“Siamo stanchi di essere discriminati”

Quando a richiamare l’attenzione delle autorità locali sono gli studenti stessi. Alla Parthenope i primi a lamentarsi della scarsa considerazione da parte delle istituzioni territoriali sono i ragazzi, che studiano il modo di attrarne l’operatività e le risorse. Stavolta tutti i gruppi sono uniti, da Confederazione a Facciamo Università, dal Cost all’Unione degli Universitari. Così uniti che la mattina del 30 novembre quasi un centinaio di persone ha partecipato al presidio davanti al Comune di Napoli, dove si stava riunendo il Consiglio.  Ai manifestanti è stato dato appuntamento al lunedì successivo, 4 dicembre (mentre questo numero di Ateneapoli è in stampa) per una tavola rotonda con il sindaco e con alcuni assessori. La lamentela nei confronti di Comune, Provincia e Regione nasce oggi come conseguenza di un malcontento che si è sviluppato negli anni, soprattutto per via dei piccoli disagi quotidiani che potrebbero essere evitati con interventi di poca spesa. In primis c’è la questione dei parcheggi, che vede gli studenti di via Acton costretti a cedere alla logica del parcheggio selvaggio tra sosta in doppia fila, abusivismo e parcheggi privati piuttosto costosi, mentre il Comune potrebbe destinare degli appositi spazi a questa funzione. Alberto Corona, rappresentante dell’Udu in CdA, commenta: “esiste già una convenzione con dei privati per consentire agli studenti di parcheggiare l’auto o il motorino al prezzo di cinque euro al giorno, ma serve a poco perché è una cifra comunque elevata, visto che si traduce in venticinque euro a settimana. Si potrebbe fare molto di più. La via laterale che costeggia il castello è abbandonata all’abusivismo e non capiamo per quale motivo il Comune non si adoperi per cambiare questo stato di cose. Si potrebbe seguire l’esempio di Pavia e di Cagliari, dove i comuni hanno deciso di destinare alcune aree cittadine al parcheggio degli universitari ad un costo molto basso, praticamente simbolico”. 
Un altro intervento necessario, apparentemente banale ma importante per gli studenti, è l’installazione di una lanterna semaforica davanti all’università. La posizione della sede centrale dell’Università Parthenope è strategica: basta attraversare la strada per trovarsi al Molo Beverello. Però si dovrebbe essere messi in condizione di compiere quest’operazione in sicurezza. Fino ad oggi, niente semaforo né strisce pedonali. “Non credo che per rimediare occorra una grande spesa…”, dice Corona. 
Dai piccoli problemi quotidiani si passa a temi più ampi e impegnativi, come la condizione dei fuori sede che affrontano quasi sempre notevoli sacrifici per riuscire a mantenersi in città. Un provvedimento dell’istituzione cittadina in materia potrebbe avere degli effetti positivi, come spiega il consigliere Udu: “se una legge comunale abolisse l’ICI sulle case da affittare agli studenti, si potrebbe innescare un circolo virtuoso a loro favore. Un’azione del genere sarebbe importantissima per un ateneo come il nostro, la cui popolazione studentesca proviene prevalentemente da zone di provincia”. 
Secondo i ragazzi l’ultimo e più grave segnale dell’indifferenza delle autorità territoriali verso la Parthenope consiste nell’esclusione dal progetto Città dei Giovani, che prevede la riqualificazione di un edificio cittadino sottratto al degrado, l’ex albergo dei poveri di Piazza Carlo III, attraverso l’assegnazione di spazi ad associazioni ed enti, tra cui le università. “Sembriamo sempre l’ultima ruota del carro”, dice il consigliere di amministrazione Eugenio Tatarelli, esponente di Facciamo Università, “in realtà c’è un problema di metodo. Se le risorse venissero distribuite in maniera diversa, più equa, tutti gli atenei riuscirebbero ad avere pari dignità. Si dovrebbe individuare un soggetto unico cui affidare la gestione delle risorse, non operare sempre extrabilancio. E ad un unico soggetto che rappresenti tutte le università si dovrebbe affidare il compito di assegnare gli incarichi scientifici e di consulenza. Qua la parte del leone la fa sempre la Federico II. Si pensi che il comitato promotore per il progetto della candidatura di Napoli a sede del Forum Universale delle Culture è composto per il 70% da esperti docenti universitari, che però per il 100% provengono dall’ateneo federiciano. In questo modo alle università più piccole non viene dato mai spazio”. 
All’incontro con il sindaco gli studenti hanno portato una lettera in cui sono elencati uno per uno i punti su cui discutere, tra i quali rientra anche la questione della localizzazione della Facoltà di Scienze Motorie. Vi si legge “la nostra Università, e dunque i suoi studenti sono stanchi di essere continuamente discriminati come studenti di serie B”.  Quel documento è il frutto di un’attività svolta per la prima volta con la concorde partecipazione di tutte le associazioni studentesche, coordinata dal presidente del Consiglio degli Studenti Aldo Russo. “Mai come questa volta si deve dare atto al presidente di essersi fortemente impegnato per il coinvolgimento di tutte le forze presenti in Consiglio”, afferma Alberto Corona.
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