“La nostra è tra le prime Facoltà italiane di Medicina, la più antica della regione”, afferma il Preside di Medicina della SUN Giovanni Delrio. Per l’efficienza della didattica, è la Facoltà che ha ottenuto i parametri più alti dell’Ateneo in base ai criteri definiti dal Ministero. Anche gli studenti hanno espresso ottimi giudizi sulla qualità della didattica nelle schede di valutazione somministrate durante lo scorso anno accademico.
“Dalla nostra Facoltà sono usciti sempre studenti molto preparati – afferma il Preside – I nostri Corsi di Laurea sono apprezzati. Si distinguono da quelli degli altri Atenei per l’organizzazione del percorso didattico ma la scelta degli studenti è influenzata per lo più dalla collocazione geografica delle strutture”.
Dunque, gli studenti della Provincia di Napoli gravitano sul complesso del centro storico, difficilmente raggiungibile in auto ma ben collegato con funicolare e cumana, mentre quelli del casertano scelgono di seguire nella sede che sorge nei pressi del Centro Direzionale di Caserta (Contrada S. Benedetto), dove il minor numero di studenti garantisce un ambiente di studio più raccolto.
Il Corso di Laurea richiede 6 anni di studio intenso. Non è adatto a chi non ha spirito di sacrificio. “Da noi non si viene per parcheggiarsi in attesa di chiarirsi le idee sul proprio futuro. Occorre essere determinati. Ci si deve rendere conto che bisogna studiare dal primo momento”, sottolinea il Preside, facendo presente che al medico non è consentito avere lacune: “Non è una Facoltà adatta ai presuntuosi. Indispensabile è l’umiltà poiché, qualora si nutra anche un minimo dubbio su una diagnosi, si deve avere il coraggio di chiedere a chi ne sa più di te. L’umiltà facilita anche il rapporto tra medico e paziente. Il medico arrogante non trova consenso”.
Altro requisito è “cercare di comprendere chi si ha di fronte e tentare di farsi capire”. E’ ciò che i docenti si sforzano di fare giorno per giorno non solo con gli ammalati ma anche con gli alunni.
Chi vuole studiare Medicina deve farlo seriamente: “Capire l’importanza di ciò che si studia spinge a studiarlo bene. Un giorno avranno nelle mani la vita di un altro essere umano. Non è possibile arrivare impreparati”. “Se si sbaglia una diagnosi o una terapia i problemi possono essere gravi – concorda il prof. Minucci – Se non si diventa un buon medico si rischia di fare grandi danni. A quel punto è meglio non laurearsi”.
“Dalla nostra Facoltà sono usciti sempre studenti molto preparati – afferma il Preside – I nostri Corsi di Laurea sono apprezzati. Si distinguono da quelli degli altri Atenei per l’organizzazione del percorso didattico ma la scelta degli studenti è influenzata per lo più dalla collocazione geografica delle strutture”.
Dunque, gli studenti della Provincia di Napoli gravitano sul complesso del centro storico, difficilmente raggiungibile in auto ma ben collegato con funicolare e cumana, mentre quelli del casertano scelgono di seguire nella sede che sorge nei pressi del Centro Direzionale di Caserta (Contrada S. Benedetto), dove il minor numero di studenti garantisce un ambiente di studio più raccolto.
Il Corso di Laurea richiede 6 anni di studio intenso. Non è adatto a chi non ha spirito di sacrificio. “Da noi non si viene per parcheggiarsi in attesa di chiarirsi le idee sul proprio futuro. Occorre essere determinati. Ci si deve rendere conto che bisogna studiare dal primo momento”, sottolinea il Preside, facendo presente che al medico non è consentito avere lacune: “Non è una Facoltà adatta ai presuntuosi. Indispensabile è l’umiltà poiché, qualora si nutra anche un minimo dubbio su una diagnosi, si deve avere il coraggio di chiedere a chi ne sa più di te. L’umiltà facilita anche il rapporto tra medico e paziente. Il medico arrogante non trova consenso”.
Altro requisito è “cercare di comprendere chi si ha di fronte e tentare di farsi capire”. E’ ciò che i docenti si sforzano di fare giorno per giorno non solo con gli ammalati ma anche con gli alunni.
Chi vuole studiare Medicina deve farlo seriamente: “Capire l’importanza di ciò che si studia spinge a studiarlo bene. Un giorno avranno nelle mani la vita di un altro essere umano. Non è possibile arrivare impreparati”. “Se si sbaglia una diagnosi o una terapia i problemi possono essere gravi – concorda il prof. Minucci – Se non si diventa un buon medico si rischia di fare grandi danni. A quel punto è meglio non laurearsi”.
Il delegato all’orientamento
Puntiamo sull’internazionalizzazione
Puntiamo sull’internazionalizzazione
“La nostra è una Facoltà molto interessata alla internazionalizzazione. Prestiamo grande attenzione agli Erasmus, al Placement, alle borse di studio e agli stage formativi all’estero – asserisce il prof. Sergio Minucci, delegato all’orientamento – Operiamo in stretta correlazione con gli ospedali storici della città. Abbiamo aule multimediali, aule studio, il wireless dappertutto”.
Minucci evidenzia il gradimento da parte degli studenti: “La didattica è stata giudicata molto positivamente dagli iscritti. Il corpo docente ha tenuto conto dei risultati di tale valutazione. Ogni docente ha avuto modo di regolarsi verificando quali sono i punti di forza e i punti critici del proprio corso”.
L’anno prossimo per la prima volta vi sarà un esame sulla parte pratica di ciascun anno: “Finora le ADI erano solo idoneità, invece abbiamo previsto una prova per verificare se gli studenti abbiano acquisito il know how”. In Facoltà sono molto attive le associazioni studentesche. “La SUN incoraggia le attività di volontariato. Tra l’altro offre agli studenti in grado di suonare la possibilità di esprimersi – il docente fa riferimento all’annuale concerto tenuto dagli studenti di Medicina iscritti al Conservatorio – La sensibilità artistica può essere il plusvalore di un buon medico. E’ un luogo comune che chi studia Medicina non abbia tempo per dedicarsi ad altro. Non è vero, si può fare. Non si deve rinunciare a coltivare le proprie passioni”.
Minucci evidenzia il gradimento da parte degli studenti: “La didattica è stata giudicata molto positivamente dagli iscritti. Il corpo docente ha tenuto conto dei risultati di tale valutazione. Ogni docente ha avuto modo di regolarsi verificando quali sono i punti di forza e i punti critici del proprio corso”.
L’anno prossimo per la prima volta vi sarà un esame sulla parte pratica di ciascun anno: “Finora le ADI erano solo idoneità, invece abbiamo previsto una prova per verificare se gli studenti abbiano acquisito il know how”. In Facoltà sono molto attive le associazioni studentesche. “La SUN incoraggia le attività di volontariato. Tra l’altro offre agli studenti in grado di suonare la possibilità di esprimersi – il docente fa riferimento all’annuale concerto tenuto dagli studenti di Medicina iscritti al Conservatorio – La sensibilità artistica può essere il plusvalore di un buon medico. E’ un luogo comune che chi studia Medicina non abbia tempo per dedicarsi ad altro. Non è vero, si può fare. Non si deve rinunciare a coltivare le proprie passioni”.