Una nuova iniziativa volta a promuovere attività di ricerca multidisciplinare tra le diverse anime dei Dipartimenti e i ricercatori a essi afferenti attraverso la mediazione di uno strumento ‘easy’: la Task Force di Ateneo. “Semplice, dinamico, deburocratizzato”, le sue caratteristiche principali, come spiega la prof.ssa Rosa Lanzetta, Direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche, in occasione della presentazione, il 17 maggio presso l’Aula Magna del Centro Congressi di via Partenope, della nuova realtà nata alla Federico II con decreto rettorale. La costituzione di un’unità operativa implica “l’unione di gruppo tra le eccellenze e l’erogazione in sinergia delle loro competenze con l’obiettivo stimolante di una messa in rete della conoscenza”, continua la docente, moderatrice del dibattito. Di questi tempi la trasversalità, l’arricchimento e lo sviluppo di collaborazioni congiunte, non solo nell’Università stessa, “ma con enti, istituzioni e imprese che operano sul territorio, sono strategie vincenti per rispondere con spirito di riflessione critica a una sfida culturale”, divenuta più che mai pressante ma necessaria, il progresso. “Abbiamo perciò voluto che chiunque potesse aderire al progetto sulla base di una volontà spontanea e che ciascuno fosse coordinato da un responsabile scientifico senza, però, appesantire troppo la burocrazia interna”. Dal punto di vista gestionale non vi sono suddivisioni dipartimentali, presidenti o segreterie: il tutto è disciplinato da pochi articoli. “Il più importante è che: se non si producono risultati innovativi entro qualche anno (al massimo cinque), la Task Force chiude”, o si rischia di farla diventare un pezzo da museo. La mission encomiabile si rafforza sulla base di una convinzione: “stare insieme per sfondare i muri che ostacolano la vera innovazione. Gli anglosassoni usano la definizione ‘scientific breakthrough’, proprio ad indicare che la rivoluzione culturale passa attraverso l’osmosi interdisciplinare”, sono le parole del prof. Tommaso Russo, Direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche. Da questa premessa d’intenti è scaturita la call a tutte le energie profuse nei Dipartimenti federiciani. “Approfondire la ricerca per singoli settori scientifico-disciplinari crea barriere tra i saperi e complica la loro interazione positiva. Il contributo di tutti, ciascuno reclutato per le proprie specifiche potenzialità – come dimostra l’andamento delle ricerche in altri Paesi – costituisce un ottimo investimento”. La moderatrice, infatti, ci scherza su: “quando un esperimento è copiato, vuol dire che funziona!”. È il principio della ‘best practice’, ossia l’emulazione di un modello ben eseguito. Ciononostante, è solo…
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 25 maggio (n. 8/2018)
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