“Ad Architettura bisogna corteggiare i professori”. Non si pensi male: la ricetta proposta da Luca Barberio, 22 anni, che frequenta il Corso di Laurea Magistrale, non è un invito a cercare scorciatoie poco dignitose. “Corteggiare – chiarisce – nel senso di stare dietro, seguire con costanza. Le lezioni, certo, ma anche le correzioni ed i laboratori. Corteggiare vuol dire che si deve creare un rapporto diretto, franco, tale che non ci siano timori a dire che non si è capito un argomento. Aiuta a studiare e, inutile negarlo, aiuta anche quando ci si siede davanti al docente per l’esame. Il professore vede un viso conosciuto ed ha un atteggiamento certamente più disteso, ti mette a tuo agio”. Serena Piccialli, 23 anni, racconta la sua preparazione al test d’immatricolazione che, per gli aspiranti architetti, è il primo ostacolo da superare: “Comprai i libri di test in commercio e per tre mesi trascorsi gran parte delle mie giornate a risolvere i quiz”. Ai colleghi più giovani dice: “Architettura non è un impegno da intraprendere a cuor leggero. I ritmi sono serrati. Tra le lezioni in aula, i laboratori, lo studio a casa, ogni giorno bisogna dedicare a questa Facoltà almeno dieci ore. E’ dura, se non c’è un’autentica passione. Tanto più dura per chi, come me al primo anno, non abita a Napoli e ogni giorno raggiunge la città dal luogo di residenza. Di tempo per dedicarsi ad altro, agli hobby, agli affetti, non è che ne rimanga tanto. Però, se c’è passione, si affronta tutto. Per questo la scelta va effettuata col cuore. Se l’architettura è ciò che si immagina possa riempire la vita, che si pensa di voler fare per anni, allora va bene. Se ci sono dubbi, incertezze, meglio rinunciare”. Gli esami più difficili? “Ovviamente dipende molto dalla preparazione di base e dalle attitudini personali. Per me sono stati, certamente, Analisi 1, Analisi 2, Fondamenti di Scienza delle Costruzioni, Scienza delle Costruzioni”. Cosa cambierebbe? “Bisognerebbe che si sfruttasse in maniera molto più intensa l’opportunità offerta da Internet. Noi continuiamo a prenotare gli esami su carta, col fogliettino, una cosa incredibile ed una scomodità pazzesca per chi non abita a Napoli. Anche i professori, con poche lodevoli eccezioni, non rispondono mai in tempi ragionevoli alle domande ed ai quesiti che rivolgiamo al loro indirizzo di posta elettronica”. I docenti più attenti, più presenti, che interpretano al meglio il proprio ruolo? “Difficile stilare classifiche”, risponde Anna Cafieri, iscritta al terzo anno di Architettura Magistrale. “Se proprio devo, cito tre persone con le quali mi sono trovata benissimo, perché puntuali a lezione, attente, chiare. Insomma: brave. Sergio Pone, che ho incontrato quando ho seguito il Laboratorio di Costruzioni; Alberto Fiorenza, di cui ho seguito il corso di Analisi Matematica; Fulvio Rino, il professore col quale ho sostenuto l’esame di Rilievo. Sul versante opposto, ricordo bene una docente che, durante gli esami, mentre gli assistenti interrogavano i candidati, si era collegata a facebook e inviava inviti per un incontro elettorale”.