“E’ stato un vero successo: c’erano tanti colleghi, ma soprattutto tantissimi studenti e questo mi ha fatto davvero piacere”, commenta con parole entusiaste la prof.ssa Oriana Palusci, docente di Lingua e Linguistica Inglese, promotrice del convegno ‘Traduttrici 2009: voci femminili da una lingua all’altra’, in collaborazione con i Dipartimenti di Studi letterari e linguistici dell’Europa e di Studi americani.
L’evento, svoltosi tra il 19 e il 21 ottobre a Palazzo Du Mesnil, è alla sua seconda edizione. Considerata la necessità di approfondire lo studio sulla storia della traduzione di genere, finora trascurato, si riprende, infatti, il filo della ricerca lasciato interrotto dall’incontro ‘Traduttrici: questioni di gender nelle letterature di lingua inglese’, tenutosi nel novembre 2008.
“Questo Convegno intende esplorare le dinamiche del rapporto tra la ‘testualizzazione del femminile’ e la traduzione, sia nella dimensione linguistica sia in quella più prettamente storico-culturale, relativa all’affermazione della figura della traduttrice nelle diverse lingue”, spiega la prof.ssa Palusci. E aggiunge: “in realtà non esiste una storia delle traduttrici, ma solo negli ultimi tempi si sta iniziando a fare un lavoro di ricerca in questo campo, riconoscendo il ruolo svolto dalle traduttrici già nel ’700 o nell’800, che sono state dimenticate o il cui lavoro di traduzione è stato considerato marginale rispetto a quello delle scrittrici”.
La tre giorni di studio e dibattito ha un duplice obiettivo: da un lato andare alla scoperta delle traduttrici dimenticate ripercorrendo la storia della varie lingue e dall’altro valutare la possibilità di aprire un filone di studio inaugurando il settore della traduzione di genere. “Il Convegno – aggiunge la docente – ha rappresentato uno spazio di confronto e dialogo tra lingue, testi e culture, arabo, cinese, francese, inglese, italiano, lingue nordiche, russo, spagnolo, tedesco, declinati attraverso una prospettiva di genere”.
A portare il loro contributo sono intervenuti nomi eminenti della ricerca letteraria a livello nazionale ed internazionale. Ad aprire i lavori il Rettore Lida Viganoni, il Preside della Facoltà di Lingue Augusto Guarino e il Direttore del Dipartimento di Studi linguistici e letterari dell’Europa Salvatore Luongo. Tra i relatori, nomi come quello di Bill Ashcroft (University of New South Wales in Australia), Gianna Patriarca “scrittrice italo-canadese che ha raccontato del suo viaggio tra l’Italia, partendo proprio da Napoli, e il Canada, con accenti davvero commuoventi”, Josè Santaemilia (Università di Valenzia) “riconosciuto come uno dei più autorevoli studiosi a livello europeo del settore”.
Dal successo riscosso dai due Convegni organizzati sull’argomento è nato anche un laboratorio didattico. “Visto il grande interesse che i ragazzi hanno dimostrato per la ricerca sulla storia delle traduttrici, ho messo su un laboratorio didattico sulla traduzione di genere, al quale quest’anno ho lavorato con venti studenti tutti molto entusiasti. Mi ha fatto, inoltre, piacere notare che, nonostante la percentuale di ragazze iscritte all’Orientale sia più alta rispetto ai ragazzi, non sono mancati uomini interessati all’argomento”.
(Va.Or.)
L’evento, svoltosi tra il 19 e il 21 ottobre a Palazzo Du Mesnil, è alla sua seconda edizione. Considerata la necessità di approfondire lo studio sulla storia della traduzione di genere, finora trascurato, si riprende, infatti, il filo della ricerca lasciato interrotto dall’incontro ‘Traduttrici: questioni di gender nelle letterature di lingua inglese’, tenutosi nel novembre 2008.
“Questo Convegno intende esplorare le dinamiche del rapporto tra la ‘testualizzazione del femminile’ e la traduzione, sia nella dimensione linguistica sia in quella più prettamente storico-culturale, relativa all’affermazione della figura della traduttrice nelle diverse lingue”, spiega la prof.ssa Palusci. E aggiunge: “in realtà non esiste una storia delle traduttrici, ma solo negli ultimi tempi si sta iniziando a fare un lavoro di ricerca in questo campo, riconoscendo il ruolo svolto dalle traduttrici già nel ’700 o nell’800, che sono state dimenticate o il cui lavoro di traduzione è stato considerato marginale rispetto a quello delle scrittrici”.
La tre giorni di studio e dibattito ha un duplice obiettivo: da un lato andare alla scoperta delle traduttrici dimenticate ripercorrendo la storia della varie lingue e dall’altro valutare la possibilità di aprire un filone di studio inaugurando il settore della traduzione di genere. “Il Convegno – aggiunge la docente – ha rappresentato uno spazio di confronto e dialogo tra lingue, testi e culture, arabo, cinese, francese, inglese, italiano, lingue nordiche, russo, spagnolo, tedesco, declinati attraverso una prospettiva di genere”.
A portare il loro contributo sono intervenuti nomi eminenti della ricerca letteraria a livello nazionale ed internazionale. Ad aprire i lavori il Rettore Lida Viganoni, il Preside della Facoltà di Lingue Augusto Guarino e il Direttore del Dipartimento di Studi linguistici e letterari dell’Europa Salvatore Luongo. Tra i relatori, nomi come quello di Bill Ashcroft (University of New South Wales in Australia), Gianna Patriarca “scrittrice italo-canadese che ha raccontato del suo viaggio tra l’Italia, partendo proprio da Napoli, e il Canada, con accenti davvero commuoventi”, Josè Santaemilia (Università di Valenzia) “riconosciuto come uno dei più autorevoli studiosi a livello europeo del settore”.
Dal successo riscosso dai due Convegni organizzati sull’argomento è nato anche un laboratorio didattico. “Visto il grande interesse che i ragazzi hanno dimostrato per la ricerca sulla storia delle traduttrici, ho messo su un laboratorio didattico sulla traduzione di genere, al quale quest’anno ho lavorato con venti studenti tutti molto entusiasti. Mi ha fatto, inoltre, piacere notare che, nonostante la percentuale di ragazze iscritte all’Orientale sia più alta rispetto ai ragazzi, non sono mancati uomini interessati all’argomento”.
(Va.Or.)