vera e propria secondo la studentessa: “Perché il più delle volte si viene rimandati all’appello successivo per dei cavilli, minuziosità da far impallidire giuristi esperti. Chiunque affronti questa materia ha un minimo di preparazione, impossibile presentarsi al cospetto del docente senza avere una conoscenza adeguata. Commerciale non si può tentare. Proprio perché a volte mancano solo i dettagli per arrivare alla promozione, dare la possibilità di ripetere l’esame a breve non è concedere troppo. Una ripassata al manuale spesso basta per colmare piccole lacune. Invece, si è costretti a restare impallati per mesi, proprio perché non c’è concessa alcuna altra possibilità”.
Stop forzato anche per alcuni studenti di Diritto Commerciale, prof. Carlo Di Nanni. “Mi sento un veterano della materia – racconta Antonio Fevola, studente all’ultimo anno – Due sessioni d’esame e due bocciature, ma il mio non è un record, c’è chi è messo molto peggio. Purtroppo, fallita la prova non si può più ritornare, studio da ottobre questa disciplina, chissà se quest’anno al mare avrò dietro gli stessi manuali sotto l’ombrellone. Ormai mi aspetto di tutto, anche non passare nuovamente la prova a giugno”. “Una vera saga degli orrori – commenta Manuela, studentessa fuori corso – Ho visto tantissimi studenti andare via in lacrime, amareggiati, senza rivolgere lo sguardo a nessuno. Hanno ridotto il nostro percorso ad una corsa ad ostacoli, se li superi tutti arrivi al traguardo. Se invece inciampi su uno, devi ripartire da zero. Questo accade quando, dopo una bocciatura, si deve ripetere l’esame solo quando è trascorsa l’intera sessione”. Un’ingiustizia vera e propria secondo la studentessa: “Perché il più delle volte si viene rimandati all’appello successivo per dei cavilli, minuziosità da far impallidire giuristi esperti. Chiunque affronti questa materia ha un minimo di preparazione, impossibile presentarsi al cospetto del docente senza avere una conoscenza adeguata. Commerciale non si può tentare. Proprio perché a volte mancano solo i dettagli per arrivare alla promozione, dare la possibilità di ripetere l’esame a breve non è concedere troppo. Una ripassata al manuale spesso basta per colmare piccole lacune. Invece, si è costretti a restare impallati per mesi, proprio perché non c’è concessa alcuna altra possibilità”.
Costituzionale,
scoglio per le matricole
scoglio per le matricole
La situazione coinvolge anche gli studenti del primo anno. Le matricole hanno già imparato la difficoltà di portare a casa il risultato. “Sapevo che superare Diritto Costituzionale non sarebbe stato facile – ammette Guido Baiano – eppure non immaginavo che il prof. Sandro Staiano fosse così pignolo. Da neo iscritto ho affrontato la prova con incoscienza, convinto di essere preparato. Sono bastate poche domande per far crollare il mio castello di certezze. Ora sono sfiduciato, darò Storia a marzo, se mi dovesse andare male, rischio di ritrovarmi a giugno con zero prove sostenute. Un suicidio se pensiamo che il corso di Diritto Privato è già iniziato ed io sto studiando fra alti e bassi”. Sulla stessa barca naviga Lucia Buontempo: “Sentirmi dire alla fine della prova che avrei dovuto integrare la mia preparazione è stata veramente dura da mandar giù. Ho studiato con tutte le mie forze da ottobre, sforzandomi con parole e articoli non proprio facili da interpretare. Il mio impegno non è bastato, avrei dovuto essere più sicura e dettagliata nell’esposizione. Forse non hanno compreso che sono solo 4 mesi che mastico il diritto”. A volte, continua la studentessa, “si pretende troppo dalle matricole. Invece di incoraggiarci ci spingono nell’abisso, quasi per convincerci che questo percorso non è fatto per noi. Eppure a gennaio ho superato Storia con 28, insomma non sono proprio incapace. Molti sono nella mia situazione, con un esame superato. Altri non hanno affrontato nemmeno una prova, proprio perché spaventati dalla complessità dei testi e stanno pensando di lasciare l’università. La mia idea: non serve spaventarsi, Costituzionale necessita di maggior tempo per essere sedimentato, tre mesi di corso non sono sufficienti quando non si sa nulla del diritto. Ritenterò a giugno, in questo modo, però, sarò costretta a rinviare Privato ad ottobre. Studiare entrambe le discipline, in vista degli stessi appelli, è davvero chiedere troppo”.