Troppi odontoiatri, il futuro è assicurato solo se figli d’arte

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che dovrebbe esserci un operatore su 20mila persone. In Italia ve ne è uno ogni 1000. Senza considerare gli abusivi”. Il quadro sulla professione di Odontoiatra dipinto dal Presidente del Corso di Laurea prof. Eduardo Bucci, è a tinte fosche.  A complicare la situazione, la  concorrenza dei medici che si specializzano in Chirurgia Odontostomatologica. Eppure ogni anno il Corso mette a disposizione solo una ventina di posti. “Fino a qualche tempo fa il nostro era uno dei Corsi di Laurea più desiderati: i primi in graduatoria del test di accesso di Medicina sceglievano di trasferirsi a Odontoiatria. Ora succede l’inverso”. Il futuro è, naturalmente, più roseo per chi eredita uno studio dentistico: “allo studente si chiede una gran voglia di studiare, una certa manualità e, possibilmente, di essere figlio d’arte. Chi ha un genitore dentista sa già la professione in cosa consiste. Per aprire uno studio ci vuole un capitale non indifferente. Chi non se lo può permettere finisce per essere sfruttato come consulente negli studi dell’hinterland”. Un’altra preoccupazione: il forte afflusso di dentisti provenienti dall’Est Europa che stanno impiantando i propri studi soprattutto nell’Italia del Nord ed i soggiorni in Romania ed Ungheria organizzati dai tour operator comprensivi di cura dei denti. “In questi Paesi i prezzi sono bassissimi ma spesso l’igiene lascia a desiderare”, sottolinea Bucci. Non fa buon gioco anche la crisi economica che “si ripercuote a tutti i livelli. La gente non ha più i soldi per curare le patologie meno gravi”. Eppure la carie e le malattie paradentali sono sempre in agguato. “La carie si va riducendo per la maggiore prevenzione. Nel Nord Europa è quasi scomparsa e i dentisti si sono orientati verso l’estetica dentaria. Da un lato si riducono le patologie, dall’altra aumenta il numero di professionisti del settore”.
Fatte tutte queste allarmanti premesse, per coloro che riescono a superare le forche caudine dei test, il primo anno si presenta con un nutrito nucleo di  discipline da affrontare: Anatomia, Istologia e tre Corsi integrati, ovvero Biochimica e Biologia molecolare, Fisica Statistica medica e informatica, Biologia applicata e Psicologia.
“Il tirocinio comincia dal III anno. Prima si opera su modellini, ovvero su bocche artificiali, poi nel IV e V anno si comincia gradualmente ad intervenire sui pazienti. C’è in progetto di prolungare dal 2010 il Corso a 6 anni. In quel caso si spera che l’ultimo anno diventi tutto di attività pratica”, conclude Bucci.
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