Appello di aprile, tra defezioni e boom di candidati

Com’è andato il tanto desiderato appello di aprile? Tra la fine dei corsi (per primo, secondo e terzo anno) mercoledì 9, le festività pasquali e il ponte della Liberazione, il mese che ha aperto la sessione estiva è volato. Nella scelta delle date, alcuni docenti hanno prediletto i giorni immediatamente al termine delle lezioni. Altri, invece, hanno preferito la fine del mese, dando la possibilità di sfruttare le settimane centrali e i giorni di festa per perfezionare la preparazione.

Come avrà inciso questa scelta sull’affluenza alle sedute? Quanti sono gli studenti che hanno effettivamente beneficiato dell’appello straordinario? Un primo spaccato sulla situazione, al primo anno, arriva dal prof. Alfonso Vuolo, docente di Diritto Costituzionale: “Inizialmente avevo fissato la seduta per l’11 aprile, ma gli studenti mi hanno chiesto di differire e l’ho ritenuto giusto, quindi l’ho posticipata al 29. Una seduta troppo a ridosso dei corsi non avrebbe permesso, a chi ha seguito ora, di usufruirne”, spiega, segnalando già la presenza di matricole al primo appello.

In ogni caso, racconta di una seduta con pochi prenotati, “meno di trenta”, e aggiunge di essersi confrontato con i colleghi della materia, giungendo alla conclusione che “il dato è omogeneo in tutte le cattedre”. Boom, invece, ad Economia Politica, come racconta la matricola Alessia Belvedere: “nella cattedra B-C del prof. Mauro Sodini eravamo circa cento prenotati e tutti del primo anno. Solo due o tre avevano questo esame in arretrato”. Stessi numeri anche per la G-M, sempre di titolarità del prof. Sodini. In molti, infatti, hanno deciso di sfruttare la fine del corso, da quest’anno semestrale e cominciato a gennaio, per spuntare subito questo esame dalla lista.

A Diritto Privato “lacune nella preparazione”

Non si può dire lo stesso per l’appello di Diritto Privato della prof.ssa Anna Scotti, dove non si è presentata nessuna matricola. “Pochi studenti, circa una decina, e tutti con questo esame indietro”, racconta la docente. L’assenza di studenti del primo anno, che si potrebbe pensare legata alla vicinanza della data con la fine dei corsi, ritiene invece sia dovuta alla necessità di metabolizzare la materia un po’ più a lungo. In ogni caso, descrive la seduta come “non fruttuosa”: “I candidati avevano importanti lacune nella preparazione – rivela – Da un lato, per gli insegnamenti annuali, avere una serie di appelli continui e ravvicinati permette allo studente di organizzarsi meglio la sessione. Dall’altro, però, ho la sensazione che ciò assecondi l’idea, che c’è in alcuni, di presentarsi a tutte le date, senza affrontare le ragioni delle loro difficoltà”.

Qualora, in futuro, si dovesse decidere di mantenere questo appello straordinario, suggerisce di “richiamare gli studenti al fatto che avere una data in più non deve portarli a trascurare l’importanza di un progetto di preparazione. Deve esserci uno studio sistematico”, che sfrutti al massimo le occasioni dei ricevimenti e degli incontri di tutorato. Esperienza totalmente diversa nella cattedra di Procedura Civile del prof. Marcello Stella dove, sebbene ci fossero solo venti candidati, di cui pochissimi del corso di quest’anno, “sono stati in quindici a superare l’esame, di cui tre hanno rifiutato il voto, ma altri tre hanno svolto un esame da 30!”, riporta.

Per lui, che aveva fissato l’appello il 18, la data troppo ravvicinata alla fine dei corsi “avrebbe costituito un rischio: rendere questo appello solo per non frequentanti, presupponendo che i ragazzi studiassero da soli e in anticipo, senza seguire le lezioni”. Inoltre, “anche se i numeri dei prenotati non confortano, non è stato un appello inutile: la tendenza è stata buona nel superamento”.

Una scelta “che responsabilizza gli studenti”

E aggiunge: “è stata una scelta che responsabilizza molto gli studenti: la platea studentesca può essere accontentata, se responsabile, e i ragazzi lo sono stati, nessuno è venuto a tentare tanto per tentare”. Sulla cifra dei venti prenotati, con esito generalmente positivo, anche l’appello di Diritto Internazionale nella cattedra del prof. Massimo Iovane, come riporta la studentessa al terzo anno Carmen Scotto. Per lei, aver avuto una data in più è stata una preziosa opportunità: “Avendo qualche esame che mi manca, ho potuto approfittarne” anche se, aggiunge, “avrei voluto saperlo prima, così da potermi organizzare anche meglio”.

Per il secondo anno, l’esame di Diritto Privato Comparato con la prof.ssa Maria Feola ha visto quasi tutti studenti dell’anno in corso che, sebbene le lezioni si siano svolte nel primo semestre, hanno deciso di sostenerlo nella sessione estiva. Qui siamo sotto i venti prenotati, come racconta Sveva De Miranda, studentessa al secondo anno. Lei, che ad aprile di esami ne ha sostenuti addirittura due (anche Diritto Tributario, con la prof.ssa Loredana Strianese), si dichiara “assolutamente favorevole” all’aggiunta di questo appello: “qualunque sia l’esame, avere più date consente di riprovare, se non dovesse andar bene, e di organizzarsi meglio”.

Inoltre, “Dà la possibilità a chi studia tutto l’anno una stessa disciplina di anticiparsi e concentrarsi, subito dopo, su tutti gli altri esami”, potendo arrivare a non portarsi nulla a settembre o, comunque, ad avere il tempo per concentrarsi al meglio sull’esame più corposo del secondo anno: Diritto del lavoro. A sostenere Diritto Tributario con la prof.ssa Strianese anche Andrea Iavazzo, studentessa al secondo anno, che lo descrive come un appello popolato.

La motivazione, a suo giudizio, è “il tempismo”: “Uno degli aspetti più apprezzati è stato il poter sostenere l’esame subito dopo la fine delle lezioni, ha permesso a molti di avere il programma ancora fresco, migliorando così la preparazione e l’efficacia dello studio. In generale, è stata vista come una possibilità concreta per organizzarsi meglio, studiare con più lucidità e portarsi avanti”.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n. 8 – 2025 – Pagina 25

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