Un’iniziativa di ASMed Lezioni gratuite di primo soccorso

Disostruzione da corpo estraneo nelle vie aeree e rianimazione cardiopolmonare con uso del defibrillatore semiautomatico. Una full immersion ha permesso a oltre duecento studenti di Medicina di acquisire familiarità con questi casi di emergenza. Merito dell’iniziativa BLSD – Basic Life Support and Defibrillation, promossa dall’Associazione Studenti di Medicina (ASMed), che, partita a novembre e sviluppatasi in più appuntamenti fino a qualche settimana fa, ha portato tra le aule del Policlinico lezioni gratuite di primo soccorso. Con la regia della società scientifica Gruppo Intervento Emergenze Cardiologiche, il corso è stato articolato secondo i protocolli internazionali, con una parte teorica e una pratica condotta su manichini e con l’utilizzo di una strumentazione professionale. Durante gli incontri, ai quali ha presenziato anche il Presidente GIEC Maurizio Santomauro, gli studenti sono stati divisi in piccolissimi gruppi e affidati a istruttori abilitati, toccando con mano il corretto comportamento da tenere in una situazione di emergenza. “È stata l’occasione per mettere in pratica qualcosa che dovrebbe interessare tutti, non solo i medici”, afferma Giorgia Polito, studentessa del terzo anno, che spiega: “l’incontro, iniziato la mattina, si è protratto fino a sera. Una prima parte della giornata è stata dedicata alla teoria, con un focus su più argomenti affrontati da un punto di vista dell’approccio pediatrico o destinato agli adulti. Nel pomeriggio, poi, siamo passati alla pratica”. Con la simulazione di casi concreti, a Giorgia è toccato “un signore che, al ristorante, andava incontro a soffocamento. Io ho dovuto procedere alle manovre di disostruzione”. Si è ritrovata a soccorrere un paziente svenuto in metro, invece, Rossana Arianna, del quarto anno: “ho applicato quanto spiegatoci. Ho visto se c’era respirazione e battito. Poi sono andata avanti con massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca e uso del defibrillatore”. Perché in metro? “Per simulare un’emergenza in un luogo affollato. Ci avevano detto che il defibrillatore non va usato vicino ad altre persone. L’esercizio, quindi, consisteva, oltre che nel soccorrere il paziente, nell’allontanare i presenti. È stata un’esperienza fantastica. Le darei un 10”. Facile con un manichino. Ma se succede davvero? Gli studenti sono pronti? Lo è di certo Giorgio Zinno, del terzo anno, che, un mese dopo aver frequentato il corso, si è ritrovato di fronte a “una signora che si stava strozzando con una caramella. Mi è bastato praticare per pochi secondi la manovra di Heimlich e si è risolto tutto. Mi sono sentito importante”. Cosa ha imparato dal corso? “Ci hanno insegnato la freddezza, facendoci capire che non bisogna pensare a cosa si sta facendo, ma a farlo e basta. Trattandosi di un corso gratuito credevo non ci dessero tanta importanza, invece sono stati tutti molto professionali e disponibili”. Alla luce della sua esperienza: “consiglio il corso a tutti i miei colleghi. Spero che si tenga nuovamente tra due anni, quando scadrà l’attestato”. Il riferimento è all’attestato riconosciuto dall’American Heart Association consegnato a ciascun partecipante al termine dell’incontro. Soddisfatto Gennaro Addato, membro del Consiglio degli Studenti dell’Ateneo e responsabile del progetto: “abbiamo realizzato una preziosa attività grazie ai fondi erogati dall’Ateneo attraverso il bando delle iniziative studentesche. È un vero peccato che corsi del genere non siano previsti nel normale percorso accademico dei futuri medici”.
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