Riconfermato alla guida della Facoltà di Agraria il Preside uscente Paolo Masi con 87 preferenze (129 i votanti su 134 aventi diritto). “Sono molto contento di questo risultato, vuol dire che è stato apprezzato il lavoro svolto negli ultimi due anni e mezzo di presidenza”, commenta Masi. Su 129 votanti (134 gli aventi diritto), dalle urne il 5 maggio sono state estratte sette schede nulle, dieci bianche e 15 voti per l’altro candidato in corsa, il prof. Alessandro Piccolo. “La candidatura del prof. Piccolo – sottolinea il Preside – è stata di grande stimolo, in quanto ha messo sul tappeto temi interessanti che sono stati sviscerati durante questi giorni. Mi ha fatto molto piacere che sia stato aperto un dibattito interno alla Facoltà e che si sia animata in questo modo la campagna elettorale, per quanto breve sia stata. Come persona aperta al dialogo sono sempre ben disposto verso sollecitazioni e stimoli nuovi”.
Il Preside entrerà ufficialmente in carica per il suo secondo mandato il prossimo 1° novembre ma spiega che si tratterà di un reale spartiacque tra i due trienni: “Non c’è un punto di partenza e uno di arrivo, la gestione della cosa pubblica è un percorso che si sviluppa in itinere, senza sbarramenti o paletti. Quello che ho proposto tre anni fa rappresenta un tipo di gestione e di governo sulla base del quale continuerò a lavorare per proseguire il lavoro già iniziato e per completare progetti importanti come il passaggio alla nuova sede delle ex Officine Fiore o l’applicazione della riforma della governance”.
Il problema con il quale Masi si dovrà scontrare anche e ancora di più nei prossimi anni sarà il taglio dei fondi ministeriali che porterà a dover stringere la cintura e a far fronte a situazioni difficili per mantenere gli stessi servizi con la metà delle risorse. Il Preside, però, non si scoraggia e assicura, citando un vecchio detto, “di necessità virtù! Con un po’ di creatività sapremo far fronte a tutti i problemi. Per noi è importante non tagliare i servizi agli studenti e la didattica. Gli studenti rappresentano la nostra unica ragione di essere università, altrimenti saremo un semplice centro di ricerca. Il nostro compito è quello di dare un futuro a questi ragazzi”.
Nonostante ci si prepari a tempi bui, non manca, quindi, l’ottimismo e la voglia di fare, puntando anche sui rapporti con il territorio, la cittadinanza e le altre università straniere. “Iniziative come ‘Mediterraneo e dintorni’ evidenziano le nostre capacità e aprono al territorio. Sono diverse le iniziative organizzate per e con gli studenti, perché – sottolinea ancora – la Facoltà dev’essere un centro culturale sui temi dell’area agraria e un punto di riferimento per tutta la regione, anche perché siamo gli unici in Campania”. I contatti con l’estero: “attualmente ospitiamo 40 ragazzi da diversi atenei europei, di cui 8 sono dottorandi. Questo vuol dire che il nostro lavoro viene riconosciuto anche a livello internazionale”.
Valentina Orellana
Il Preside entrerà ufficialmente in carica per il suo secondo mandato il prossimo 1° novembre ma spiega che si tratterà di un reale spartiacque tra i due trienni: “Non c’è un punto di partenza e uno di arrivo, la gestione della cosa pubblica è un percorso che si sviluppa in itinere, senza sbarramenti o paletti. Quello che ho proposto tre anni fa rappresenta un tipo di gestione e di governo sulla base del quale continuerò a lavorare per proseguire il lavoro già iniziato e per completare progetti importanti come il passaggio alla nuova sede delle ex Officine Fiore o l’applicazione della riforma della governance”.
Il problema con il quale Masi si dovrà scontrare anche e ancora di più nei prossimi anni sarà il taglio dei fondi ministeriali che porterà a dover stringere la cintura e a far fronte a situazioni difficili per mantenere gli stessi servizi con la metà delle risorse. Il Preside, però, non si scoraggia e assicura, citando un vecchio detto, “di necessità virtù! Con un po’ di creatività sapremo far fronte a tutti i problemi. Per noi è importante non tagliare i servizi agli studenti e la didattica. Gli studenti rappresentano la nostra unica ragione di essere università, altrimenti saremo un semplice centro di ricerca. Il nostro compito è quello di dare un futuro a questi ragazzi”.
Nonostante ci si prepari a tempi bui, non manca, quindi, l’ottimismo e la voglia di fare, puntando anche sui rapporti con il territorio, la cittadinanza e le altre università straniere. “Iniziative come ‘Mediterraneo e dintorni’ evidenziano le nostre capacità e aprono al territorio. Sono diverse le iniziative organizzate per e con gli studenti, perché – sottolinea ancora – la Facoltà dev’essere un centro culturale sui temi dell’area agraria e un punto di riferimento per tutta la regione, anche perché siamo gli unici in Campania”. I contatti con l’estero: “attualmente ospitiamo 40 ragazzi da diversi atenei europei, di cui 8 sono dottorandi. Questo vuol dire che il nostro lavoro viene riconosciuto anche a livello internazionale”.
Valentina Orellana