“Espatriare è una necessità”

Riforma Gelmini: assemblea di sensibilizzazione il 28 ottobre nell’atrio dell’edificio di Piazzale Tecchio. L’ha organizzata il CDUP – Comitato in Difesa dell’Università Pubblica -, il Collettivo che da due anni occupa l’aula P-32 mettendo a disposizione degli studenti uno spazio studio in cui si organizzano anche dibattiti, presentazioni di libri, proiezioni di film e documentari d’inchiesta. Circa una cinquantina i partecipanti. Gli interventi affrontano i temi più scottanti della proposta di legge già approvata al Senato. Dalla riforma della governance che prevede la possibilità per i Rettori di scegliere fino al 40% dei membri del Consiglio di Amministrazione, alla precarizzazione dei ricercatori, al prestito d’onore per iscriversi all’università. “Dopo dieci anni di attività, alla soglia dei quarant’anni, un ricercatore che non diventa associato si ritrova fuori dall’università senza nemmeno la possibilità di entrare in azienda, perché solo pochissime fanno ricerca e sviluppo. È un provvedimento miope, i cui risultati si vedranno già nel breve periodo”, dicono i ragazzi del Collettivo. “Ci portano via il futuro e non facciamo niente. Fuori da qui saremo solo sfruttati e non saremo nemmeno preparati, perché la didattica è peggiorata”, interviene Guido, uno studente esterno al movimento, come due studentesse della Specialistica in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio, informate dell’assemblea da un docente, ‘incazzate’ per essere state costrette a fare le corse per laurearsi in tempo, tralasciando tanti argomenti importanti e “senza capire dove stessimo andando”. L’incontro termina con la lettura del testo di una canzone scritta trent’anni fa da Pierangelo Bertoli spedita da Andrea, dottore di ricerca in Ingegneria Gestionale che lavora in Inghilterra: “caro amico, la mia lettera ti giunge da lontano, dal paese dove ora sono a lavorare, dove sono stato cacciato da un Governo spaventoso che non mi forniva i mezzi per campare”. “Espatriare è tornata ad essere una necessità, soprattutto per chi come noi ha dei titoli di formazione post-laurea”, scrive Andrea nella lettera.
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