“Sarebbe bello se si potesse convertire una parte dei crediti da teorici a sperimentali”

Programmi di studio, laboratori, sbocchi. Per gli studenti di Scienze alla ripresa delle attività, le tematiche restano sempre le stesse. “Siamo fortunati, siamo pochi e rispetto a quanto accade in altri Corsi di Laurea siamo molto seguiti e abbiamo un ottimo rapporto con i docenti. Qualsiasi problema ci sia, qualsiasi questione si ponga, ne possiamo sempre parlare con i nostri professori”, dicono Simone Pasquale e Gaetano Panariello, al secondo anno di Chimica, che raccontano gli ultimi interventi sulla didattica operati presso il Corso di Studi: “La verità è che hanno compresso un Corso di cinque anni in
tre e il risultato è che la distribuzione dei crediti non è omogenea e alcuni anni sono particolarmente pesanti”. Questo riguarda in particolare il secondo semestre del secondo anno nel quale si concentrano tre esami caposaldo della formazione di ogni chimico: Chimica Fisica II, Chimica Inorganica II e Chimica Organica II. Inoltre, spiegano i ragazzi, per affrontare l’esame di Chimica Analitica (primo semestre del terzo anno) che prevede il laboratorio, sono necessarie basi di Calcolo, disciplina che si svolge in parallelo quando, secondo i due studenti, sarebbe molto utile incontrarla al primo anno. “Elementi di cui non abbiamo mai discusso con i docenti perché, onestamente, non sapremmo come sia possibile riorganizzare un piano di studi così complesso come il nostro”, concludono i ragazzi. “L’organizzazione è ottima, il sito sempre aggiornato e il Dipartimento fa anche molto orientamento con incontri mirati sugli esami a scelta del terzo anno e sulle opzioni magistrali – affermano Michele Panariello e Marco Panico, secondo anno di Matematica – L’unico problema per noi resta il corso di Analisi Matematica II, materia fondamentale che insegna a ragionare da matematici, in cui la parte dimostrativa è cruciale, ma viene trascurata in maniera inspiegabile a favore dello scritto, molto complicato e condizionante per il voto finale. Nessuno vuole un esame facile, per carità, ma non si capisce perché lo scritto debba essere così difficile, non è chiaro se è propedeutico e formativo al percorso a venire, o se invece è un ostacolo posto sul cammino in maniera non del tutto meditata”, sostengono i ragazzi che vorrebbero anche qualche informazione in più sugli sbocchi occupazionali. “A noi le prospettive non ce le hanno mai descritte particolarmente rosee. Questi sono studi vocazionali che si fanno per passione, perché ti piace quello che fai e non vorresti fare altro, e sono in parte penalizzati dalla presenza di tante persone che si iscrivono, invece, per ripiego – sostengono Giusi Tommasini, Stefano Pugliese e Caterina Perfetto, iscritti alla Laurea Magistrale in Biologia. Poi si soffermano sullo sciopero dei docenti: “Ha penalizzato tanti di noi e, considerando che durante i corsi vige il blocco degli esami, vuol dire che tanto studio verrà rimandato direttamente a gennaio, nemmeno a dicembre”. Gli aspiranti biologi vorrebbero anche classi numericamente un po’ più contenute, soprattutto per le attività di laboratorio: “che, purtroppo, sono già troppo poche e per qualche insegnamento non sono previste. Dal punto di vista logistico non sarebbe nemmeno impossibile, tutto dipende dalle disponibilità finanziarie. Per insegnamenti come Biochimica Applicata, ad esempio, esistono tantissime tecniche. Lo apprendiamo però solo dai libri. L’unico approccio alla realtà che riusciamo ad avere è durante la tesi triennale”. “Lo sciopero è stato un problema, abbiamo dovuto rinunciare all’esame di Genetica che si andrà ad accavallare alle attività di ottobre – affermano Ilaria Mese, Antonella Muggione e Stefania Braglida, studentesse di Biologia. Anche loro desiderose di più esperienza pratica: “Sarebbe bello se si potesse convertire una parte dei crediti da teorici a sperimentali. Le strutture ci sono, ma noi siamo tanti e dobbiamo anche acquisire consapevolezza dei nostri mezzi di studio. Soprattutto alla Triennale è davvero difficile. Ci vorrebbe uno scambio maggiore con i ragazzi più grandi; il tutorato, anche se è previsto, è poco sponsorizzato e non riguarda tutte le materie”. Un’osservazione: “sarebbe più formativo avere, invece dell’idoneità, un vero e proprio esame di inglese”.
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