“Il sigillo federiciano è un marchio di qualità”

Il mondo dell’ingegneria federiciana si presenta alla platea studentesca in una tre giorni (dal 16 al 18 settembre) ricca di informazioni e spunti di riflessione. L’aula Magna leopoldo Massimilla ha accolto centinaia di studenti accompagnati alla scoperta dei vari corsi di laurea. poco più che diciottenni, prossimi all’iscrizione o già immatricolati, i ragazzi hanno cercato di carpire dalle spiegazioni dei loro maestri il segreto per affrontare il percorso in modo spedito. A dare il primo caloroso benvenuto il prof. Piero Salatino, presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base: “Il sigillo federiciano è un marchio di qualità – dice – Come didattica e ricerca non siamo secondi a nessuno. Con i nostri Corsi di Laurea acquisirete un titolo spendibile in più campi e vivrete una delle esperienze più belle della vostra vita. Spero che affronterete questo percorso con entusiasmo e dedizione, partite con il piede giusto e responsabilizzatevi. Mi auguro di vedervi ancora, ma per pochi anni, giusto il tempo che occorre alla formazione”. Il primo Dipartimento ad essere presentato è quello di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale: “I nostri Corsi di Studi sono caratterizzati da un variegato mondo culturale – spiega il prof. Maurizio Giugni, direttore del Dipartimento – Acqua, terra, sistemi di trasporto, ambiente, materiali innovativi, sono solo alcune delle tematiche che affronterete nei nostri 8 Corsi di Laurea. I laboratori che troverete sono all’avanguardia, accanto alla teoria vi sarà sempre un corrispettivo pratico di studio. State per affrontare un percorso complesso ed affascinante che richiede impegno. Fare l’ingegnere è una cosa bellissima, non scoraggiatevi alle prime difficoltà, man mano vi accorgerete che, nonostante tutto, ne sarà valsa la pena”. A discorrere dei vari corsi di studio e a presentare l’altro dipartimento, quello di strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, protagonista della giornata, il prof. Francesco Pirozzi, presidente del corso di laurea in ingegneria per l’ambiente ed il territorio. “Leggo nei vostri occhi – fa notare il docente – le aspettative di un nuovo percorso, cose che sognavamo anche
noi da studenti. la scelta universitaria condizionerà la vostra vita, fate bene ad essere attenti, imparate ad ascoltare fin dai primi giorni. Posso iniziare col dirvi che la nostra ingegneria corrisponde ad esigenze più intime e meno standardizzate, rispetto agli altri Corsi. Costruire una casa, ad esempio, instaura un rapporto molto stretto con il cliente, molto di più che se stessi producendo un telefonino”. il lavoro richiederà: “Tecnica e sperimentazione sul campo, i nostri laureati (circa 300 l’anno per entrambi i Dipartimenti) sono molto richiesti e trovano occupazione facilmente. però il pezzo di carta va sudato, tutto passa attraverso l’impegno profuso nel tempo”. Secondo i dati il 90% dei laureati lavora stabilmente a 3 anni dalla laurea: “Questi risultati si raggiungono solo se si ha la capacità di assumere il giusto ritmo di studio e finire in tempo. non avrete belle giornate, dovrete studiare anche dopo le lezioni, mettere a posto gli appunti, trovare un compagno di studi, il tutto entro la fine di dicembre, quando vi saranno i primi esami. Però alla fine degli sforzi svolgerete una bellissima professione, l’unica in cui potrete toccare con mano il frutto del vostro studio e del vostro lavoro”. “Quando ero matricola non c’è stato giorno in cui non ho studiato.Il primo anno è fondamentale perché vi farà acquisire il metodo, do, per questo dovrete impegnarvi e stare dietro ai ritmi universitari, tempi stressanti e compressi che non ammettono recupero”, racconta il prof. Nicola Mazzocca, direttore del dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione, nel presentare, il 17 settembre, i 7 corsi di laurea dell’area. la passione e l’attitudine i requisiti più importanti: “Chi viene da noi è come se fosse un impiegato assunto in banca, il patto è lavorare senza arrendersi mai. Se non studiate per almeno 6 giorni su 7, quando poi recupererete? Venite qui consapevoli, perché, se non rispettate il patto, Ingegneria non sarà difficile, ma diventerà impossibile. I dati occupazionali ci danno delle ottime stime, tuttavia ciò che ad oggi più vi interessa non è il post, ma i cinque anni che state per affrontare. Non siete più a scuola, datevi da fare dal primo momento se volete emergere dalla massa”. il prof. Bruno Siciliano, docente di automatica e coordinatore del Corso di Laurea in Ingegneria dell’Automazione, sottolinea: “La nostra mission è quella di formare professionisti che dovranno poi assumere posizioni delicate all’interno del Paese. Gli ingegneri influenzano l’andamento e la crescita della nostra società, a loro il delicato compito di proiettarci verso il futuro. Da noi troverete innanzitutto accoglienza e tanta pratica, laboratori, tirocini, stage aziendali, tutto quello che vi occorre per una formazione completa e mirata”. Il consiglio: “Iscriversi a questi Corsi vuol dire stare fra queste mura tutti i giorni, fatevi la croce e accettate il cammino, il segreto per una buona riuscita sta nella costanza e nella metodicità. Troverete delle difficoltà, inutile negarlo. Metabolizzare a casa gli argomenti del giorno è il primo passo, perché durante la preparazione finale saprete dove mettere le mani. In fin dei conti, il vostro successo dipende solo dalla vostra forza di
volontà”.
Federica: dalla Ferrari alla Fiat
Il primo anno “sarà caratterizzato dalle discipline di base, solo dal III anno entrerete nel vivo dei vostri studi, per questo il cammino sarà più difficile, vi sembrerà di non acquisire le competenze per cui vi siete iscritti – spiega il prof. Antonio Moccia, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale i cui Corsi di Laurea sono stati presentati il 18 settembre – Però l’ingegnere deve avere un equilibrio di conoscenze fra quelle formative e specialistiche, solo così arriviamo a parlare di preparazione completa. Oggi il lavoro cambia e occorre essere ‘convertibili’. Per questo vi dico di studiare bene fin da subito, con continuità. Se a  Natale decidete di dedicarvi alle feste, il primo semestre salta di sicuro, così come salteranno i vostri progetti di andare veloci”. 4 i Corsi di Laurea attivati: Aerospaziale, Meccanica, Navale e Gestionale. “L’ingegnere meccanico ha una trasversalità molto forte, progetta nuovi sistemi di produzione e nuove tecnologie per migliorare le condizioni della vita umana. Ma come si diventa così bravi? Occorre essere flessibili, le aziende sul mercato guardano la Federico II e l’importanza della nostra Scuola perché sanno che la nostra formazione è a 360 gradi. Il percorso è duro, ma, se il 91% lavora ad un anno dalla laurea, qualcosa vorrà pur dire”, sottolinea il prof. Antonio lanzotti, coordinatore del Corso di Studi. in aula la testimonianza di Federica Bartolotta, laureata che lavora alla Fiat di Pomigliano: “Meccanica è un Corso impegnativo. Appena entrata in aula, provenivo dal Classico, ho avuto il panico con analisi I, Chimica e Fisica. Tuttavia non mi sono avvilita e ho preso lo studio di petto. Dopo la specialistica ho lavorato anche con la Ferrari per un anno, esperienza che tutti quelli che amano i motori vorrebbero fare. Poi ho trovato lavoro a Napoli, ogni giorno in tuta da meccanico faccio esperimenti acustici e di vibrazione. Mi sento la persona più felice del mondo”. per Ingegneria Gestionale della logistica e della produzione è il prof. Giuseppe Bruno, coordinatore del corso, a prendere parola: “Al primo anno abbiamo un tasso d’abbandono molto significativo (circa il 35%), molti lasciano a causa di un equivoco di fondo. Chi viene da noi crede di iscriversi ad una Ingegneria a ‘mezza botta’. In realtà, abbiamo tutti gli esami in comune al Dipartimento di Industriale ed il percorso è altrettanto difficile”. anche in questo caso, sono due ex studenti, Giovanni Romano e Claudia Chianese, a descrivere le complessità del percorso. “la triennale, comune alle altre ingegnerie, è molto tosta – dice Claudia – Solo con la Magistrale si inizia la specializzazione. Ora aspetto di avere un colloquio con Gucci a Firenze e con un’azienda che lavora con il gruppo Dash. Mica male considerando che mi sono laureata a luglio!”. Anche per Giovanni: “La strada è stata difficile ma ricca di soddisfazioni. Attualmente lavoro come responsabile per Poste Italiane a Torino, segno che con questa laurea si può fare davvero di tutto”. È il prof. Francesco Marulo, docente di Costruzioni e Strutture Aerospaziali, a presentare Ingegneria Aerospaziale: “Il nostro è un campo recente dove occorre una forte passione per emergere. Datevi degli obiettivi settimanali e cercate di raggiungerli per evitare frustrazioni, immancabili quando non si riesce a dare un esame. Pensare di fare gli astronauti è positivo, ma ora dovete preoccuparvi del percorso e dell’acquisizione delle conoscenze, il resto verrà dopo”. Un consiglio: “Nella nostra professione occorre l’inglese, abituatevi al suo studio fin da matricole”.
Elena: 110 al primo anno, solo 20 al terzo
Il prof. salvatore Miranda, coordinatore del corso di studi in Ingegneria Navale, parla delle difficoltà di percorso: “Da oggi si cambia vita, Ingegneria richiede frequenza attiva, un impegno continuo. Se non si dovesse partire bene, poi occorre recuperare e il progetto si complica. però non vi abbandoniamo mai, il nostro Dipartimento è come una
grande famiglia allargata”. La testimonianza arriva da Elena Savino, studentessa magistrale: “siamo partiti in 110 al primo anno e siamo arrivati in 20 al terzo – racconta – Alla fine eravamo una classe, quelli più assidui, che si erano
impegnati di più. Un plauso però va anche ai nostri docenti, tutti mi hanno sempre dato una mano, si sono informati sul mio percorso, dandomi delle dritte che, a volte, hanno fatto la differenza”. “Scegliete un Corso non in base
agli sbocchi lavorativi ma perché vi incuriosisce, in tal modo approfondire determinati argomenti non risulterà faticoso ma piacevole”, afferma il prof. Pier Luca Maffettone, direttore del dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale. per studiare Ingegneria Chimica e Ingegneria dei Materiali, i due corsi
attivati dal dipartimento, “occorrono grande motivazione e forte responsabilità. Nulla vi sarà garantito se non c’è impegno da parte vostra. D’altra parte avrete un profilo culturale molto ampio e potrete accedere a tantissime categorie lavorative”. La preparazione ad Ingegneria Chimica “sarà solida, versatile, improntata all’innovazione e al lavoro di squadra – aggiunge l’ing. Francesco di Natale – L’ingegnere chimico da solo non ce la fa, ha bisogno di un gruppo solido e l’università vi insegnerà questo. Difficile che resterete nel vostro territorio d’appartenenza, ma questi sono problemi a cui non dovrete pensare per ora”. “I materiali hanno sempre fatto la storia dell’uomo -sottolinea l’ing. Ernesto di Maio – Per questo, anche per le cose più semplici, saremo sempre ricercati. A tre mesi dalla conclusione degli studi, il 90% dei laureati in Ingegneria dei Materiali trova lavoro, grazie alle competenze acquisite dagli studi di base”.
Susy Lubrano
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