L’agronomo, si sa, è il medico delle piante e degli alberi. Un professionista capace di gestire piantumazioni e coltivazioni, di intervenire per prevenire e curare patologie, di capire se e quando una pianta debba essere eliminata perché rappresenta un pericolo. Il Corso di Laurea Triennale in Scienze Agrarie, Forestali e Ambientali è appunto quello che prepara i futuri agronomi e i dottori in Scienze Forestali. Permette l’iscrizione alla sezione junior dell’Albo. Per quella senior ci sono le Lauree Magistrali, alle quali si iscrive la maggior parte dei laureati di primo livello.
“In media – riferisce il prof. Domenico Carputo, Coordinatore del corso – si immatricolano ogni anno circa 150 studenti. Li dividiamo in due gruppi, in due canali, in maniera tale che possano frequentare aule e laboratori senza che si trovino in una condizione di sovraffollamento. Si può fare una buona didattica. Si può seguire bene”. Delinea l’offerta formativa: “Matematica, Chimica, Fisica sono le materie di base del primo anno. Gli immatricolati, però, iniziano anche a mettere – per così dire – le mani in pasta con Botanica, Genetica delle piante e Fisiologia. Iniziano ad apprezzare il valore di quello che si studia ad Agraria”. Sono previste varie attività pratiche di laboratorio e visite presso aziende e strutture sia nell’ambito della Triennale che della Magistrale. “Stiamo cercando di organizzare corsi innovativi – spiega il prof. Carputo – incentrati molto su queste visite tecniche”.
Poi sottolinea: “anche nel prossimo anno accademico si terranno precorsi in Matematica, Fisica e Chimica. Saranno più corposi che in passato. Per la Matematica, inoltre, contemporaneamente al corso sarà attivata un’attività di tutoraggio perché a volte per molti studenti quella disciplina diventa uno scoglio. Cerchiamo di accompagnarli per mano. Non deve esserci alcun timore. Lo ribadisco perché a volte gli studenti si scoraggiano. Si riprendono gli argomenti da capo e poi il tutor aiuta ad allinearsi”.
Chi si laurea in genere prosegue con le Magistrali in Scienze e Tecnologie Agrarie o in Scienze Forestali ed Ambientali. “I nuovi immatricolati – anticipa il prof. Carputo – potrebbero inoltre trovare interessante la nuova Magistrale in inglese Sustainable Food Systems, che sarà attivata per la prima volta nel prossimo anno accademico ed è incentrata sui temi della sostenibilità alimentare”.
È un’agricoltura che cambia continuamente quella nella quale lavoreranno i futuri agronomi. “Oggi – ricorda il docente – si parla già di agricoltura di precisione e di previsione. Droni, computer e macchinari innovativi, modelli matematici e quant’altro aiutano ad ottimizzare le diverse fasi dell’attività agricola, dalla piantumazione all’irrigazione, alla raccolta, fino al contrasto ai parassiti e ai funghi che possono mettere a rischio il prodotto”. Libera professione, enti pubblici – le amministrazioni locali avrebbero bisogno di agronomi competenti e numerosi per gestire gli alberi cittadini, anche alla luce dei nuovi problemi determinati dal ripetersi di fenomeni meteorologici estremi – e ricerca sono alcuni dei possibili sbocchi di chi si laurea.
“È un lavoro – ribadisce il docente – in continua evoluzione e i campi di applicazione si allargano”. Un esempio? “Qualche tempo fa uno studente ha presentato una tesi sul ruolo dell’agronomo nella progettazione dei campi di calcio. La corretta piantumazione e gestione di un prato in erba possono ridurre il rischio di infortuni degli atleti. Le opportunità non mancheranno, in sostanza. Tutto sta ad essere bravi studenti preparati e motivati”.
“Droni, computer, macchinari innovativi, modelli matematici” al servizio di un lavoro in continua evoluzione
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