Il mio Erasmus a Toulouse

La città in cui ho svolto la mia esperienza Erasmus è Toulouse, che si trova nel sud della Francia, nella regione definita Midi-Pirenée; la Facoltà presso la quale ho studiato si chiama Université Toulouse I Capitole.
Toulouse ha poco più di 400.000 abitanti, il clima è mite ed è un luogo stupendo, sia dal punto di vista storico e architettonico, per la presenza di chiese e cattedrali gotiche, palazzi e piazze meravigliosi, sia dal punto di vista paesaggistico, perché è attraversata dal fiume Garonne ed è ricca di parchi e giardini particolarmente verdeggianti in primavera e estate, sia per la sua posizione strategica, poiché dista pochi chilometri sia dal mare che dalla montagna.
Inoltre, Tolosa è la seconda città universitaria di Francia, dopo Parigi; di conseguenza, è popolata principalmente da giovani ed offre ogni tipo di attività, dallo sport, ai giochi da tavola, dalla musica, ai locali notturni, al cinema e al teatro. Soprattutto, grazie al prestigio delle Università e di Airbus, è popolata da giovani stranieri provenienti da tutto il mondo. Non c’è da sorprendersi se passeggiando per le strade del centro si sentono ragazzi parlare in inglese, spagnolo, tedesco, italiano… cinese! E chi più ne ha più ne metta. Tutto ciò rende davvero agevole integrarsi e conoscere gente, nonostante l’iniziale difficoltà con la lingua. Ciò che mi ha poi positivamente sorpreso è che, essendo un’ottima città universitaria, ci sono anche tantissimi ragazzi francesi fuori sede, che vivono in appartamentini o in residenze studentesche, proprio come noi studenti stranieri. Questo mi ha permesso di stringere amicizia anche e soprattutto con studenti prettamente francesi, il che mi ha permesso di imparare la lingua bene ed in poco tempo, di partire spesso con le loro automobili per visitare sobborghi e piccoli villaggi lì intorno, che altrimenti avrei difficilmente conosciuto. Insomma, di vivere 9 mesi come una vera francese.
Che poi, la particolarità di Toulouse, e più in generale del progetto Erasmus, è proprio questa: non sentirsi mai stranieri, ma cittadini d’Europa. Sentirsi a casa, in un altro Paese. È una sensazione che personalmente non avevo mai provato davvero, prima di quest’esperienza. L’Erasmus sotto questo punto di vista, ti apre la mente.
Avere a che fare ogni giorno con gente proveniente da tutto il mondo, oltre ovviamente ad aiutarti tantissimo nell’apprendimento delle lingue, ti permette di captare abitudini e modi di vivere, costumi ed usanze, differenti. Per esemplificare banalmente, Andreea, la mia amica rumena, non era mai salita su uno scooter, perché a Costanza, in Romania, quasi nessuno li utilizza. Ricardo, un amico messicano, in primavera, con 15 gradi, usciva con la giacca da sci, perché è abituato ad un clima di 40 gradi tutto l’anno. Se intorno alle 18.00 chiamavo Martina ed Eva (tedesche), per invitarle a cena, rifiutavano, perché stavano già cucinando. Da loro di certo non si cena alle 21,00 (e tra parentesi nemmeno a Toulouse; i miei coinquilini alle 19.00 erano a tavola!). Halimah, marocchina, musulmana, a giugno non l’ho mai vista; dormiva tutto il giorno: era il Ramadan.
Però la sera, spesso, ci ritrovavamo a cena tutti insieme, rigorosamente alle 20. E quando i francesi dicono 20.00, non significa 20.05 né tantomeno 20.10 (perché in quel caso ti telefonano mortificati per scusarsi del ritardo). Significa 20.00 in punto (non a caso, io ero la “petite italienne retardataire!”). Ognuno cucinava un piatto tipico del suo Paese. C’erano spaghetti, involtini primavera, canard, ratatouille, crepes, guacamole, tacos con carne, zuppe… Eppure, intorno a quel tavolo, eravamo tutti uguali in fin dei conti. Tutti con una storia da raccontare, con la voglia di condividere, imparare, conoscere. C’era chi raccontava di viaggi magnifici, chi di progetti di vita, chi della famiglia che viveva in una barca, chi progettava di partire tutti insieme per un weekend di surf nei Paesi Baschi, chi ascoltava in silenzio. Come in una grande famiglia.
È questo quello che più ho apprezzato dell’Erasmus. Queste sensazioni qui. Il senso dell’Erasmus come “esperienza” di vita, di crescita, di studio.
Dal punto di vista prettamente universitario peraltro, la Facoltà di Giurisprudenza di Tolosa (l’Université Toulouse I Capitole) si trova nel pieno centro della città. A 3 minuti a piedi dalla piazza principale (Place du Capitole), a 5 dal lungofiume e dalla metro. Ci sono tre grandi edifici che ospitano anche le Facoltà di Economia ed Amministrazione e gestione. Ci sono due grandi biblioteche e tante aule studio. Due ristoranti universitari (mense) e diverse caffetterie (oltre i tantissimi bar nei paraggi, dove poter pranzare velocemente). È davvero una sorta di città nella città, proprio perché il sistema universitario francese è incentrato maggiormente sulla “vita in Facoltà”: prevede tante ore di corsi, di cui alcuni obbligatori, e anche taluni progetti di gruppo e compiti scritti, che richiedono ricerche in biblioteca. Proprio per questo aspetto, ho trovato lo studio lì molto interessante e stimolante. L’approccio alla materia è maggiormente pratico e ciò permette un continuo confronto non solo tra studenti, ma anche tra studenti e professori (grazie ai TD, delle classi di corso di 20 studenti circa, in cui si approfondiscono alcuni aspetti della materia, con l’analisi di casi pratici). I professori, inoltre, si sono mostrati sempre disponibili a qualsiasi esigenza di noi studenti Erasmus e ci hanno sempre aiutato nella preparazione degli esami, anche fornendoci materiale di supporto, che potesse servirci a colmare il nostro deficit linguistico. Tra l’altro, gli stessi studenti francesi sono sempre stati pronti a condividere i loro appunti delle lezioni con noi e a darci informazioni e consigli.
Dunque, se dovessi fare un bilancio di questo Erasmus, direi che è assolutamente positivo. È stata un’esperienza ineguagliabile, che consiglierei a chiunque.
Consiglierei poi a tutti di scegliere proprio Tolosa, ma ovviamente… sono di parte!
 
Maria Chiara Girardi  
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