Il Rettore De Vivo: “I diritti di tutti saranno garantiti!”

Il Coronavirus non ferma le Università! In tempi inimmaginabili fino a qualche settimana fa, gli Atenei hanno trasformato le attività tradizionalmente svolte in presenza nelle aule in classi virtuali. Una migrazione complessa ottenuta grazie al lavoro di personale specializzato ed alla grande disponibilità e partecipazione di docenti e studenti.
Ed è proprio il Rettore dell’Università Federico II, prof. Arturo De Vivo, ad indicare i numeri di cosa si sta facendo in uno dei più grandi Atenei italiani: “L’Università sta portando avanti, senza troppi intoppi, la sua missione. Dal 16 al 27 marzo, in pratica solo otto giorni di attività, i colleghi hanno svolto 7.288 esami a distanza e laureato 683 studenti, sommando tutto questo ai circa 3.500 corsi erogati per il secondo semestre devo dire che il risultato è veramente ottimo”.
Considerando i numeri importanti di iscritti, circa 70 mila, anche tecnicamente dev’essere stata un’impresa non da poco. “Per le attività on-line stiamo utilizzando la piattaforma di Microsoft Teams. La parte tecnica è gestita dal nostro Centro CSI che fa da supporto, poi ci sono le lezioni della piattaforma di Federica che sta dando una mano, ma devo dire che, dopo il primo impatto, ognuno sta lavorando da casa anche con strumenti più snelli”. Per quella parte di docenti riluttante all’attività on-line “il primo impatto è stato anche psicologico, ma, una volta verificato che il mezzo risponde, si tratta di seguire una procedura che diventa naturale. Personalmente, ho tenuto anche ricevimento utilizzando Skype, con grande facilità, gli studenti mi inviano i materiali attraverso la posta elettronica, li correggo e li ritrasmetto. Ovviamente per gli studenti difficoltà non ce ne sono, soprattutto per le matricole che sono quasi nativi digitali, per loro è tutto normale. Ad oggi sembra andare tutto liscio, non ho avuto né lamentele né richieste di aiuto da parte di colleghi. In tutte le aree stanno lavorando bene”.
Prove scritte o dove è necessario l’utilizzo dei laboratori: “In diversi casi, se  possibile, si sta evitando la prova scritta puntando su un esame orale più approfondito per dare la giusta valutazione. Quando è necessaria, con gruppi più contenuti di partecipanti la piattaforma in uso lo permette. Se, invece, occorrono i laboratori, al momento si sta procedendo con tutta la parte teorica, poi dopo si recupererà quella pratica. Naturalmente i tempi saranno un poco dilatati, per ciò che prima si faceva in un giorno, oggi necessariamente ne occorrono almeno quattro”.
Tempi più lunghi e slittamenti non comprometteranno le scadenze programmate: “Nessuno sarà penalizzato, c’è un dato di garanzia, la sessione straordinaria dura fino al 15 giugno, quindi nessuno perde diritti. È chiaro che anche le sedute di laurea sospese in quei giorni di stallo, tra fine febbraio e marzo, le recupereremo tutte entro aprile ed eviteremo  una nuova iscrizione a coloro che devono sostenere un solo esame”. 
C’è anche un problema economico, entro il 30 aprile bisogna pagare la terza rata della tassa di iscrizione: “Ci abbiamo pensato, anche per questo si slitterà a giugno”.
Il personale dell’Ateneo: “Ovviamente, oltre ai nostri colleghi di Medicina che sono in prima linea, c’è un nucleo di persone che continua a lavorare in presenza per servizi essenziali, per esempio in qualche Dipartimento scientifico c’è la necessità di un controllo per particolari macchine o ci sono organismi vivi che vanno alimentati, poi ancora il personale al protocollo, i tecnici dei servizi informatici. A loro va un ringraziamento particolare, perché sono quelli che garantiscono con la loro presenza il funzionamento di tutto, anche di quelli che lavorano a distanza. Tutto il resto sta funzionando in smart working”. Sulla sicurezza del luogo di lavoro: “Stiamo fornendo le misure indispensabili, dai liquidi disinfettanti prodotti dai laboratori di Farmacia e Chimica, alle mascherine usa e getta fornite dalle sartorie del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Provveditorato Regionale della Campania, collaborazione attiva grazie alla nascita, nel 2018, del Polo Universitario Penitenziario. Una partnership che ci ha consentito di rimanere coperti su un servizio indispensabile in questo periodo”.
Oltre alle attività didattiche, proseguono anche i lavori della governance d’Ateneo: “Questa settimana approviamo le disposizioni per gli Organi Accademici, che non avevamo. Il Direttore Generale, dott. Francesco Bello, ed i Dirigenti le hanno elaborate e si lavorerà anche in quel senso”.
Ritorno in aula, test di ammissione, prossimo anno accademico:  “Ovviamente nessuno fa previsioni, ma, ragionando per analogia con la scuola, dove c’è molta cautela  nel dire che i ragazzi torneranno in classe quest’anno, immagino che pure per noi sarà la stessa situazione. Nel prossimo anno accademico, come pure per i test di ammissione, si svolgerà tutto regolarmente. Ritengo che per settembre sicuramente si sarà tornati alla normalità”.
Un messaggio alla comunità accademica: “Vorrei innanzitutto dire che state dando un segnale molto importante. Che anche un organo come Ateneapoli, un punto di riferimento di informazione universitaria, un luogo a cui hanno tutti accesso, continua a far sentire la sua voce, è segnale forte perché da il senso che di fronte ad un’emergenza così drammatica c’è chi ritiene che debba esserci una continuità. È un complimento sincero che vi faccio. Ringrazio i nostri studenti, i 70.000 iscritti alla Federico II, ma anche il personale tecnico-amministrativo e i docenti per il grande senso di appartenenza che stanno avendo in questi giorni veramente duri. Farò in modo che l’Università continui ad erogare i suoi servizi, certo, nonostante tutti gli sforzi, ci potrà essere qualche carenza rispetto alla vita normale dell’Ateneo, ma in qualità di Rettore garantisco ai ragazzi che le loro istanze saranno tutte ascoltate, attiveremo il recupero di tutto ciò che si perde. I diritti di tutti saranno garantiti!”.
 
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