A Letteratura Latina “aule piccolissime”

Se al primo anno si riscontra una situazione piuttosto normalizzata con un’affluenza di matricole che – per quanto cospicua – risulta ben distribuita tra le classi, è al secondo anno che al Dipartimento di Studi Umanistici la frequenza delle lezioni diviene un’autentica prova di coraggio. “Aule piccolissime, poco ariose, dove si litiga anche per occupare i posti sul pavimento”, racconta Mariachiara Ruocco, iscritta a Lettere Moderne. Per ora il corso più affollato è Letteratura Latina, senza distinzione di gruppi. Per giunta, “capita sempre in aule piccolissime, come la SM1 a Mezzocannone 16. È successo, perciò, che la docente decidesse di suddividere la propria lezione in due parti: nella prima ora seguono quelli che sono riusciti a sedersi e nella seconda danno il cambio a chi prima era rimasto in piedi”. Una soluzione necessaria nei primi giorni, “perché le aule hanno capienza massima di 150 persone e ne siamo almeno 100 in più, anche perché seguono con noi anche gli studenti iscritti ad anni successivi che non hanno superato l’esame”. Sovraffollamento simile anche ai corsi di Letteratura Italiana, “che però capitano sempre nelle aule della sede di Porta di Massa, dove anche stare a terra non è poi così insopportabile, perché al di là dei posti a sedere (circa un centinaio) l’aula è molto più spaziosa ai lati”. Si potrebbe fare di più: “verificare la presenza degli studenti e redistribuire le aule secondo una logica equa. Con noi, per esempio, segue uno studente disabile. Andrebbero applicate delle misure per tutelarci di più e assicurare condizioni di vita dignitose ai corsi”. 
Il secondo anno è
“più faticoso”
Altro punto è la distribuzione degli orari, connessa alla collocazione delle aule: “salire a Mezzocannone, riscendere due ore dopo a Porta di Massa e poi risalire. Spesso con lezioni che si susseguono. In altri giorni, però, abbiamo lezione la mattina presto, dalle 9 alle 11, e la successiva alle 14. In sedi così affollate non si trova neanche un posto per trattenersi a studiare. Il mio primo anno è stato sopportabile, adesso è tutto molto più faticoso: non potrò reggere questo ritmo fino a Natale”. Si spera, intanto, che nella seconda parte del semestre – nel mese di novembre – il numero dei frequentanti possa approssimarsi alla capienza delle aule. “Ho notato – forse è una conseguenza del problema – che, proprio per la difficoltà di mantenere l’attenzione in una classe così piena, i docenti ci tengono a trasmettere molta passione verso ciò che insegnano e hanno la necessità di appassionare anche noi: si avverte che c’è un clima di scambio e collaborazione, questo mi piace molto”. Soprattutto a Latino, dove peraltro “tutti sanno che è indispensabile seguire, quanto meno per la metrica, che è proprio lo scoglio dell’esame. La lettura, infatti, è la prima cosa richiesta dal docente” e costituisce un biglietto da visita importante in sede di valutazione. “Una lettura ricca di errori condiziona il 70% del voto finale. Mai sottovalutarla, anzi esametri e distico elegiaco devono diventare il vostro asso nella manica”, insiste Nunzia Accardo, studentessa di Filologia Moderna. Per seguire al meglio le lezioni, “il consiglio è correre ai ripari e usare i mezzi giusti: occorre studiare già durante i corsi. È difficile conciliare frequenza e studio, è vero, ma l’organizzazione autonoma deve essere la prima dote di un universitario”. Pertanto, va stilato un vero e proprio master plan, cioè “programmare giorno per giorno gli argomenti di grammatica da ripassare, fissandosi piccoli obiettivi lungo il tragitto”. In questo modo “sarà più facile memorizzare le regole contenute nelle traduzioni”. Il metodo giusto per arrivare pronti all’esame: tradurre letteralmente, essere in grado di commentare i brani e fornire indicazioni sugli autori e altre opere in chiave intertestuale. In particolare, “l’esame è suddiviso in due fasi: traduzione (90%) e discussione orale (10%). Se non si è capaci di tradurre, in effetti, è inutile andare oltre”.
Affollate anche 
le lingue
“Stamattina c’era talmente tanta gente che mi sono perso sia Lingua che Linguistica spagnola. Non riuscivo a stare in aula, eravamo accalcati l’uno sull’altro. Mi dispiace perché non potrò più recuperare le lezioni perse”. È la testimonianza di una matricola di Lingue, Culture e Letterature Moderne Europee. Una situazione comune anche ai corsi suddivisi in più gruppi. “Lingua Inglese, per esempio, ne ha tre. Ma diventa un macello, se gli altri non rispettano le suddivisioni. Non tutti seguono il corso che corrisponde al proprio cognome”, fa notare Maria Palomba. “Anche a Spagnolo è così, ma non riuscivo a capire in quale suddivisione fossi, perciò ho seguito la lezione di un docente a caso, in attesa che dopo le prime settimane il numero di frequentanti scemerà”, continua Adriana Cozzolino. Altri hanno il problema delle lezioni sovrapposte. Per fortuna, “l’orario di Francese è cambiato, perché il venerdì si accavallava dalle 12 alle 14 con Spagnolo, cioè l’abbinamento più frequente”, riprende Maria. Per le matricole il primo scritto sarà nella sessione estiva, perché “il corso di Lingua si segue per tutto l’anno e, di conseguenza, gli esami partono da giugno. Ci sono anche date a gennaio e febbraio, ma sono disponibili solo per coloro che non riescono a passare l’esame al primo turno”, illustra Luca Caputo. Altri di Lettere Moderne, indecisi sulla lingua da preferire, chiedono: l’esame di Lingua straniera è propedeutico alla Letteratura? No, “si può ad esempio scegliere Lingua Spagnola ma sostenere l’esame di Letteratura Francese, anche perché l’esame di Letteratura si tiene in lingua italiana”. E, per caso, valgono le certificazioni linguistiche? No, “purtroppo i docenti non le accettano, anche perché l’esame di Lingua vale 12 crediti”. Anche tra gli studenti della Magistrale c’è chi si lamenta: “un solo corso al primo semestre e ben quattro al secondo”, racconta Daniela Imparato, di Filologia Moderna. “Nessuno studente riuscirà a dare quattro esami in una sola sessione. Anche se ci sono le date di recupero a settembre e novembre, è un carico troppo pesante”. Alcuni, invece, non ritengono necessaria una più equa distribuzione degli appelli. “Sono altre le questioni su cui fare leva: per esempio, consentire a tutti l’accesso agli appelli di aprile e novembre, il che potrebbe velocizzare moltissimo i tempi di laurea”, afferma Simone. Gli iscritti ad anni successivi al primo si preoccupano, intanto, di acquisire i crediti necessari per accedere al Percorso di Formazione Iniziale, Tirocinio e Inserimento nella Funzione Docente (FIT). “Sono di Lettere Classiche. So che optando per un esame di Glottologia tra quelli a scelta ho la possibilità di ottenere crediti per il FIT. Dal momento che non era nei miei progetti sostenerlo proprio ora, in procinto di tesi, vorrei capire se si potrà poi recuperare quei crediti alla Magistrale”, è il dubbio di Rita Caruso. Si può fare, “sostenendo Linguistica Generale come esame a scelta, o dopo la laurea, come corso singolo”. 
Sabrina Sabatino
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