Cinquantuno studenti, 31 dei quali provenienti dalle Università di Valladolid, Saragozza e Coblenza, e tutti gli altri federiciani, hanno partecipato ad un Blended Intensive Program (BIP) coordinato dalla prof.ssa Mara Capone, docente di Disegno nel Dipartimento di Architettura, focalizzato sulla rappresentazione del territorio di San Giovanni a Teduccio e sulla elaborazione di un progetto per la Corradini. Un complesso industriale metallurgico, quest’ultimo, che affaccia sul mare della periferia orientale e che, pesantemente danneggiato durante la guerra, ha interrotto le attività nel 1949.
I ruderi imponenti del fabbricato, che da 25 anni è proprietà del Comune di Napoli, sono visibili da mare e da terra. Gli esiti del lavoro condotto durante il BIP, che ha coinvolto anche un cospicuo numero di docenti di Architettura federiciana e delle altre tre Università, sono stati comunicati attraverso un convegno che si è svolto il 26 novembre nell’Aula Magna di Palazzo Gravina, la sede storica di Architettura.
Durante l’iniziativa è stato presentato il libro di Mara Capone, Noelia Galván Desvaux, Luis Augustin-Hernandez, Lucas Fernández-Trapa (collana ADAM ‘Architettura, Disegno, Arte e Modellazione’ – fedOAPress) che raccoglie i contributi internazionali e interdisciplinari delle relazioni presentate durante la fase online del BIP. Nella stessa giornata è stata inaugurata sempre a Palazzo Gravina, ma in uno spazio al primo piano, la Sala delle Colonne, la mostra dei plastici realizzati dagli studenti che hanno partecipato. “Ho cercato di condurre – ha detto la prof.ssa Capone – un’attività interdisciplinare, con il coinvolgimento di diversi colleghi che non appartengono alla mia area. In sostanza, ho provato a portare avanti un gioco di squadra perché i temi del recupero delle aree industriali non possono che avere rilevanza interdisciplinare”.
Il BIP ha avuto tre momenti: due on line ed uno con la presenza fisica di studenti e diversi docenti spagnoli e tedeschi a Napoli. Nella fase a distanza sono state impartite lezioni da tutti i professori stranieri e da quelli federiciani – almeno una cinquantina in totale – registrate nelle diverse lingue e disponibili in inglese su un canale youtube.
Una grande struttura polifunzionale sulla ferrovia
Ad aprile, poi, studenti e docenti di Valladolid, di Saragozza e di Coblenza sono venuti a Napoli. “Li abbiamo portati a San Giovanni a Teduccio affinché conoscessero il territorio. Siamo andati a Taverna del Ferro, al centro Apple, alla Fondazione San Carlo. Abbiamo incontrato diverse associazioni. Il workshop in presenza è durato sette giorni. I ragazzi spagnoli e tedeschi hanno fruito delle borse di studio erogate dai rispettivi atenei di provenienza. Dal lavoro sono venuti fuori due bozzetti della Corradini, modelli digitali con QR code accessibili da tutti, rappresentazioni dell’area e si è cominciato ad impostare il progetto per la fabbrica dismessa che è stato poi messo a punto nella terza ed ultima fase, svoltasi on line come la prima”.
Il futuro che hanno immaginato le ragazze e i ragazzi che hanno preso parte al BIP per l’antico stabilimento industriale: “Hanno pensato di realizzare una grande struttura sulla ferrovia che ospiti diverse funzioni”. Al di là dell’esito finale, peraltro, e della fattibilità del progetto, tutti sono tornati a casa con una importante esperienza “di approfondimento storico, metodologico e di rappresentazione di un’area affascinante quanto complessa come quella di San Giovanni a Teduccio”.
Ha partecipato al convegno del 26 novembre anche la prof.ssa Marella Santangelo, docente di Progettazione che a gennaio entrerà in carica come Direttrice del Dipartimento. “Questo BIP è stato particolarmente interessante – ha commentato – perché ha messo insieme esperienze già avviate in Dipartimento di vario genere sulla periferia orientale”.
In merito alla Corradini, ha poi sottolineato, c’è un lavoro iniziato anni fa del consorzio Stress con l’Ateneo Federico II. “Per noi era coordinato da Marina Rigillo e Sergio Russo Ermolli. È diventato un piano del Comune. Il primo lotto è finanziato e prevede che siano ospitate nella ex Corradini una serie di funzioni al servizio del quartiere e dell’Ateneo. Per esempio, una ludoteca, uno spazio per seminari e convegni, una parte di foresteria. Per il secondo lotto ho coordinato un progetto che si candidò per accedere a fondi pubblici, ma non fu finanziato. C’è poi il tema del recupero dello spazio tra i due lotti, quello che si è creato quando un pezzo di fabbrica è crollato”.
Ha contribuito allo studio su San Giovanni e sulla ex Corradini anche Mario Ferrara, architetto e fotografo, che ha tenuto negli anni scorsi alcuni corsi a libera scelta proprio sul ruolo della fotografia in architettura. “Io ho partecipato – ha detto ad Ateneapoli – con due progetti fotografici. Nel volume c’è una selezione di foto che scattai un paio di anni fa tra la costa della periferia orientale di Napoli e Castellammare di Stabia nell’ambito di una ricerca multidisciplinare che fu coordinata dal prof. Michelangelo Russo. Ci sono poi otto foto di grande formato sulla Corradini”.
Anna Attademo e Maria Simioli, entrambe ricercatrici, hanno fornito una metodologia per la mappatura delle aree industriali. “I gruppi di studenti – hanno spiegato – l’hanno sviluppata in ambiente Gis. Hanno sperimentato come interagiscono le nostre competenze”.
L’incontro del 26 è stato anche l’occasione per un punto sull’efficacia e sull’attrattività per gli studenti dei progetti BIP, un Erasmus concentrato in brevi periodi. “Sono un passaggio – ha riflettuto il prof. Massimiliano Campi, che insegna Disegno ad Architettura e si occupa per il Dipartimento anche della mobilità internazionale degli studenti – verso una maggiore inclusività. Per le loro caratteristiche e per il fatto che i soggiorni in altri Paesi sono per periodi limitati, possono interessare anche a chi, per diversi motivi, non se la sente di affrontare l’Erasmus classico di diversi mesi”. La prof.ssa Valeria Costantino, docente a Farmacia e delegata di Ateneo all’Erasmus, ha confermato con le cifre le riflessioni di Campi: “Abbiamo coinvolto già circa 300 studenti del nostro Ateneo nei BIP”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 19-20 – 2024 – Pagina 10







