Il Suor Orsola Benincasa “un campus diurno”

Il Suor Orsola Benincasa "un campus diurno"

Un forte senso di comunità, la peculiarità dell’Ateneo di Corso Vittorio Emanuele

Se per gioco si dovesse riassumere l’essenza di un Ateneo in una sola parola, non ci sarebbero dubbi nel caso del Suor Orsola Benincasa. Famiglia. Perché varcare le soglie di Corso Vittorio Emanuele 292 significa innanzitutto questo: aver trovato una seconda casa. Che sarà tale per anni. Docenti, personale delle segreterie e degli uffici: mani tese in qualsiasi momento per accompagnare, spiegare, aiutare, indicare la strada con affetto. La comunità suororsolina, rappresentata dal Rettore Lucio d’Alessandro e da tutti i Delegati d’Ateneo, cinge i propri studenti in un abbraccio ideale dal primo all’ultimo giorno.

Comunità, come dice il nostro Rettore, è ciò che siamo – spiega la prof.ssa Paola Villani, Delegata all’Orientamento – sia i docenti che gli studenti lo avvertono, sentendosene parte. Il Suor Orsola è un campus diurno che abbraccia metaforicamente, oltre che come spazio architettonico. I Corsi dialogano gli uni con gli altri e così anche i ragazzi. Penso a quanto stia crescendo la loro associazione (Alsob, ndr). L’Università appartiene a loro, che sono i protagonisti del nostro sforzo quotidiano”. Dal Family Open Day di ogni luglio per iniziare a prendere confidenza in compagnia dei propri cari, al giorno della laurea. Che si consuma sulla famosa terrazza al sesto piano dell’edificio centrale: Golfo alle spalle, tesi in braccio e corona d’allora in testa. Già, perché il mondo unisob si racconta anche attraverso i luoghi che anima.

Il complesso monumentale della Cittadella Monastica, fondata nel 1582, è incastonato su uno dei punti più alti della città, il Corso Vittorio Emanuele. Da lì, si dipanano le tre sedi per altrettanti Dipartimenti, tutti a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. La sede centrale – proprio al numero 292 – è la casa di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione. Poco più in là, il Convento di S. Caterina da Siena – oggetto di lavori di riammodernamento – dove vive Scienze umanistiche. Infine, il Convento di S. Lucia al Monte, che ospita Scienze giuridiche.
Un patrimonio architettonico secolare – riconosciuto dall’Unesco – adattato alle esigenze degli studenti senza mai dimenticare le origini: cappelle, giardini, musei, biblioteche, collezioni multimediali, laboratori, terrazze e punti ristoro. Ed è entro gli angoli di questo quadro cinquecentesco e al tempo stesso contemporaneo che si anima un presente costantemente proiettato nel futuro: migliaia di iscritti hanno l’imbarazzo della scelta rispetto all’offerta formativa – di primissimo livello.
Ben 18 Corsi di Laurea tra Triennali, Biennali e Magistrali a ciclo unico; senza contare i Dottorati. E soprattutto i Master e le Scuole di specializzazione – TFA e Scuola di Giornalismo in primis; i tirocini – lo scorso anno ne sono stati attivati circa 1200. Con questa struttura il Suor Orsola è diventato negli anni un baluardo del sapere umanistico. Che tuttavia non sfugge alla sfida della nostra epoca: incontrare e dialogare con il digitale per piegarlo a proprio vantaggio.

Chi sceglie noi – spiega la prof.ssa Paola Villani – a prescindere dal Corso entra in un mondo strutturato attorno a numeri contenuti che ci permettono di attuare la nostra vocazione, trasversale a tutti i Dipartimenti: costruire un rapporto di prossimità tra docenti e studenti con servizi accuratissimi”. Un contatto one-to-one garantito da un tetto massimo di posti imposto a tutti i percorsi. Alcuni regolati da test d’ingresso: Conservazione e restauro, Green Economy, Giurisprudenza, Scienze della comunicazione, Psicologia e Scienze della formazione primaria (in questo caso il test è nazionale).
E a proposito delle verifiche in entrata, la docente lancia il monito: “si procede ad esaurimento posti, quindi consiglio di approfittare della sessione estiva (fino al 20 luglio, ndr) per sostenere il test per Corsi molto affollati come Psicologia e Comunicazione. Farlo a settembre (dal 7 al 21, ndr) significa vedersi ridurre sensibilmente la possibilità di entrare”. Un appello assai sensato, se si pensa che al primo turno dei test – tra il 20 e il 30 marzo scorsi – l’Ateneo “ha registrato un +40% di partecipanti rispetto allo scorso anno”. Così tanta la voglia dei futuri suororsolini di entrare a far parte della famiglia che pure dopo la fine del percorso l’86% dei laureati si iscriverebbe di nuovo, dati Almalaurea alla mano.

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