Una commissione formata da tre studenti e da due docenti elaborerà proposte in materia di appelli e di tasse, da sottoporre entro luglio al Senato Accademico ed al Consiglio di Amministrazione. Questa la decisione principale assunta dal Consiglio di Amministrazione che si è tenuto il 18 maggio a palazzo Du Mesnil. “Ne faranno parte tre studenti e due docenti -anticipa Giulia Velotti, rappresentante in C.d.A per la componente studentesca. Insieme a Locantore, l’altro studente in C.d.A., ed all’eligendo rappresentante studentesco in Senato Accademico, il quale sarà scelto nell’ambito del Consiglio degli Studenti, perorerà la causa degli iscritti all’ateneo per tasse ed appelli. “La prima fascia di contribuzione, per come è stata elaborata, in pratica è virtuale”, ragiona la studentessa. “Sono veramente pochi gli studenti e le famiglie che rientrano nelle condizioni di reddito massimo previsto per farne parte. Per uno studente indipendente, il quale costituisca reddito familiare a sé stante, è previsto un tetto massimo di guadagno di 11.250.000 lire l’anno, veramente basso. Anche perché, paradossalmente, coincide con il minimo al di sotto del quale non è considerato studente autonomo!”. Ricordiamo che la delibera sulle tasse approvata nel precedente Consiglio, per la prima fascia, fissa i seguenti massimi di reddito annuo: 11.250.000 per il nucleo familiare composto di una sola persona; 18.750.000 per la famiglia di due persone; 25 milioni per il nucleo composto di tre persone; 30 milioni e mezzo per la famiglia di quattro componenti; 35.750.000 lire per nuclei di cinque persone; 40 milioni e mezzo per una famiglia di sei persone e 45 milioni per nuclei familiari di sette persone. “L’idea -spiega Velotti- è che si potrebbero innalzare i massimali di reddito previsti. La situazione è tale che in prima fascia, attualmente, entrano pochissime persone”. La commissione si occuperà anche degli appelli, una questione dolente, per gli iscritti all’ateneo, che da tempo, ormai, lamentano la loro scarsità. “Qualche appello in più sarebbe davvero necessario- sottolinea la rappresentante studentesca in CdA- Attualmente sono distribuiti tra fine settembre ed inizio ottobre, la prima metà di dicembre, febbraio/marzo, giugno e luglio. Poi quello di aprile a Scienze Politiche, solo per i fuoricorso, che però quest’anno è stato esteso anche agli iscritti al quarto anno. Sarebbero auspicabili almeno questi cambiamenti: due appelli separati a febbraio ed a marzo; una sessione di appello a giugno. Ogni volta che da parte degli studenti arriva la richiesta di più appelli la risposta dell’Orientale è che le sessioni sono organizzate in questo modo per ragioni didattiche. In realtà dipende dalla scarsità delle aule, che rende impossibile organizzare in contemporanea le lezioni e le sedute di esami. Dal prossimo anno, con la disponibilità del palazzo di via Duomo, la situazione è destinata a migliorare. Dunque sarebbe logico che gli appelli si intensificassero”. Un edificio, quest’ultimo, sul quale l’ateneo conta molto, per risolvere i problemi di spazio che rendono difficile la vita degli studenti. Lo conferma Marina Vitale, ricercatrice e rappresentante in Consiglio di Amministrazione: ”il palazzo sarà disponibile dal prossimo anno. Ancora non si è deciso come saranno ripartiti gli spazi al suo interno, tra le facoltà ed i dipartimenti. Quello che è certo è che rappresenta una svolta, sotto il profilo degli spazi per la didattica”.