Nanoxer è il gruppo dell’Università di Trieste che si è aggiudicato i 60mila euro messi in palio dalla Vodafone Italia per il primo classificato della quinta edizione del Premio Nazionale Innovazione (PNI). I 30mila euro per la medaglia d’argento sono stati assegnati a Dynanotex, un team veneto, ed il bronzo da 20mila euro è andato ai piemontesi InGenia. Questo il podio della finale nazionale del Premio che si è svolta il 4 dicembre a Città della Scienza.
Tre le novità della tornata di quest’anno: prima di tutto la scelta della città partenopea come sede della manifestazione, poi la selezione in diretta da parte della giuria dei dieci migliori progetti tra i 39 finalisti, vincitori delle quattordici Start Cup regionali e, soprattutto, la presentazione al pubblico – più di 500 persone- dei dieci team protagonisti della finalissima.
L’evento, trasmesso in diretta dalle telecamere di RAI International, ha visto il confronto tra i migliori business plan nati dai progetti di ricerca applicata di 33 Università italiane, alla presenza, tra gli altri, del Ministro per l’Università e la Ricerca Fabio Mussi e il Presidente della CRUI Guido Trombetti. “Il PNI è una competizione importante che rappresenta un punto di contatto tra formazione scientifica, trasferimento tecnologico e creazione di nuovi prodotti di impresa – afferma il Ministro sottolineando come la conoscenza, oltre a produrre benefici, sia un valore in sè – Sapere, prima ancora che utile è bello, serve a capire come funziona il pianeta. La specie a cui apparteniamo, se privata di questa bellezza, diventa meno affascinante”. “Abbiamo iniziato nel 2000 in 5 Atenei, oggi ne siamo 33. Le università italiane hanno dimostrato di saper lavorare insieme – prende la parola il prof. Giuseppe Serrazzi che sarà il Direttore Scientifico del PNI 2008 – Mi auguro l’anno prossimo di riuscire a mantenere il livello delle ultime edizioni”. “Tre cose stanno cambiando – commenta il prof. Mario Raffa, Direttore Scientifico del PNI 2007, riferendosi all’evoluzione del Premio nel corso delle sue cinque edizioni – Stiamo crescendo rapidamente, i privati investono di più sui nostri progetti e il Governo ha delle linee politiche per potenziare i processi di innovazione tecnologica ed economica in grado di favorire la nascita e lo sviluppo di settori a più alta capacità competitiva”. Per favorire l’accesso al mercato del sistema universitario italiano, secondo il Presidente PNI Cube Gianni Lorenzoni, occorre non solo superare la frammentazione tra gli Atenei, ma anche “coinvolgere molti e diversi attori; l’università è solo uno di questi soggetti che deve continuare a contribuire per la sua parte”. “Oggi qui si respira un’atmosfera bellissima – interviene il Presidente del Consiglio Centrale dei Giovani Imprenditori Matteo Colannino – quella creata dal Premio è una situazione ideale, frutto della sinergia tra università, imprese e venture capitalist. Mi compiaccio nel vedere che la manifestazione ha ormai travalicato i confini tracciati dai suoi fondatori”. Il consistente investimento, ad esempio, della Vodafone Italia testimonia di per sé l’alta qualità dei business plan in gara. L’Amministratore Delegato dell’azienda, Pietro Guindani, racconta di aver deciso di sponsorizzare l’iniziativa perché convinto che innovazione e formazione siano fattori di crescita non solo per l’economia in generale ma anche per le risorse umane che l’università forgia. “Si può fare formazione e innovazione nell’università come in azienda ma, se le si fa in un territorio comune, si uniscono le risorse ed avviene una fertilizzazione molto più efficace – sostiene – E poi per un’impresa come la nostra ci sono anche benefici immediati. Siamo esposti ad un flusso di idee, di innovazioni di cui possiamo fare tesoro”. Per citare un caso concreto, la Vodafone è diventata cliente di Neptuny, il gruppo milanese che si è classificato primo nell’edizione 2006 del PNI. Vodafone Italia si è impegnata a sponsorizzare il Premio per i prossimi tre anni.
Nonostante l’atmosfera in sala faccia assomigliare la variegata comunità dei partecipanti ad un’isola felice nel panorama italiano, il Ministro a malincuore ricorda come in Italia si spenda in ricerca molto meno della media europea e coglie l’occasione per manifestare la volontà di scommettere sul lungo periodo, di rafforzare il sistema della formazione e della ricerca, di accorciare la catena che porta dalla scoperta al prodotto innovativo. “Se questo Paese punta sul cervello, sulla fantasia, può fare cose mirabolanti, come è avvenuto in passato – sostiene – Questa cerimonia dimostra che non stiamo costruendo sulla sabbia”. Quando Mussi denuncia poi che “il modo in cui vengono trattati economicamente i giovani che si dedicano alla ricerca è uno dei maggiori oltraggi sociali al principio del merito che si possa immaginare”, in sala scoppia un sentito applauso. Il Rettore Trombetti concorda con il Ministro sul fatto che l’Università italiana, pur funzionando peggio di come potrebbe, tuttavia “funziona meglio di come si racconta. Vale la pena, allora, scommettere su questo meglio”. L’esempio concreto di come si possa credere e investire sulle eccellenze è il prof. Raffa, anima della Start Cup Federico II sin dai suoi esordi, che ha il compito di svolgere l’azione conclusiva della premiazione: consegnare la coppa dei campioni all’Università di Trieste che la conserverà per un anno, ovvero sino all’edizione del PNI 2008 che si terrà a Milano.
Manuela Pitterà
Tre le novità della tornata di quest’anno: prima di tutto la scelta della città partenopea come sede della manifestazione, poi la selezione in diretta da parte della giuria dei dieci migliori progetti tra i 39 finalisti, vincitori delle quattordici Start Cup regionali e, soprattutto, la presentazione al pubblico – più di 500 persone- dei dieci team protagonisti della finalissima.
L’evento, trasmesso in diretta dalle telecamere di RAI International, ha visto il confronto tra i migliori business plan nati dai progetti di ricerca applicata di 33 Università italiane, alla presenza, tra gli altri, del Ministro per l’Università e la Ricerca Fabio Mussi e il Presidente della CRUI Guido Trombetti. “Il PNI è una competizione importante che rappresenta un punto di contatto tra formazione scientifica, trasferimento tecnologico e creazione di nuovi prodotti di impresa – afferma il Ministro sottolineando come la conoscenza, oltre a produrre benefici, sia un valore in sè – Sapere, prima ancora che utile è bello, serve a capire come funziona il pianeta. La specie a cui apparteniamo, se privata di questa bellezza, diventa meno affascinante”. “Abbiamo iniziato nel 2000 in 5 Atenei, oggi ne siamo 33. Le università italiane hanno dimostrato di saper lavorare insieme – prende la parola il prof. Giuseppe Serrazzi che sarà il Direttore Scientifico del PNI 2008 – Mi auguro l’anno prossimo di riuscire a mantenere il livello delle ultime edizioni”. “Tre cose stanno cambiando – commenta il prof. Mario Raffa, Direttore Scientifico del PNI 2007, riferendosi all’evoluzione del Premio nel corso delle sue cinque edizioni – Stiamo crescendo rapidamente, i privati investono di più sui nostri progetti e il Governo ha delle linee politiche per potenziare i processi di innovazione tecnologica ed economica in grado di favorire la nascita e lo sviluppo di settori a più alta capacità competitiva”. Per favorire l’accesso al mercato del sistema universitario italiano, secondo il Presidente PNI Cube Gianni Lorenzoni, occorre non solo superare la frammentazione tra gli Atenei, ma anche “coinvolgere molti e diversi attori; l’università è solo uno di questi soggetti che deve continuare a contribuire per la sua parte”. “Oggi qui si respira un’atmosfera bellissima – interviene il Presidente del Consiglio Centrale dei Giovani Imprenditori Matteo Colannino – quella creata dal Premio è una situazione ideale, frutto della sinergia tra università, imprese e venture capitalist. Mi compiaccio nel vedere che la manifestazione ha ormai travalicato i confini tracciati dai suoi fondatori”. Il consistente investimento, ad esempio, della Vodafone Italia testimonia di per sé l’alta qualità dei business plan in gara. L’Amministratore Delegato dell’azienda, Pietro Guindani, racconta di aver deciso di sponsorizzare l’iniziativa perché convinto che innovazione e formazione siano fattori di crescita non solo per l’economia in generale ma anche per le risorse umane che l’università forgia. “Si può fare formazione e innovazione nell’università come in azienda ma, se le si fa in un territorio comune, si uniscono le risorse ed avviene una fertilizzazione molto più efficace – sostiene – E poi per un’impresa come la nostra ci sono anche benefici immediati. Siamo esposti ad un flusso di idee, di innovazioni di cui possiamo fare tesoro”. Per citare un caso concreto, la Vodafone è diventata cliente di Neptuny, il gruppo milanese che si è classificato primo nell’edizione 2006 del PNI. Vodafone Italia si è impegnata a sponsorizzare il Premio per i prossimi tre anni.
Nonostante l’atmosfera in sala faccia assomigliare la variegata comunità dei partecipanti ad un’isola felice nel panorama italiano, il Ministro a malincuore ricorda come in Italia si spenda in ricerca molto meno della media europea e coglie l’occasione per manifestare la volontà di scommettere sul lungo periodo, di rafforzare il sistema della formazione e della ricerca, di accorciare la catena che porta dalla scoperta al prodotto innovativo. “Se questo Paese punta sul cervello, sulla fantasia, può fare cose mirabolanti, come è avvenuto in passato – sostiene – Questa cerimonia dimostra che non stiamo costruendo sulla sabbia”. Quando Mussi denuncia poi che “il modo in cui vengono trattati economicamente i giovani che si dedicano alla ricerca è uno dei maggiori oltraggi sociali al principio del merito che si possa immaginare”, in sala scoppia un sentito applauso. Il Rettore Trombetti concorda con il Ministro sul fatto che l’Università italiana, pur funzionando peggio di come potrebbe, tuttavia “funziona meglio di come si racconta. Vale la pena, allora, scommettere su questo meglio”. L’esempio concreto di come si possa credere e investire sulle eccellenze è il prof. Raffa, anima della Start Cup Federico II sin dai suoi esordi, che ha il compito di svolgere l’azione conclusiva della premiazione: consegnare la coppa dei campioni all’Università di Trieste che la conserverà per un anno, ovvero sino all’edizione del PNI 2008 che si terrà a Milano.
Manuela Pitterà