Droni in esposizione dal 10 al 12 marzo alla Mostra d’Oltremare nell’ambito di una fiera dedicata ai nuovi protagonisti dei cieli. Tra piloti, appassionati e curiosi ci saranno anche docenti e ricercatori dell’Aerospace System Team del Dipartimento di Ingegneria Industriale, che presenteranno le proprie attività. Il gruppo conduce da anni numerosi progetti relativi appunto ai droni. Ne fanno parte il coordinatore Antonio Moccia, Direttore del Dipartimento e professore di Impianti e sistemi aerospaziali come i suoi colleghi Michele Grassi, Giancarlo Rufino,
Domenico Accardo, il ricercatore Giancarmine Fasano, i dottori e dottorandi di ricerca Alfredo Renga, Maria Daniela Graziano, Anna Elena Tirri, Valentina Boccia, Roberto Opromolla, Antonio Fulvio Scannapieco. “Quello dei droni – racconta Fasano – è un filone di ricerca sul quale qui ad Ingegneria abbiamo cominciato a lavorare già nel 2000. Le attività sono proseguite secondo vari criteri ed in collaborazione con partner nazionali ed internazionali. Tra quelli nazionali il Cira ed aziende del gruppo Leonardo. In ambito internazionale abbiamo lavorato e tuttora collaboriamo con la Cranfield University, con gli Atenei di Madrid e di Zurigo, con la Queensland University australiana e con il Mitre, che è il centro di ricerca pubblico per la Federal Aviation Administration”. Nel corso degli anni, sono state sostanzialmente tre le macroaree di ricerca che hanno impegnato la “squadra droni” della Federico II. “Ci siamo concentrati – prosegue Fasano – in primis sulla sfida di aumentare il più possibile l’intelligenza dei sistemi, per renderli sempre più capaci di rinunciare al contributo umano. Contemporane- a –
mente, abbiamo sviluppato dispositivi sempre più avanzati anticollisione, per evitare impatti tra i droni, altri velivoli ed ostacolifisici. Altro settore che ci ha visto in prima linea è quello delle cosiddette applicazioni cooperative. Si tratta di sviluppare sistemi che consentano il volo di stormi di droni, ciascuno dei quali coopera con gli altri nel raggiungimento degli obiettivi che ci si prefigge”. Sottolinea: “Quella dell’affinamento dei sistemi anticollisione è forse la tematica sulla quale abbiamo lavorato di più. È un argomento di estrema attualità e lo sarà sempre di più, mano a mano che si svilupperà l’uso di piccoli droni che volano a bassa quota e che svolgono funzioni fino a qualche tempo fa inimmaginabili, per esempio la consegna di pacchi”. In previsione del sovraffollamento dei cieli, insomma, diventa più che mai indispensabile garantire ai droni in circolazione, che saranno sempre di più, sensori raffinatissimi per evitare impatti e collisioni. “In quest’ottica – dice Fasano – il nostro Dipartimento già qualche anno fa aveva collaborato con il Cira nella realizzazione di occhi elettronici e telecamere che sono andati a costituire le dotazioni di bordo del laboratorio volante del Cira, un aereo senza pilota”.
Certificazioni “noi puntiamo ad esserci”
Il futuro? Nell’ambito di una collaborazione avviata con il Centro di Servizi metrologici avanzati dell’Ateneo (la metrologia è una disciplina che riguarda la misurazione delle grandezze fisiche, l’analisi ed il calcolo dimensionale, la scelta dei sistemi di unità di misura) sarà allestita una voliera nella nuova sede di San Giovanni a Teduccio. “Ci permetterà di effettuare esperimenti e test per i quali, oggi, spesso dipendiamo dalla disponibilità dei campi volo di aeromodellismo presenti sul territorio. Soprattutto, stiamo lavorando con l’Enac, l’ente nazionale che sovrintende all’aeronautica civile, affinché il centro di San Giovanni possa essere abilitato a rilasciare la certificazione ai droni.
Finora la procedura è stata sempre centralizzata, gestita direttamente da Enac. Man mano che il fenomeno
dell’utilizzo di questi apparecchi si amplia, però, è sempre più difficile per Enac svolgere da sola tutte le operazioni e tutte le pratiche. Stanno considerando, dunque, la possibilità di delegare parte della potestà certificatoria ad enti qualificati. Noi della Federico puntiamo ad esserci”. Progettati e realizzati per gli usi più diversi – da quelli militari alla meteorologia, dagli interventi di soccorso in caso di calamità naturali al contrasto all’inquinamento ed all’abusivismo edilizio – sempre più oggi i droni, nelle versioni a basso costo che si acquistano in negozio, rappresentano un fenomeno di costume. C’è chi si porta il suo apparecchietto in spiaggia per riprendere bagnanti e panorama e c’è chi, al momento di sposarsi, prenota il servizio fotografico dall’alto. Si assiste, insomma, ad una banalizzazione di un prodotto tecnologico non diversa da quella che ha determinato, ormai molti anni fa, la diffusione di cellulari e smartphone. “Il fenomeno dipende – commenta Fasano – dal fatto che miniaturizzazione e progresso tecnologico a costi bassi hanno reso facilissimo controllare i droni anche ai non esperti. Le tecnologie hanno eliminato per gli operatori l’onere di dover imparare a pilotare. Ci si può concentrare sulla propria missione, che spesso consiste semplicemente nello scattare selfie dall’alto o nel fotografare ciò che ci circonda da qualche metro di altezza”.
Fabrizio Geremicca
Domenico Accardo, il ricercatore Giancarmine Fasano, i dottori e dottorandi di ricerca Alfredo Renga, Maria Daniela Graziano, Anna Elena Tirri, Valentina Boccia, Roberto Opromolla, Antonio Fulvio Scannapieco. “Quello dei droni – racconta Fasano – è un filone di ricerca sul quale qui ad Ingegneria abbiamo cominciato a lavorare già nel 2000. Le attività sono proseguite secondo vari criteri ed in collaborazione con partner nazionali ed internazionali. Tra quelli nazionali il Cira ed aziende del gruppo Leonardo. In ambito internazionale abbiamo lavorato e tuttora collaboriamo con la Cranfield University, con gli Atenei di Madrid e di Zurigo, con la Queensland University australiana e con il Mitre, che è il centro di ricerca pubblico per la Federal Aviation Administration”. Nel corso degli anni, sono state sostanzialmente tre le macroaree di ricerca che hanno impegnato la “squadra droni” della Federico II. “Ci siamo concentrati – prosegue Fasano – in primis sulla sfida di aumentare il più possibile l’intelligenza dei sistemi, per renderli sempre più capaci di rinunciare al contributo umano. Contemporane- a –
mente, abbiamo sviluppato dispositivi sempre più avanzati anticollisione, per evitare impatti tra i droni, altri velivoli ed ostacolifisici. Altro settore che ci ha visto in prima linea è quello delle cosiddette applicazioni cooperative. Si tratta di sviluppare sistemi che consentano il volo di stormi di droni, ciascuno dei quali coopera con gli altri nel raggiungimento degli obiettivi che ci si prefigge”. Sottolinea: “Quella dell’affinamento dei sistemi anticollisione è forse la tematica sulla quale abbiamo lavorato di più. È un argomento di estrema attualità e lo sarà sempre di più, mano a mano che si svilupperà l’uso di piccoli droni che volano a bassa quota e che svolgono funzioni fino a qualche tempo fa inimmaginabili, per esempio la consegna di pacchi”. In previsione del sovraffollamento dei cieli, insomma, diventa più che mai indispensabile garantire ai droni in circolazione, che saranno sempre di più, sensori raffinatissimi per evitare impatti e collisioni. “In quest’ottica – dice Fasano – il nostro Dipartimento già qualche anno fa aveva collaborato con il Cira nella realizzazione di occhi elettronici e telecamere che sono andati a costituire le dotazioni di bordo del laboratorio volante del Cira, un aereo senza pilota”.
Certificazioni “noi puntiamo ad esserci”
Il futuro? Nell’ambito di una collaborazione avviata con il Centro di Servizi metrologici avanzati dell’Ateneo (la metrologia è una disciplina che riguarda la misurazione delle grandezze fisiche, l’analisi ed il calcolo dimensionale, la scelta dei sistemi di unità di misura) sarà allestita una voliera nella nuova sede di San Giovanni a Teduccio. “Ci permetterà di effettuare esperimenti e test per i quali, oggi, spesso dipendiamo dalla disponibilità dei campi volo di aeromodellismo presenti sul territorio. Soprattutto, stiamo lavorando con l’Enac, l’ente nazionale che sovrintende all’aeronautica civile, affinché il centro di San Giovanni possa essere abilitato a rilasciare la certificazione ai droni.
Finora la procedura è stata sempre centralizzata, gestita direttamente da Enac. Man mano che il fenomeno
dell’utilizzo di questi apparecchi si amplia, però, è sempre più difficile per Enac svolgere da sola tutte le operazioni e tutte le pratiche. Stanno considerando, dunque, la possibilità di delegare parte della potestà certificatoria ad enti qualificati. Noi della Federico puntiamo ad esserci”. Progettati e realizzati per gli usi più diversi – da quelli militari alla meteorologia, dagli interventi di soccorso in caso di calamità naturali al contrasto all’inquinamento ed all’abusivismo edilizio – sempre più oggi i droni, nelle versioni a basso costo che si acquistano in negozio, rappresentano un fenomeno di costume. C’è chi si porta il suo apparecchietto in spiaggia per riprendere bagnanti e panorama e c’è chi, al momento di sposarsi, prenota il servizio fotografico dall’alto. Si assiste, insomma, ad una banalizzazione di un prodotto tecnologico non diversa da quella che ha determinato, ormai molti anni fa, la diffusione di cellulari e smartphone. “Il fenomeno dipende – commenta Fasano – dal fatto che miniaturizzazione e progresso tecnologico a costi bassi hanno reso facilissimo controllare i droni anche ai non esperti. Le tecnologie hanno eliminato per gli operatori l’onere di dover imparare a pilotare. Ci si può concentrare sulla propria missione, che spesso consiste semplicemente nello scattare selfie dall’alto o nel fotografare ciò che ci circonda da qualche metro di altezza”.
Fabrizio Geremicca