Due studenti di Geologia della Federico II si sono aggiudicati le ultime due edizioni del Premio David Giuntini, istituito in memoria del geologo toscano scomparso il 22 agosto 2010, a 40 anni, precipitando in un burrone delle Alpi Apuane mentre andava in cerca di funghi. Il concorso, promosso dalla Fondazione dei Geologi della Toscana, prevede 4 sezioni: tesi di laurea Triennali, Magistrali, dottorati di ricerca, pubblicazioni scientifiche. Nel comparto delle Triennali, le edizioni 2014 e 2013 sono andate, rispettivamente, ad Antonella Pane ed Antonio Aruta, che hanno conseguito il titolo di primo livello nell’Ateneo Federiciano e sono tuttora impegnati a frequentare una Specialistica a Napoli.
“La mia tesi – racconta Aruta che ha 26 anni ed è rappresentante degli studenti in Consiglio di Ateneo – riguardava l’impatto del fenomeno bradisismico nell’area di Pozzuoli. L’ho discussa a luglio 2013. Relatore era il prof. Franco Ortolani, che è andato recentemente in pensione. È stato un lavoro sperimentale, per realizzare il quale ho effettuato soprattutto rilevamenti sul campo”. La caratteristica di un buono studente in Geologia, sottolinea, è la passione per la natura: “Devi amarla e devi avere voglia di preservarla”. L’esame più difficile della Triennale, secondo la sua esperienza, è stato Mineralogia. “È un po’ la chiave di tutto – dice – e se comprendi quella materia, tutto il resto viene da sé”. Le esperienze più belle del Triennio sono legate alle campagne di rilevamento geologico: “Sono stato nel Beneventano, nell’Avellinese, in Cilento. Sono momenti molto belli sia perché metti in pratica quello che hai studiato, sia perché ti trovi a lavorare insieme agli altri. Nascono amicizie, simpatie, capisci quanto possa essere importante fare gruppo”. Il suo impegno quotidiano di studio, durante il percorso di Laurea Triennale, è stato più che…
“La mia tesi – racconta Aruta che ha 26 anni ed è rappresentante degli studenti in Consiglio di Ateneo – riguardava l’impatto del fenomeno bradisismico nell’area di Pozzuoli. L’ho discussa a luglio 2013. Relatore era il prof. Franco Ortolani, che è andato recentemente in pensione. È stato un lavoro sperimentale, per realizzare il quale ho effettuato soprattutto rilevamenti sul campo”. La caratteristica di un buono studente in Geologia, sottolinea, è la passione per la natura: “Devi amarla e devi avere voglia di preservarla”. L’esame più difficile della Triennale, secondo la sua esperienza, è stato Mineralogia. “È un po’ la chiave di tutto – dice – e se comprendi quella materia, tutto il resto viene da sé”. Le esperienze più belle del Triennio sono legate alle campagne di rilevamento geologico: “Sono stato nel Beneventano, nell’Avellinese, in Cilento. Sono momenti molto belli sia perché metti in pratica quello che hai studiato, sia perché ti trovi a lavorare insieme agli altri. Nascono amicizie, simpatie, capisci quanto possa essere importante fare gruppo”. Il suo impegno quotidiano di studio, durante il percorso di Laurea Triennale, è stato più che…
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 5/2015)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli