Servizio Sociale “sempre meno professionalizzante”

Il 2007 si è chiuso lasciando irrisolte a Lettere una serie di questioni che si spera possano trovare risoluzione nei primi mesi del nuovo anno.
Nell’ultimo Consiglio di Facoltà sono state di fatto ratificate le decisioni assunte nella precedente riunione riguardo alla rimodulazione; ma rimane ancora molto lavoro da fare perché sia attuabile la transizione al Nuovissimo Ordinamento. Anche durante lo stesso Consiglio una parte delle discussioni ha ripreso i dubbi sui nuovi parametri qualitativi imposti dal Ministero, in particolare quelli che assegnano un “punteggio” diverso ai docenti ordinari, associati e ai ricercatori presenti in ogni Corso di Laurea, imponendo di fatto un numero minimo di ordinari per poter accedere alle sovvenzioni statali.
Ma se questi criteri sono tuttora in discussione a livello nazionale, rimangono molte le questioni aperte anche sul fronte interno della Facoltà di Lettere. A cominciare da quei Corsi di Laurea che potrebbero avere molta difficoltà a rientrare nei parametri, se questi dovessero rimanere invariati. Come a Scienze del Servizio Sociale, caso esemplare in cui l’organico si compone di un solo docente ordinario, prof. Agostino Carrino, che ne è anche il Presidente. Oltre che a livello strutturale, i problemi del Corso sono emersi anche nella rimodulazione. “Abbiamo partecipato al Consiglio di Corso di Laurea dove si è trattato della rimodulazione – racconta Serena Maisto, rappresentante degli studenti- e alla prima proposta avanzata dal prof. Carrino, che avrebbe aumentato ancora il peso delle materie giuridiche, si è opposto un gruppo di docenti che ha anche accolto in parte alcune richieste degli studenti. Ma rimaniamo comunque preoccupati perché, nonostante queste piccole modifiche, il Corso che esce fuori dalla rimodulazione è sempre meno professionalizzante”. “C’è il rischio che i laureati di Scienze del Servizio Sociale siano davvero laureati di nulla. In questo senso, è addirittura preferibile la laurea attuale, seppure molto pesante dato l’elevato numero di esami; dall’anno prossimo gli esami saranno meno, ma i laureati che ne usciranno saranno mezzi giuristi e mezzi non si sa cosa. Non c’è nessun corso o docente che rappresenti realmente la professione verso cui dovremmo essere indirizzati, ovvero quella dell’assistente sociale”, sostiene Serena. La carenza di docenti non si riduce in una mera questione burocratica o formale: definisce anzi già da ora la precarietà strutturale di un Corso nel quale, senza volere entrare nel merito della didattica, rimangono situazioni paradossali, come quella che riguarda la gestione dei tirocini. I tirocini funzionano sempre nello stesso modo: c’è un solo docente che fa da tutor per la loro assegnazione e riceve gli studenti una sola volta al mese. Il che, se si contano i circa 1400 studenti iscritti, ponendo pure che non tutti debbano procedere simultaneamente all’attivazione dei diversi tirocini previsti nel piano di studi, porta comunque ad una situazione ai limiti del possibile. Anche perché, dopo ore di attesa, non è dato sbagliare: se hai dei problemi con lo stage che ti è capitato e vuoi rifare daccapo tutta la trafila, rischi di slittare di 3-4 mesi. “D’altra parte è proprio la Facoltà di Lettere a non essere abituata ad avere a che fare con i tirocini, che sono invece così importanti per il nostro Corso di Laurea”, aggiunge Serena. Per il resto invece funzionano i servizi da poco aperti nella sede di via Don Bosco, nel tentativo di rendere più comodo lo “splendido isolamento” degli studenti di Scienze del Servizio Sociale. La segreteria ormai funziona e anche il bar, più che altro per i caffè; per mangiare invece pare che la scelta preferenziale rimanga la mensa della Regione, “buona ed economica”, come racconta ancora Serena.
Beni Culturali,
si decide a febbraio
A Beni Culturali la verifica è rimandata a febbraio: solo allora arriveranno le tabelle ministeriali definitive e si potrà chiarire se il Corso ha o meno i requisiti minimi per rientrare, o se in alternativa ci si debba indirizzare verso la soluzione dell’accorpamento delle triennali di Beni Culturali e di Archeologia, con percorsi interni differenziati. Il problema principale, spiega la prof.ssa Maria Antonietta Picone, rimane quello della carenza di docenti nell’organico del Corso di Laurea, problema che è sorto nel momento in cui le nuove regole ministeriali impongono ai docenti di afferire a non più di un Corso di Laurea, a differenza di quanto accaduto finora. E nella corsa ad accaparrarsi una “postazione sicura” sono i Corsi più giovani che rischiano di vacillare, soprattutto se come Beni Culturali sono stati improntati fin dall’inizio alla multidisciplinarità e al “prestito” di docenze dai corsi più sedimentati. “Un peccato, se si considera che alla triennale di Beni Culturali abbiamo quest’anno 270 matricole ed anche ad Archeologia sono più di 250 (dati non ancora definitivi, n.d.r.). E se si contano gli iscritti di tutti gli anni, con circa mille studenti il nostro Corso è uno dei più affollati della Facoltà”, osserva la docente che aggiunge “occorre una sorta di regia in grado di considerare l’intero panorama delle docenze e la loro distribuzione all’interno della Facoltà. Lettere sulla carta ha tutti i numeri in regola, se si contano i docenti nel complesso, gli squilibri nascono, poi, nella distribuzione delle docenze all’interno dei vari Corsi”.
Viola Sarnelli
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