150 posti disponibili al Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura (due sono riservati a candidati non comunitari che risiedono all’estero) e 200 per Architettura quinquennale (anche in questo caso due i posti per non comunitari residenti all’estero). Il test, come nel resto d’Italia, si svolgerà il 7 settembre. Il quiz d’ingresso per il Corso di Laurea Triennale in Urbanistica si svolgerà qualche settimana più tardi, presumibilmente a fine settembre. In questo caso la prova è organizzata a livello locale. Saranno ammessi al primo anno i primi 50 in graduatoria. Queste le cifre delle prove di immatricolazione alla Facoltà di Architettura della Federico II.
La prof.ssa Daniela Lepore, delegata di Facoltà all’orientamento, illustra le caratteristiche dei test e si sofferma sulle prospettive di ciascuno dei tre Corsi di Laurea.
La prof.ssa Daniela Lepore, delegata di Facoltà all’orientamento, illustra le caratteristiche dei test e si sofferma sulle prospettive di ciascuno dei tre Corsi di Laurea.
I test
“Il quiz d’ingresso per Scienze dell’Architettura e per Architettura Magistrale è unico. Ci si può iscrivere ad entrambe le prove, ma il 7 settembre bisognerà scegliere in quale aula entrare, dunque a quale selezione partecipare. Le domande alle quali rispondere sono 80, su vari argomenti: dalla Cultura generale alla Storia, dalla Logica al Disegno e rappresentazione, dalla Matematica alla Fisica. Le graduatorie sono separate e non scorrono l’una sull’altra. Significa che ciascuno concorre esclusivamente per uno dei due Corsi di Laurea. Il test di Urbanistica prevede Cultura generale, Attualità, Disegno e rappresentazione, Capacità logica. In genere partecipano tra i 120 ed i 150 candidati”. Non tutti aspiranti urbanisti, in verità. “Ogni anno – dice la prof.ssa Lepore – si ripete il fenomeno per cui chi non è passato al test di Architettura prova ad immatricolarsi ad Urbanistica. L’obiettivo è di entrare, sostenere gli esami del primo anno e, un anno dopo, ritentare il quiz ad Architettura, sperando di entrare e di ottenere il riconoscimento degli esami superati ad Urbanistica”. Strategia sbagliata, secondo la docente. Infatti: “Innanzitutto nulla garantisce che l’anno seguente vada bene e si corre il rischio di ritrovarsi in un Corso di Laurea che non piace. Poi, i crediti riconosciuti non sarebbero in ogni caso sufficienti al passaggio dal primo al secondo anno di Architettura. Se proprio vuole seguire una strategia di questo tipo, chi è escluso da Architettura farebbe meglio ad immatricolarsi ad Ingegneria Edile”. Come ci si prepara ai quiz? “Certamente è utile esercitarsi sui test degli anni precedenti, che possono essere agevolmente consultati su internet. Certamente giovano anche i libri di test in commercio. Poi suggerisco di seguire i corsi del Softel, insomma quelli organizzati proprio dall’università, che aiutano ad affrontare le parti che sono comuni a tutti i test di ingresso alle Facoltà a numero programmato. Per Urbanistica, considerando il peso che hanno le domande di attualità, è particolarmente importante che i candidati leggano anche con attenzione i giornali”. Aggiunge: “poiché le risposte errate determinano una penalizzazione, sconsiglio vivamente di tentare la sorte, se si è incerti. Meglio una domanda in bianco che una risposta errata”.
Le differenze tra
i Corsi di Laurea
i Corsi di Laurea
“L’urbanista senior, quello che dopo la Laurea Triennale prosegue con la Specialistica – sottolinea la delegata all’orientamento – è un professionista che realizza il piano e il programma urbanistico, anche integrato, la valutazione di impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica. Il laureato junior in Urbanistica, che si ferma alla Triennale, è il pezzo di una squadra che realizza le cose di cui parlavo prima. L’urbanista non può progettare, non firma un progetto, non svolge la professione di architetto”. Nel Corso di Laurea, aggiunge, “si studiano, tra l’altro, Matematica e Statistica, un paio di materie di rappresentazione, Sociologia, Ecologia Urbana, Geografia, Storia dell’urbanistica, fattibilità economica dei piani, Economia Urbana. Insomma, l’urbanista è una figura che lavora nelle amministrazioni, con le grandi società di ingegneria oppure nella professione libera, in associazione con altri”.
L’architetto è colui il quale realizza progetti. Chi si ferma alla Triennale può firmare progetti su scala di piccole dimensioni, oppure, in uno studio associato, si specializza su parti del progetto, magari nel rendering. Chi consegue la Laurea Magistrale o prosegue nel biennio di specializzazione, dopo la Triennale in Scienza dell’Architettura, può firmare piani, progetti, può lavorare nel restauro o come architetto paesaggista. “Si occupa, diciamo, del cucchiaio come della città”, sottolinea Lepore. “Sembrerebbe, dunque, che l’opzione migliore sia la Laurea quinquennale. La Triennale è ottima per chi intenda acquisire subito un saper fare, magari spendibile dopo il triennio. Il mercato dei concorsi ormai è internazionale e il rischio di chi studia città e cucchiaio e si confronta col paesaggista olandese, che sa fare solo quello, è di uscire soccombente dal confronto”. Insomma, aggiunge: “la quinquennale dà una formazione generale. Probabilmente, quando ci si laurea non si sa fare granché, ma si è studiato molte cose. Poi, o si impara facendo o si segue un Master. La Triennale dovrebbe essere leggermente più professionalizzante. Si esce che qualcosa si sa fare”.
L’architetto è colui il quale realizza progetti. Chi si ferma alla Triennale può firmare progetti su scala di piccole dimensioni, oppure, in uno studio associato, si specializza su parti del progetto, magari nel rendering. Chi consegue la Laurea Magistrale o prosegue nel biennio di specializzazione, dopo la Triennale in Scienza dell’Architettura, può firmare piani, progetti, può lavorare nel restauro o come architetto paesaggista. “Si occupa, diciamo, del cucchiaio come della città”, sottolinea Lepore. “Sembrerebbe, dunque, che l’opzione migliore sia la Laurea quinquennale. La Triennale è ottima per chi intenda acquisire subito un saper fare, magari spendibile dopo il triennio. Il mercato dei concorsi ormai è internazionale e il rischio di chi studia città e cucchiaio e si confronta col paesaggista olandese, che sa fare solo quello, è di uscire soccombente dal confronto”. Insomma, aggiunge: “la quinquennale dà una formazione generale. Probabilmente, quando ci si laurea non si sa fare granché, ma si è studiato molte cose. Poi, o si impara facendo o si segue un Master. La Triennale dovrebbe essere leggermente più professionalizzante. Si esce che qualcosa si sa fare”.