Nazionale universitaria di Judo: alla guida l’allenatore cusino Massimo Parlati

Tripletta alla guida della Nazionale universitaria di Judo per l’allenatore cusino Massimo Parlati. Per la terza edizione di fila dei giochi universitari, la Fijlkam (Federazione Italiana judo, lotta, arti marziali) ha scelto di riporre la propria fiducia nel dieci volte campione italiano che, già nel 2019 e nel 2023, era stato commissario tecnico dell’Italia prima a Napoli e poi a Chengdu (in Cina).

Una carriera lunga ben trent’anni da quando, dopo un grave infortunio, si ritirò dalle competizioni e abbracciò l’insegnamento, approdando fin da subito nella palestra di Via Campegna, dove è un punto di riferimento dal 2001. Nella sua quasi venticinquennale esperienza con gli universitari, ricorda gli allievi che ha incontrato nel corso degli anni come “un esempio di come il judo, al di là del campione agonistico, crea anche campioni nella vita: ognuno di loro, nel suo settore è diventato un’eccellenza”.

Chi primario, chi magistrato… “credo che il judo abbia contributo nella loro formazione, nel forgiare il carattere, nell’insegnare lo spirito di sacrificio. Nel judo si cade e loro hanno imparato, col tempo, a cadere, ma anche a rialzarsi, e continuare a combattere”. A loro dedica i traguardi raggiunti come allenatore perché, afferma, “un tecnico quando inizia la propria carriera non è già ai vertici e, piano piano, impariamo anche noi dai nostri ragazzi. Mi hanno aiutato tantissimo a crescere e a migliorare negli anni”.

E se gli chiedete com’è cambiato il suo modo di allenare durante questo lungo viaggio, risponderà che “è cambiato il saper prendere ogni atleta nel modo giusto anche dal punto di vista psicologico: cerco con ogni ragazzo un approccio diverso, personale. Oggi i giovani affrontano problematiche diverse e, ad esempio, allenare una donna non è come allenare un uomo: tutti hanno le proprie esigenze”. Quest’anno, per le Universiadi si lotterà a Rhine-Ruhr, in Germania, dal 16 al 27 luglio. L’obiettivo, chiaramente, è andare a medaglia e migliorarsi rispetto alle prestazioni di Chengdu 2023, dove si era tornati a casa con un bronzo nei -70 kg femminile e qualche piazzamento entro la top ten.

Nel 2019, invece, purtroppo nessun atleta era riuscito a salire sul podio ma, un po’ forse perché era la prima volta, un po’ perché si gareggiava a Napoli, per il coach Parlati è stata l’esperienza più emozionante: “Le Universiadi come manifestazione sono sempre belle, ma viverle nella mia città è stata un’emozione diversa: anche solo la cerimonia di apertura al Maradona, con una prestazione del genere, è stata speciale”. In ogni caso, e ci tiene a sottolinearlo, la competizione a cui ci si appresta a partecipare non è certo una passeggiata: “Le Universiadi sono una competizione a livello internazionale, paragonabile quasi ad un’olimpiade.

Ci sono atleti olimpionici e campioni del mondo che vengono anche a vincere qui, o persone che hanno perso qui e poi hanno vinto alle Olimpiadi”. Dunque, per quanto riguarda gli atleti che formeranno la delegazione italiana a Rhine-Ruhr, si cercherà su tutto il territorio nazionale chi ha ottenuto i risultati migliori nell’ultimo anno. Dei loro traguardi, però, coach Parlati non si attribuirà nessun merito: “sono solo un selezionatore. Ognuno di loro è allenato da altre persone e il merito va tutto ai loro insegnanti. Formare questa squadra è un lavoro di tutta la nazione”.

In gara, però, andranno seguiti anche con quell’approccio individuale che il coach Parlati adotta con i suoi judoka: “faremo dei ritiri prima di andare in Germania e poi il soggiorno lì inizierà dalla settimana prima. Avremo tempo per lavorare insieme e affrontare questa gara al meglio”, conclude.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n. 8 – 2025 – Pagina 39

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