Una perdita secca di tali proporzioni a Chimica non se l’aspettavano. Rispetto al precedente anno accademico, infatti, le immatricolazioni si sono quasi dimezzate: dalle 80 nel 1999/2000 alle 45 di oggi.
Il prof. Augusto De Renzi, Presidente del Consiglio di Corso di Laurea, prova a formulare qualche ipotesi, sintetizzando le posizioni emerse dal dibattito che si è svolto tra i docenti in queste settimane. “Alcuni colleghi ritengono che non ci abbia giovato il trasferimento dal centro storico a Monte Sant’Angelo. Le aule sono più spaziose, i laboratori moderni, ma gli studenti ritengono sia difficile raggiungerci ogni giorno, magari dalla provincia. Personalmente io reputo che questa sia una spiegazione parziale, sia perché ormai la struttura di via Cinthia è collegata piuttosto bene, sia perché chi voglia iscriversi ad un Corso di Laurea e sia motivato non si fa scoraggiare tanto facilmente. Inoltre, parlando con un collega di Milano, la scorsa settimana, ho appreso che anche lì gli immatricolati a Chimica sono in caduta libera. Il paradosso è che chi si iscrive, poi, resta contento e non ha grossi problemi a trovare un lavoro soddisfacente, dopo la laurea, soprattutto se è disposto a spostarsi. Il problema è che, nei confronti dello studente neodiplomato, scontiamo un problema di immagine. Identificano la chimica come un qualcosa di vecchio oppure di nocivo. Paghiamo la concorrenza di corsi di laurea analoghi, che però hanno una immagine più dinamica e moderna. Penso a Biotecnologie, oppure a Chimica e Tecnologie farmaceutiche”. Il Presidente è preoccupato e non fa nulla per nasconderlo. “I nostri sono numeri piccoli. E’ ovvio che una perdita secca di trentacinque studenti al primo anno susciti apprensione”. Propone un progetto di marketing, in linea con la fase che sta attraversando l’università, in cui l’immagine è essenziale. “Il prossimo anno attiveremo le lauree triennali. Ebbene, ritengo che dovremo affiancare al termine chimica qualcosa che risulti appetibile, agli studenti”. La Commissione che sta lavorando alla ridefinizione dei percorsi sulla laurea triennale e su quella specialistica sembra orientata a proporre quattro indirizzi di laurea triennale. Il drastico calo di immatricolazioni potrebbe far sì che qualcuna sia depennata od accorpata, onde evitare sprechi di risorse.
Il prof. Augusto De Renzi, Presidente del Consiglio di Corso di Laurea, prova a formulare qualche ipotesi, sintetizzando le posizioni emerse dal dibattito che si è svolto tra i docenti in queste settimane. “Alcuni colleghi ritengono che non ci abbia giovato il trasferimento dal centro storico a Monte Sant’Angelo. Le aule sono più spaziose, i laboratori moderni, ma gli studenti ritengono sia difficile raggiungerci ogni giorno, magari dalla provincia. Personalmente io reputo che questa sia una spiegazione parziale, sia perché ormai la struttura di via Cinthia è collegata piuttosto bene, sia perché chi voglia iscriversi ad un Corso di Laurea e sia motivato non si fa scoraggiare tanto facilmente. Inoltre, parlando con un collega di Milano, la scorsa settimana, ho appreso che anche lì gli immatricolati a Chimica sono in caduta libera. Il paradosso è che chi si iscrive, poi, resta contento e non ha grossi problemi a trovare un lavoro soddisfacente, dopo la laurea, soprattutto se è disposto a spostarsi. Il problema è che, nei confronti dello studente neodiplomato, scontiamo un problema di immagine. Identificano la chimica come un qualcosa di vecchio oppure di nocivo. Paghiamo la concorrenza di corsi di laurea analoghi, che però hanno una immagine più dinamica e moderna. Penso a Biotecnologie, oppure a Chimica e Tecnologie farmaceutiche”. Il Presidente è preoccupato e non fa nulla per nasconderlo. “I nostri sono numeri piccoli. E’ ovvio che una perdita secca di trentacinque studenti al primo anno susciti apprensione”. Propone un progetto di marketing, in linea con la fase che sta attraversando l’università, in cui l’immagine è essenziale. “Il prossimo anno attiveremo le lauree triennali. Ebbene, ritengo che dovremo affiancare al termine chimica qualcosa che risulti appetibile, agli studenti”. La Commissione che sta lavorando alla ridefinizione dei percorsi sulla laurea triennale e su quella specialistica sembra orientata a proporre quattro indirizzi di laurea triennale. Il drastico calo di immatricolazioni potrebbe far sì che qualcuna sia depennata od accorpata, onde evitare sprechi di risorse.