Tante le iniziative culturali promosse da L’Orientale, che ne qualificano la presenza in città e nella comunità scientifica. “Il 3 giugno – ricorda il prof. Giuseppe Cataldi, ProRettore dell’Ateneo con delega alle relazioni internazionali – si è concluso il ciclo di seminari dedicato alla tutela dei diritti umani in Europa, promosso dalla cattedra Jean Monnet. L’ultimo appuntamento è stato dedicato alle migrazioni nel Mediterraneo. I seminari sono iniziati a marzo ed hanno riscosso notevole successo. Hanno partecipato molti studenti, non solo dell’Orientale, ed un buon numero di laureati”. A Procida, nel Centro di Alta Formazione gestito dall’Ateneo a Terra Murata, il calendario è fitto di appuntamenti. Dal 20 giugno al 10 luglio, in particolare, un corso intensivo di lingua e cultura italiana per venti studenti americani, diretto dal prof. Claudio Fogu (Università della California). Il programma prevede varie letture di docenti stranieri, tra i quali Sukanta Chauduri, della Jadavpur University di Calcutta, e di professori dell’Orientale, oltre ad attività didattiche di base affidate ai dottorandi di Italianistica. Dopo la pausa estiva, a settembre, Procida ospita altre iniziative interessanti. Per esempio, dall’undici al quattordici, il convegno internazionale su “L’Erotism latin”, organizzato in collaborazione con l’Università di Parigi. Dal 16 al 20, ecco le giornate di Studi dottorali di Africanistica. “Il nostro Ateneo – riflette il prof. Cataldi – vive dello scambio e del confronto con le realtà culturali di tutto il mondo. E’ la nostra vocazione ed è ciò per cui continuiamo ad attirare studenti stranieri da tutti i continenti. Quest’anno, in particolare, abbiamo avuto 15 vietnamiti. Hanno frequentato la Facoltà di Scienze Politiche. Siamo una ricchezza ed è ciò che stiamo provando a chiarire in ogni sede quando c’è chi grida scandalizzato che abbiamo corsi con tre studenti. Vero, qui si insegnano lingue e culture di nicchia, ma di assoluto valore. Il sistema dei finanziamenti ministeriali premia chi attiva corsi con folle di studenti, ma va rivisto, in parte. Certo, potremmo anche attivare solo cattedre di inglese, di francese, di spagnolo. Tutte frequentatissime, immagino. Però sarebbe una perdita culturale per tutta la comunità scientifica e per Napoli”.
Ancora occupata
la mensa
la mensa
Nessuna novità sulla vertenza ex mensa. “Prosegue il trasferimento dei macchinari che l’Adisu ha venduto – dice il ProRettore – ma non siamo ancora riusciti a convincere le persone che occupano quei locali ad andare via”. La vicenda è nota: c’è un consistente finanziamento regionale per trasformare l’ex mensa di piazza Banchi Nuovi, a pochi metri dalla sede di Palazzo Giusso, in spazi ed aule studio. Quei locali, però, sono occupati da mesi e gli studenti che hanno promosso l’iniziativa intendono autogestirli. In ogni caso, sostengono, non hanno alcuna intenzione di andare via in mancanza di assicurazioni certe circa l’effettivo utilizzo di quei metri quadrati a favore degli iscritti all’Ateneo. C’è anche chi, tra loro, propone di ripristinare lì dentro la vecchia mensa, per anni frequentatissima e di buona qualità. “Vorremmo fare qualcosa per tutti i nostri 12.000 iscritti – sostiene il ProRettore – ma un gruppo di persone ce lo impedisce. Abbiamo cercato il dialogo, ma non abbiamo un interlocutore preciso. Gli impegni assunti un giorno da uno sono smentiti il giorno seguente dall’altro”. I collettivi replicano che, allo stato attuale, l’Ateneo non avrebbe indicato con precisione le caratteristiche del progetto “per gli studenti” e rivendicano l’occupazione come resistenza “ad operazioni meramente speculative”. Insomma, le posizioni restano distanti e il finanziamento regionale rimane, per ora, in un cassetto.
Fabrizio Geremicca
Fabrizio Geremicca