Architettura celebra i suoi maestri

Gli studenti i quali frequentano la sede di Architettura in via Forno Vecchio, tornando all’università dopo la pausa natalizia, hanno trovato una sorpresa: sei targhe commemorative, all’ingresso di 6 delle aule dell’edificio: SL4.5; SL4.1; SL2.3; SL3.3; SL2.7; SL3.7. Sono state dedicate a docenti i quali, con la loro attività scientifica e con la loro presenza, hanno fortemente caratterizzato la storia di Architettura della Federico II, una facoltà nata negli anni Venti come scuola e diventata università negli anni Trenta: Franco Jossa, Roberto Mango, Giulio De Luca, Ezio Bruno De Felice, Carlo Cocchia e Michele Capobianco. Ad ognuno di loro il Preside Benedetto Gravagnuolo ha dedicato un ricordo, spesso personale, un saluto ed una testimonianza, durante la manifestazione che si è svolta il 15 dicembre ed alla quale sono intervenuti anche il Rettore Guido Trombetti, il Presidente del Polo delle Scienze e Tecnologie, Massimo d’Apuzzo, il Preside della Facoltà di Scienze, Alberto Di Donato. Ha detto Gravagnuolo: “Mango è stato il maestro del nostro collega Filippo Alison. Un protagonista assoluto a New York, negli anni dell’immediato dopoguerra. Nei miei ricordi era l’incarnazione della vitalità e della gioia di vivere. De Felice era burbero e severo, ma interpretava con grande rigore il suo ruolo di docente e maestro. Portò noi ragazzi dell’epoca a conoscere i siti archeologici della Campania. Capobianco è quello che più di recente ci ha lasciato. E’ l’uomo che ha realizzato la Borsa Merci, il Palazzo di Giustizia, il Campus di Monte Santangelo. De Luca fu enfant prodige. Cocchia, oltre che architetto, fu artista futurista, in gioventù, e mai ha perso, per tutta la vita, questo afflato. Franco Jossa fu Preside della Facoltà dal 1955 al 1972. Insegnava Scienza delle costruzioni e lo ebbi come docente. Ne ricordo la straordinaria chiarezza e conservo ancora con orgoglio il libretto universitario con la sua firma all’esame. Ebbi trenta e lode e per me che venivo dal classico fu motivo di grande orgoglio”.  Docenti e protagonisti del loro tempo, i sei professori ai quali sono state dedicate altrettante aule. Maestri che hanno lasciato traccia anche nelle opere dei loro allievi tuttora in attività. Due tra questi ultimi – Filippo Alison e Renato De Fusco – sono stati premiati, durante la cerimonia prenatalizia, con la consegna delle pergamene di professori emeriti. “Sappiamo quanto Alison e De Fusco hanno dato alla cultura”, ha ricordato il Rettore Trombetti, il quale, ancora una volta, ha pubblicamente espresso preoccupazione e disappunto per la Finanziaria del governo, che penalizza, come negli anni passati i finanziamenti all’Università. “Le vicende nazionali non ci riservano il trattamento che meritiamo”, ha detto Trombetti, che è anche presidente della Conferenza dei Rettori. Il che, sinceramente, grida vendetta. Per questo motivo la Crui ha stabilito di non invitare più negli atenei membri del governo. “Mi hanno chiesto: neppure il tuo amico e ministro Luigi Nicolais? Che significa? Noi non li invitiamo, ma se loro chiedono di venire per confrontarsi, mica chiudiamo le porte delle università, che sono e restano un luogo di pubblico confronto e di dibattito”.
Chiusa la parentesi più strettamente legata all’attualità politica, Rettore e Preside hanno consegnato la pergamena di docenti emeriti, assegnata su decreto ministeriale, ai professori Filippo Alison e Renato De Fusco. Alison è un architetto di rilevanza internazionale, conosciuto a New York, Glasgow, Tokyo. Dal 1971 è titolare della cattedra di Arredamento degli Interni e Disegno del Prodotto d’Arredo alla Facoltà di Architettura di Napoli. E’ stato il promotore dell’istituzione del Corso di Laurea in Arredamento, Interno architettonico e Design. Ha commentato così la consegna della pergamena di professore emerito: “Sono uno che è stato continuamente inseguito dalla fortuna. Quando mi sono iscritto ed agli inizi della mia attività, ho incontrato eccezionali maestri, che mi hanno trasmesso passione e conoscenze. Anche adesso la fortuna mi assiste, perché colleghi come Agostino Bossi hanno proseguito il mio lavoro e restano qui a sviluppare e difendere la cultura degli interni”. De Fusco, docente per oltre 40 anni in facoltà, storico dell’architettura, fondatore della rivista Op.cit., è anche autore di numerosi testi didattici. Sta per pubblicare: Made in Italy. Storia del design italiano.   
Fabrizio Geremicca
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