Distributori automatici: batteri ed altri agenti patogeni nelle bevande

Le condizioni igieniche delle macchinette sono migliorabili, è quanto emerge da uno studio realizzato al Dipartimento di Veterinaria da una giovane ricercatrice. Ha partecipato al progetto, diventato oggetto della sua tesi, un laureando

Le si trova ormai ovunque: negli uffici, negli ospedali, sui treni, nelle scuole, nelle sedi universitarie, nelle caserme. Le macchine automatiche che erogano caffè, cappuccini, tè ed altre bevande sono una costante nelle giornate di chi studia, lavora, viaggia, specialmente qualora non sia a portata di mano l’alternativa di un bar. Una indagine che si è svolta tra ottobre 2021 e febbraio 2023 su trenta distributori automatici, collocati in diverse aree della Campania, evidenzia però che spesso, insieme al caffè macchiato o lungo, alla cioccolata e al cappuccino, finiscono nel bicchiere di plastica anche batteri ed altri agenti patogeni.
Il monitoraggio è stato condotto dal Dipartimento di Veterinaria della Federico II con il Centro di Riferimento Regionale per la Sicurezza della Ristorazione Pubblica e Collettiva e delle Produzioni Agroalimentari Territoriali (C.Ri.P.A.T), con l’Asl Napoli 1 e con l’Unità di Sanità Pubblica Veterinaria della Regione Campania. Racconta Iolanda Venuti, una dottoranda che ha partecipato al progetto: “Abbiamo realizzato il campionamento delle vaschette di polveri utilizzate per preparare le bevande: latte, ginseng, cioccolato e caffè. Poi abbiamo realizzato tamponi superficiali sulla miscela, sugli ugelli di fuoriuscita delle bevanda e sui tubi di aspirazione dell’acqua dalla tanica, ove presenti. Abbiamo quindi scelto il cappuccino come prodotto finito da indagare ulteriormente”.
La squadra di ‘detective’ ha cercato in particolare di individuare, oltre alla carica batterica totale, enterococchi, enterobatteriacee, escherichia coli, lieviti e muffe. “Abbiamo inoltre realizzato – spiega Venuti – tecniche molecolari per la ricerca di diversi agenti patogeni: bacyllus cereus, salmonella, listeria monocytogenes, stafilococco aureus. Le analisi sono state svolte presso i Laboratori di Biotecnologie degli alimenti e di Microbiologia di Veterinaria”.

Da intensificare sanificazione e monitoraggi

Dal campionamento, informa, “è emerso che sicuramente le condizioni igieniche dei distributori automatici sono migliorabili. Abbiamo riscontrato talora cariche batteriche elevate. Vanno intensificate le procedure di sanificazione e occorrono monitoraggi più frequenti. Una criticità, per i distributori semiautomatici, è non di rado rappresentata dall’acqua della tanica di alimentazione”.
Entra nel dettaglio: “Abbiamo ritrovato stafilococco e bacyllus cereus nella polvere di latte. Va detto anche che in alcuni casi la contaminazione potrebbe essere stata determinata proprio dall’operatore addetto alla manutenzione dei distributori e questo potrebbe essere evitato migliorando le procedure di igienizzazione delle mani”. Un aspetto non trascurabile, inoltre, è quello della temperatura di erogazione delle bevande: “Dovrebbe essere sempre superiore ai settanta gradi centigradi”. Per la giovane ricercatrice, l’indagineè stata una esperienza molto stimolante. Siamo stati tra i primi a svolgere uno studio così approfondito, tra l’altro dopo la pandemia di Covid, quando c’è stato il maggiore utilizzo di questi distributori. Speriamo di poter continuare per caratterizzare anche i patogeni e ricavare maggiori informazioni. Vorremmo continuare ad investigare, per esempio il bacyllus cereus”.
Ha partecipato al progetto, che è diventato anche materia della sua tesi di laurea – discussa a fine marzo – Giovanni Sinno. Napoletano, 25 anni, racconta: “Una bella esperienza. Nel corso degli anni di studio avevo maturato interesse per la materia delle ispezioni alimentari e per questo, quando la prof.ssa Tiziana Pepe, la mia relatrice, mi ha proposto questo argomento per la tesi ho accettato subito. Mi sembrava interessante”. Prosegue: “Nel futuro vorrei trovare qualcosa proprio nel campo delle ispezioni alimentari ed intanto proverò ad entrare nella Specializzazione”. Conclude: È un settore che mi piace molto perché riguarda la salute umana e quella animale. Chi si occupa di ispezione degli alimenti verifica ogni giorno fino a che punto siano correlate”.
Fabrizio Geremicca

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