Esami di lingua: le difficoltà si superano anche con il supporto dei colleghi tutor

Anche quest’anno è stata riproposta agli studenti de L’Orientale la possibilità di seguire i tutorati di lingua, tenuti da colleghi delsecondo anno Magistrale, in prospettiva delle sessioni di esame. Ad ogni lingua sono stati assegnati tre tutor e un docente di riferimento che ha aiutato gli insegnanti in erba a suddividere gli argomenti e preparare i materiali. Le lezioni sono state articolate in alcuni casi in base alle annualità della lingua (come per cinese, giapponese e arabo), in altri il calendario è stato scandito dagli argomenti (ad esempio per russo e tedesco), senza riferimento ai gradi di insegnamento. Sono stati inoltre pensati due periodi di lezioni: una prima tornata da giugno a luglio, una seconda da settembre a ottobre. Imprescindibile per la partecipazione alle singole lezioni è la prenotazione sul sito dell’Ateneo. Le lezioni continueranno a svolgersi sulla piattaforma Teams per consentire a quanti più studenti possibile di partecipare.
“Le classi sono molto affollate per i corsi di lingua, soprattutto le lezioni tenute dai docenti italiani. La differenza rispetto a Bologna – dove ho conseguito la Laurea Triennale – è notevole. In classi così ampie è possibile non si sia seguiti al massimo e, di conseguenza, che non si superi subito l’esame”, racconta Domenico D’Adamo, tutor di Lingua giapponese I, laureando in Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa. Purtroppo “molti studenti, all’inizio, si sono prenotati a tutte le lezioni e poi ne hanno seguite solo alcune, impedendo ad altri, forse più interessati, di partecipare”. Il problema principale riscontrato “è stato quello dell’imbarazzo da parte degli studenti di mettersi in gioco con la lingua. Non c’è stata l’abitudine in classe di cimentarsi con le conoscenze acquisite, e questo lo abbiamo notato specie nelle prime lezioni. Dopo un primo atteggiamento restio, hanno iniziato a interagire in modo interessato e interessante e noi tutor abbiamo cercato di incanalarli verso un nuovo metodo di studio, insegnando loro dei trucchetti di comprensione testuale molto utili in seduta d’esame”, dice Domenico. I programmi, continua il tutor, sono spesso troppo densi, considerando che al primo anno gli studenti partono dal non saper nemmeno scrivere il proprio nome, per arrivare ad affrontare temi come la politica o l’economia già al terzo anno: “i professori tendono talvolta ad accelerare nella speranza di completare tutti gli argomenti, senza dedicare abbastanza tempo alla messa in pratica degli strumenti che nel frattempo si dovrebbero fornire. Si finisce così ad avere studenti molto competenti nella grammatica, ma che di fronte ad un parlante madrelingua si bloccano completamente”. 
Una scelta organizzativa diversa, invece, quella del tutorato di lingua russa, in cui si è preferito distribuire tra le lezioni gli argomenti più ostici per gli studenti che si approcciano all’apprendimento. “Nonostante ci siano diversi studenti bocciati agli esami di lingua, abbiamo riscontrato una partecipazione troppo bassa. Molti si sono prenotati senza poi presentarsi alla lezione. È possibile che tra le cause di questa scarsa partecipazione ci sia anche un ridotto utilizzo degli strumenti istituzionali, come il sito di Ateneo o l’e-mail istituzionale, che non aprono anche per mesi”, spiega Federico Donadio, tutor di lingua russa e studente Magistrale di Lingue e Culture Comparate. “Non credo esista una ragione unica per quelli che non riescono a superare subito gli esami di lingua. È probabile che la pandemia e la didattica a distanza, in questo senso, abbiano causato qualche difficoltà in più per le modalità d’esame, destabilizzando gli studenti. Nel caso di russo, ad esempio, non possiamo dire che i programmi siano troppo fitti. Al contrario, sono state apportate delle modifiche e alcuni argomenti del secondo anno sono adesso affrontati al terzo”, sottolinea Federico. Poi aggiunge: il tutorato “può sicuramente essere un modo per migliorare il proprio metodo di studio e chi ha partecipato ha sempre confermato questo aspetto”. Domenico conclude: “Credo che la soddisfazione di chi partecipa al tutorato e riesce al primo tentativo a superare l’esame resti la pubblicità migliore che si possa fare di questo servizio”.
 
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