“Non pensate di poter fare incetta di esami all’estero”

Saranno 56, così come lo scorso anno, le borse Erasmus destinate agli studenti della Facoltà di Farmacia. Lo ha annunciato il 15 dicembre, in un incontro con gli studenti, la Commissione Erasmus composta dai professori Stefania Albrizio, Patrizia Ciminiello, Valeria Costantino, Fabiana Quaglia, Luigi Rosa e Raffaella Sorrentino. La pubblicazione del bando avverrà nell’ultima settimana di gennaio. La Spagna (con 39 borse) fa la parte del leone; Francia, Grecia e Portogallo: gli altri Paesi ospitanti. 
Il consiglio dei docenti è di verificare sui siti delle Università straniere le sedi in cui sono attivati corsi simili a quelli previsti dal proprio piano di studi. Le borse possono essere della durata di 5 o 9 mesi: nel primo caso il massimo dei crediti maturabili è di 30, nel secondo di 60. “Non pensate di poter fare all’estero incetta di esami – mette in guardia la prof.ssa Ciminiello – Potrete anticipare qualche esame del semestre successivo o darne qualcuno in cui siete rimasti indietro ma lo spirito è di fare un’esperienza in un’altra cultura, non di mettersi al passo con i crediti”. Lo ribadisce anche la prof.ssa Costantino, che avverte: “Non è vero che superare esami impegnativi, come ad esempio Farmaceutica, in Erasmus risulti più semplice. Si studia lo stesso ed in più c’è il problema della lingua”.
I docenti consigliano di frequentare a luglio un corso gratuito di spagnolo o francese presso il Centro linguistico di Ateneo. “Anche le strutture ospitanti vi offriranno un corso in ingresso ma non illudetevi che lo spagnolo e il francese siano simili all’italiano – precisa la Ciminiello – I docenti spiegano velocemente e non capireste niente. E’ vostro dovere essere in grado di comprendere”. Per chi è interessato a partire per la Grecia, è bene ricordare che lezioni ed esami si svolgeranno in inglese.
La borsa consiste nell’iscrizione e le tasse di un anno di università più un minimo contributo di mobilità che l’anno scorso era pari a 230 euro. La novità è che chi richiederà il prolungamento del periodo Erasmus non potrà avere il rinnovo della borsa. Nel 2011 le domande inoltrate alla Commissione sono state 130 ma i professori raccomandano di non farsi scoraggiare dai numeri. “La graduatoria slitta sempre di molto. Chi è fermamente convinto alla fine parte – afferma la prof.ssa Sorrentino – Diamo la precedenza agli studenti del IV e V anno perché hanno meno possibilità negli anni successivi”. “Per favore, non venite a chiederci di partire assieme all’amica del cuore – raccomanda la Ciminiello – Noi diamo le assegnazioni in base alle preferenze indicate nella domanda. Se poi gli studenti si accordano per effettuare dei cambi, per noi non c’è problema”.
Una ragazza domanda come vengano divise le borse tra CTF e Farmacia. “Metà all’uno e metà all’altro Corso di Laurea – risponde la Costantino – Cerchiamo di indirizzare gli studenti nelle sedi in cui sono attivati più esami convalidabili”. “Nei primi tre anni il numero degli esami in comune con le altre Università è alto. Negli ultimi due la scelta si riduce”, fa notare il prof. Rosa. Un’altra curiosità emersa tra gli interessati riguarda l’organizzazione degli appelli. “All’estero c’è un unico appello alla fine di ciascun semestre”, chiariscono i docenti.
Manuela, Rosanna e Rita sono tre studentesse del III anno di CTF che presenteranno la domanda per la Spagna, “il Paese in cui ci sono maggiori opportunità e che sembra più simile allo Stivale in quanto a lingua e cultura”. La prima cosa che viene in mente pensando ad un’esperienza Erasmus in Spagna è un clima festaiolo con tapas ad ogni angolo di strada. “E’ un luogo comune – afferma Rosanna – La borsa viene assegnata in base al merito. Si presuppone che chi la vince sia studioso”. Manuela fa notare che in Germania e nei Paesi Bassi non sia stata attivata alcuna borsa, eppure “sono nazioni avanti con la ricerca chimica”. Le ragazze raccontano che nel loro corso non ci sono mai stati studenti Erasmus e che ad incoraggiarle è stata l’esperienza positiva di amici e parenti.
“Fuori si fa molta più pratica. Ogni esame prevede una parte laboratoriale – ricorda Sara Pempiniello in Erasmus ad Alcala durante il IV anno di CTF – Con i test a risposta multipla era molto più facile che da noi avere la sufficienza, ma praticamente impossibile prendere il massimo dei voti, perché avrebbe significato rispondere correttamente a tutte le domande”. Sara in Spagna ha vissuto con inglesi, americani, tedeschi, ha conosciuto cinesi e brasiliani. “Farete feste tutti i giorni, vi divertirete abbondantemente”, avverte agli aspiranti borsisti. “L’Erasmus è una esperienza fantastica dalla quale si torna cambiati, maturati – afferma Antonio Bertolino che è stato a Bruxelles per un anno – In quel periodo ho sostenuto meno esami di quanti ne avrei fatti qui ma mi sono appassionato alle attività di laboratorio, soprattutto alla galenica. La prima settimana non parlavo con nessuno, la terza comunicavo anche con le pietre. La lingua si impara, non è un problema. Dopo gli inizi, si procede spediti”.
Dopo l’Erasmus è comune proseguire con un Erasmus placement che consente di svolgere uno stage trimestrale in una azienda estera, o con il Dottorato. Ivana d’Angelo, per esempio, è stata due anni a Santiago di Compostela per il Dottorato. “E’ un’università prestigiosa dal punto di vista scientifico. Ho conosciuto grandissimi professori ma anche tantissimi ragazzi interessati a fare ricerca come me – racconta – Inoltre, nelle università straniere spesso c’è un’attenzione allo studente superiore a quella a cui siamo abituati in Italia”.
Manuela Pitterà
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