“Il mio interesse per la cultura islamica è precedente agli avvenimenti dell’11 settembre 2001, che hanno, poi, spostato tutta l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale verso il mondo arabo”. Giuseppe Palummieri, laureato in Filologia, storia e cultura dei paesi arabo-islamici e del Mediterraneo, infatti, ha iniziato, a frequentare la Facoltà di Studi Arabo Islamici nel 2000 per conseguire la laurea triennale nel 2003 e concludere la specialistica nel 2006.
“Fin dall’inizio il mio obiettivo all’interno dell’Orientale era chiaro.- racconta Palummieri- Quando mi sono iscritto avevo già conseguito la laurea triennale in studi filosofici e teologici presso l’Università Gregoriana di Roma e il mio interesse verso una comparazione tra due grandi religioni -il cristianesimo e l’islam- era già forte grazie allo stimolo nato dalle mie frequentazioni con i gesuiti”.
Pugliese, 32 anni, Palummieri ha trovato, così, come il passo più naturale da compiere quello verso lo studio del mondo arabo offerto dall’Orientale a Napoli. “Inizialmente avevo scelto l’arabo e il turco- spiega Giuseppe- poi col tempo ho abbandonato il turco per coltivare solo l’arabo”. Esperienze in Egitto, in Libano e in Siria dove ha studiato proprio in una scuola islamica, hanno portato accanto agli studi teorici, pratiche esperienze di vita araba. “L’Università mi ha dato l’opportunità di essere seguito continuamente e attraverso strade diverse svolgere esperienze di studio all’estero – sottolinea – Si è instaurato tra gli studenti e i docenti o la Presidenza un rapporto quasi di tutorato: forse perché non eravamo in molti, ma credo che non capiti in tutte le Facoltà”.
L’appoggio e tutta l’assistenza del personale della Facoltà ha reso, quindi, anche più facile superare quei tanti intoppi o problemi legati a delle insufficienze strutturali o complicazioni burocratiche che spesso intralciano il percorso universitario di molti studenti. “Sono molto contento della mia esperienza all’Orientale e in particolare in questa Facoltà non solo per gli interessanti studi che ho potuto svolgere ma per tutte le opportunità che l’università mi ha dato e per l’assistenza che ho trovato”.
Ma cosa fare dopo aver conseguito una laurea in un ambito così specifico non è un problema facile da risolvere. Così, anche se l’Ateneo si occupa, in alcuni casi, di fare da tramite tra aziende e laureati, per Giuseppe la strada più rapida da seguire è quella che porta all’estero. “Attualmente lavoro come assistente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Posillipo e tengo un corso monografico in religione islamica all’interno dell’insegnamento di Storia delle religioni. Ma attendo risposte per un dottorato in Francia – confessa amareggiato Palummieri -Purtroppo il sistema italiano non garantisce un reclutamento di tipo meritocratico, come avviene fuori, e quindi mi costringe a spostarmi dall’Italia. Io amo molto il Mediterraneo e non vorrei, dopo il dottorato, essere costretto ad emigrare per trovare un impiego soddisfacente ma mi rendo conto che sicuramente il mondo anglosassone offre un più facile inserimento. Non è da escludere che anche in Italia un laureato in Studi Arabo Islamici possa trovare lavoro, ma se si hanno grandi ambizioni bisogna spostarsi”.
“Fin dall’inizio il mio obiettivo all’interno dell’Orientale era chiaro.- racconta Palummieri- Quando mi sono iscritto avevo già conseguito la laurea triennale in studi filosofici e teologici presso l’Università Gregoriana di Roma e il mio interesse verso una comparazione tra due grandi religioni -il cristianesimo e l’islam- era già forte grazie allo stimolo nato dalle mie frequentazioni con i gesuiti”.
Pugliese, 32 anni, Palummieri ha trovato, così, come il passo più naturale da compiere quello verso lo studio del mondo arabo offerto dall’Orientale a Napoli. “Inizialmente avevo scelto l’arabo e il turco- spiega Giuseppe- poi col tempo ho abbandonato il turco per coltivare solo l’arabo”. Esperienze in Egitto, in Libano e in Siria dove ha studiato proprio in una scuola islamica, hanno portato accanto agli studi teorici, pratiche esperienze di vita araba. “L’Università mi ha dato l’opportunità di essere seguito continuamente e attraverso strade diverse svolgere esperienze di studio all’estero – sottolinea – Si è instaurato tra gli studenti e i docenti o la Presidenza un rapporto quasi di tutorato: forse perché non eravamo in molti, ma credo che non capiti in tutte le Facoltà”.
L’appoggio e tutta l’assistenza del personale della Facoltà ha reso, quindi, anche più facile superare quei tanti intoppi o problemi legati a delle insufficienze strutturali o complicazioni burocratiche che spesso intralciano il percorso universitario di molti studenti. “Sono molto contento della mia esperienza all’Orientale e in particolare in questa Facoltà non solo per gli interessanti studi che ho potuto svolgere ma per tutte le opportunità che l’università mi ha dato e per l’assistenza che ho trovato”.
Ma cosa fare dopo aver conseguito una laurea in un ambito così specifico non è un problema facile da risolvere. Così, anche se l’Ateneo si occupa, in alcuni casi, di fare da tramite tra aziende e laureati, per Giuseppe la strada più rapida da seguire è quella che porta all’estero. “Attualmente lavoro come assistente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Posillipo e tengo un corso monografico in religione islamica all’interno dell’insegnamento di Storia delle religioni. Ma attendo risposte per un dottorato in Francia – confessa amareggiato Palummieri -Purtroppo il sistema italiano non garantisce un reclutamento di tipo meritocratico, come avviene fuori, e quindi mi costringe a spostarmi dall’Italia. Io amo molto il Mediterraneo e non vorrei, dopo il dottorato, essere costretto ad emigrare per trovare un impiego soddisfacente ma mi rendo conto che sicuramente il mondo anglosassone offre un più facile inserimento. Non è da escludere che anche in Italia un laureato in Studi Arabo Islamici possa trovare lavoro, ma se si hanno grandi ambizioni bisogna spostarsi”.