È un ex arbitro di calcio e laureando in Archeologia e Storia dell’arte alla Federico II il rappresentante degli studenti che, da qualche settimana, è nel Comitato Universitario dello Sport. Si tratta di Valentino Piccolo, dalla scorsa estate entrato a far parte del Consiglio degli Studenti come membro del Collegio di Area Umanistica: “fin subito dopo l’elezione al Consiglio degli Studenti ero intenzionato a impegnarmi nello sport perché, da universitario, ho avvertito la difficoltà a coniugare studio e attività fisica. È una scelta voluta e sono orgoglioso di questa nomina”. Si impegnerà per promuovere “uno sport accessibile” che abbia come parola d’ordine il risparmio, in termini economici e di tempo: “deve avere un costo contenuto per gli studenti, che già sostengono molte spese, e deve essere accessibile geograficamente, cioè avere una sede facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto e dotata di un parcheggio per chi si muove in auto”. Due punti caldi emersi dopo una prima indagine con i suoi coetanei e che intende trattare quanto prima con il Centro Universitario Sportivo di Napoli: “non ho ancora avuto modo di confrontarmi con il CUS. Parlando con alcuni studenti della Federico II sono emerse due problematiche. Una relativa all’accessibilità, visto che per arrivare nelle loro sedi – in via Campegna, a Fuorigrotta – bisogna prendere più mezzi. L’altra, invece, si riferiva ai costi, più alti rispetto a quanto dovrebbero essere nonostante le convenzioni per gli iscritti all’Università”. L’intenzione è “iniziare quanto prima un dialogo con il CUS, perché mi rendo conto che
alcuni problemi potrebbero non dipendere da loro, ma da ragioni di bilancio. Il mio compito è fare da ponte di collegamento tra gli studenti e il centro”. È in questa ottica che “ho in mente di organizzare nelle prossime settimane un incontro con i ragazzi del mio Corso di Laurea per individuare le questioni cardine e per trovare le soluzioni ottimali ai problemi che si presentano. Poi, in tempi rapidi, vorrei confrontarmi anche con gli studenti degli altri Corsi. Ho bisogno veramente tanto di raccogliere quante più opinioni possibili. Mi serve conoscere tutte le problematiche prima di interfacciarmi con chi di dovere”. Parlerà con tutti gli attori impegnati nell’universo sportivo universitario. Nessun problema per lui che ha calcato i campi di calcio con divisa nera e fischietto: “sono stato arbitro dal 2012 al 2015 presso la sezione di Nola. È stata un’esperienza incredibilmente formativa. La consiglierei a tutti i miei colleghi. È un’attività che fa crescere e migliora, insegnando a gestire il rapporto con le persone”. Una passione nata per caso: “ho iniziato seguendo alcune lezioni di prova. Capivo che mi piaceva, anche se il vero e proprio banco di prova è la prima partita ufficiale”. Ricorda ancora il suo esordio a San Giuseppe Vesuviano, in una gara della categoria Esordienti: “ho capito le difficoltà dell’arbitro in campo. Dovrebbe avere occhi ovunque e deve essere capace di sostenere le critiche e gli insulti dagli spalti. Non mancano nemmeno a livello giovanile, visto che i genitori dei piccoli calciatori tendono ad accendersi facilmente. Arbitrare mentre fioccano grida e fischi può essere frustrante”. Un’esperienza a tratti traumatica che può tornare utile: “mi ha insegnato a coordinare persone diverse. Così come lo fai in campo, allo stesso modo puoi farlo con chi è impegnato nella politica universitaria”. In attesa
dei primi riscontri, già due obiettivi specifici sono stati messi nel mirino per il futuro. Da un lato “comprendere quanti studenti sono attualmente iscritti al CUS tramite le convenzioni e intervenire per cercare di aumentare questo numero”, dall’altro attivarsi fin da subito per il 2019, anno in cui Napoli ospiterà le Universiadi: “le strutture sportive universitarie hanno un peso centrale. È importante programmare tutto da subito per poter arrivare pronti a un evento importante non solo per l’Università, ma per tutta la città”.
alcuni problemi potrebbero non dipendere da loro, ma da ragioni di bilancio. Il mio compito è fare da ponte di collegamento tra gli studenti e il centro”. È in questa ottica che “ho in mente di organizzare nelle prossime settimane un incontro con i ragazzi del mio Corso di Laurea per individuare le questioni cardine e per trovare le soluzioni ottimali ai problemi che si presentano. Poi, in tempi rapidi, vorrei confrontarmi anche con gli studenti degli altri Corsi. Ho bisogno veramente tanto di raccogliere quante più opinioni possibili. Mi serve conoscere tutte le problematiche prima di interfacciarmi con chi di dovere”. Parlerà con tutti gli attori impegnati nell’universo sportivo universitario. Nessun problema per lui che ha calcato i campi di calcio con divisa nera e fischietto: “sono stato arbitro dal 2012 al 2015 presso la sezione di Nola. È stata un’esperienza incredibilmente formativa. La consiglierei a tutti i miei colleghi. È un’attività che fa crescere e migliora, insegnando a gestire il rapporto con le persone”. Una passione nata per caso: “ho iniziato seguendo alcune lezioni di prova. Capivo che mi piaceva, anche se il vero e proprio banco di prova è la prima partita ufficiale”. Ricorda ancora il suo esordio a San Giuseppe Vesuviano, in una gara della categoria Esordienti: “ho capito le difficoltà dell’arbitro in campo. Dovrebbe avere occhi ovunque e deve essere capace di sostenere le critiche e gli insulti dagli spalti. Non mancano nemmeno a livello giovanile, visto che i genitori dei piccoli calciatori tendono ad accendersi facilmente. Arbitrare mentre fioccano grida e fischi può essere frustrante”. Un’esperienza a tratti traumatica che può tornare utile: “mi ha insegnato a coordinare persone diverse. Così come lo fai in campo, allo stesso modo puoi farlo con chi è impegnato nella politica universitaria”. In attesa
dei primi riscontri, già due obiettivi specifici sono stati messi nel mirino per il futuro. Da un lato “comprendere quanti studenti sono attualmente iscritti al CUS tramite le convenzioni e intervenire per cercare di aumentare questo numero”, dall’altro attivarsi fin da subito per il 2019, anno in cui Napoli ospiterà le Universiadi: “le strutture sportive universitarie hanno un peso centrale. È importante programmare tutto da subito per poter arrivare pronti a un evento importante non solo per l’Università, ma per tutta la città”.