Tre studenti nella macchina organizzativa della Coppa Davis

Tre studenti dell’Università Parthenope dietro le quinte della Coppa Davis. Pierpaolo Chicone, Gaetano Di Pietro e Fabrizio D’Andrea, tutti e tre ventiseienni e provenienti da Avellino, colleghi all’università e amici nella vita, hanno vissuto nell’ultimo anno un’esperienza che li ha cambiati. Iscritti al Corso di Laurea (vecchio ordinamento) in Economia del turismo, tesisti in Organizzazione aziendale e in Strategia e politica aziendale, avevano da tempo scelto come argomento di studio l’organizzazione di eventi sportivi, ma non avevano ancora deciso su quale specifica manifestazione puntare la loro attenzione, fino a quando i relatori Marilù Ferrara e Federico Alvino non li hanno invitati a svolgere la ricerca sul terreno della Coppa Davis. Una sorpresa e, soprattutto, una fonte di curiosità per tre studenti che del tennis non sapevano quasi nulla e che all’improvviso si sono trovati catapultati nel mondo del più importante torneo internazionale. Pierpaolo Chicone fu il primo a ricevere la telefonata della prof.ssa Ferrara, docente di Organizzazione aziendale. Lo racconta Fabrizio D’Andrea, che, come Pierpaolo, è tesista della professoressa: “eravamo tutti e tre in biblioteca. Squillò il telefonino di Pierpaolo, nessuno di noi si aspettava che fosse la professoressa. Dopo poco fui contattato anch’io, e, infine, Gaetano, che invece è tesista in Strategia e politica aziendale con il prof. Alvino. La proposta era la stessa per tutti: uno stage presso la macchina organizzativa della Coppa Davis, che per la seconda volta si svolgeva in provincia di Napoli, a Torre del Greco presso il Circolo Oplonti”. “La Coppa Davis è stata il più importante evento sportivo internazionale svoltosi in Campania dopo i mondiali di calcio di ‘Italia 90’ – dice Pierpaolo Chicone- per noi è divenuta un caso aziendale da studiare come oggetto della tesi di laurea”. I ragazzi, restando fisicamente sul campo per una settimana, hanno potuto assistere a molti dei passaggi fondamentali nell’organizzazione della manifestazione sportiva, dalla strategia alla fattibilità dell’evento, dal rapporto con gli sponsor a quello con i media. Gli organizzatori sono stati accoglienti e disponibili a fornire loro tutto il materiale di cui avevano bisogno, rispondendo a qualsiasi domanda e dando ogni tipo di spiegazione. Nella fase attuale i tre studenti della Parthenope si stanno dedicando solo al lavoro di stesura poichè la raccolta dei dati si è già conclusa da un pezzo. “Durante le partite non potevamo seguire il dott. Raffaele Cirillo, che tra gli organizzatori era il nostro punto di riferimento – spiega Gaetano Di Pietro- Il nostro lavoro era concluso, ma noi abbiamo scelto di rimanere ancora, offrendoci come volontari per il servizio sicurezza. E’ stata un’esperienza unica, fare parte dello staff di un torneo di tennis così importante è molto emozionante. Al mattino si fanno i ruoli, ossia vengono assegnati a ciascuno dei compiti, e poi tutti i ruoli si mischiano tra loro. Tutto serve a tutto, fai diecimila cose che gli spettatori non vedono ma che sono essenziali per la manifestazione”. Gaetano è un arbitro di calcio e non pensava che si sarebbe potuto appassionare tanto al tennis. “Nel tennis ogni partita è una festa. Una festa meno aggressiva di quella del calcio, cui possono partecipare davvero tutti, anziani e bambini compresi. E poi sono belli i silenzi durante i game… A me è piaciuto così tanto questo mondo che recentemente sono stato anche a Roma per seguire gli internazionali”. L’entusiasmo per uno sport che prima non si conosceva ha portato nuove idee sul futuro lavorativo, come ad esempio quella di organizzare un torneo ad Avellino con la presenza di Starace. “Ne abbiamo parlato con Cirillo, che si è detto disponibile a fornirci dei contatti”. E poi l’intenzione di frequentare un master specifico in organizzazione degli eventi sportivi, a Milano. “Abbiamo imparato cose nuove, che a volte non immaginavamo neppure possibili”, dicono i ragazzi, “ad esempio, abbiamo appreso che un evento sportivo può essere organizzato anche fuori dai canoni abituali. A Torre del Greco non c’era un campo da tennis adatto ad accogliere tanti spettatori, così si è fatto ricorso a una struttura mobile da 4.000 posti, una delle più grandi d’Europa. Un’organizzazione efficiente potrebbe consentire lo svolgimento di un evento del genere perfino a piazza del Plebiscito!”. Pierpaolo, Gaetano e Fabrizio sono un po’ cambiati dopo aver conosciuto il pianeta Coppa Davis. Oggi pensano in grande. Dicono di voler lavorare nel settore dell’organizzazione degli eventi sportivi internazionali. Anzi, mondiali. “Quando si sogna, è meglio farlo in grande”, afferma Fabrizio D’Andrea. 
Duecento studenti
al convegno
Intanto un primo passo verso l’organizzazione di eventi i tre tesisti della Coppa Davis l’hanno già fatto. Il 24 maggio presso l’Aula grande dell’Ateneo si è svolto il convegno intitolato: “Outstandig Davis. L’organizzazione di un evento mondiale in Campania”. Il titolo è spiegato dal risultato ottenuto dal gruppo organizzativo Napoli – Torre Annunziata in termini di voti attribuiti dalla Federazione Tennis. Il massimo dei voti, appunto, che in gergo si dice Outstanding. Al convegno, sostanzialmente una lezione di marketing cui hanno partecipato quasi 200 studenti, 130 dei quali registratisi per ottenere l’attestato di partecipazione, hanno relazionato alcuni dei membri dello staff organizzativo della Coppa Davis in Campania, tutti partners della società WWE, che si occupa di organizzare questo tipo di eventi a livello mondiale. L’avvocato Giovanni Scognamiglio ha parlato di coordinamento legale e diritti internazionali, mentre il dott. Raffaele Cirillo ha tenuto una relazione su “Il marketing strategico ed il controllo gestionale”. Una ipotesi di sponsorizzazione è stata illustrata dalla dott.ssa Daniela Procida, marketing manager Gesac, con l’intervento intitolato: “Le motivazioni di sponsorizzazione: il caso Gesac – Airone”. Il prof. Federico Alvino ha introdotto l’incontro portando i saluti del Rettore e ricordando, con riferimento all’esperienza dei tre studenti di Economia del turismo, l’importanza che riveste il lavoro di ricerca per la tesi fatto direttamente sul campo.
Sara Pepe
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