Alla scoperta del cinema arabo e persiano

Dal 26 aprile all’11 maggio riflettori puntati sull’Iran e i paesi arabi in occasione di una rassegna di cinema, articolata in sei incontri, a cura delle prof.sse Monica Ruocco, docente di Lingua e Letteratura Araba, e Natalia Tornesello, docente di Lingua e Letteratura Persiana. L’iniziativa, che consente di acquisire due crediti, è nata nell’ambito delle altre attività proposte dall’Ateneo agli studenti dei Corsi di Laurea Triennale e Magistrale afferenti al Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo.“Gli obiettivi principali sono quelli di proporre agli studenti film che non sempre sono fruibili nei circuiti abituali e presentare uno spaccato vivo delle società di cui studiano la lingua. Sia l’Iran sia il mondo arabo hanno delle importanti tradizioni cinematografiche e molti temi in comune, dalla questione femminile alla guerra”, afferma la prof.ssa Ruocco.
Sul versante arabo, il filo conduttore degli incontri è la cinematografia d’autore. “Si tratta di ‘Omar’, ‘La bicicletta verde’, e ‘E ora dove andiamo?’, film di importanti cineasti, anche donne – la regista e attrice Nadine Labaki, ad esempio – e con importanti interpreti”. Le proiezioni saranno in lingua originale con i sottotitoli. “I film arabi scelti presentano realtà linguistiche differenti, in questo caso del Vicino Oriente e della Penisola Araba. A partire dallo scorso anno, gli studenti de L’Orientale approfondiscono anche le varianti regionali dell’arabo, come quella siriana o marocchina. L’ascolto, inoltre, è una pratica indispensabile per l’apprendimento linguistico”. Le tematiche approfondite spazieranno “dalla questione femminile, che è presente in tutti e tre film anche quando non ne è l’argomento principale, con un rovesciamento degli stereotipi, al tema dell’oppressione, sia militare nel caso del film palestinese, sia sociale, come nel caso del film saudita e in quello libanese”. Dagli esordi del cinema arabo sono passati cent’anni, che hanno visto il profilarsi di diverse fasi: l’ombra del colonialismo occidentale, la formazione dei regimi autocratici, la rivoluzione tecnologica e la conseguente diffusione, fino alle recenti rivolte sotto il nome di Primavera araba. In breve, “ovviamente è cambiato molto – riferisce la prof.ssa Ruocco – innanzitutto per quanto riguarda la produzione filmica. Ormai il monopolio egiziano non esiste più, soprattutto a favore di altre cinematografie (tunisina, marocchina, libanese, irachena, palestinese, e così via). Per giunta, si è in una fase di internazionalizzazione del cinema arabo, presente ormai anche nei più prestigiosi festival internazionali in Europa e negli Stati Uniti”. Sul versante persiano, il cinema racconta l’Iran odierno nelle sue varie sfaccettature con l’intento di “far conoscere agli studenti diversi aspetti della cultura persiana attraverso una forma narrativa, quella cinematografica, molto rappresentativa di questo paese oggi”, informa la prof.ssa Natalia Tornesello. Nello specifico, gli studenti dei corsi di Lingua e Letteratura Persiana avranno l’opportunità di avvicinarsi “maggiormente alla lingua parlata nel quotidiano, dunque alle espressioni tipiche, alle varianti locali, alle parlate dei giovani, grazie al cinema, che in questo senso rappresenta un ottimo strumento glottodidattico”, continua la docente di Persiano. Ogni incontro è preceduto “da un’introduzione al film, al regista e ai temi trattati, tra cui il disagio sociale, i giovani e le loro aspirazioni, le guerre e le loro conseguenze. A tal riguardo, due dei tre film iraniani proposti affrontano questioni legate alle conseguenze della guerra Iran-Iraq”. Il cinema arabo e quello persiano hanno in comune, oltre che uno spiccato interesse per i temi sociali, “senz’altro anche il modo di narrare per immagini”. In particolare, il linguaggio delle immagini, “che consente di ‘dire senza dover dire’, riesce meglio della letteratura a superare i controlli della censura e a mostrare il volto più genuino della società iraniana e della sua cultura”. Dal punto di vista storico, si colloca intorno al 1930 la nascita di un’industria cinematografica in Iran. “Da allora in avanti il cinema ha fatto passi da gigante, pur con difficoltà oggettive che ha affrontato nel corso del tempo. La censura è un ostacolo con il quale da sempre sceneggiatori e registi, ma accanto a loro anche gli scrittori, devono fare i conti”. Invece, è negli anni Sessanta che nasce il cosiddetto ‘cinema impegnato’. Non a caso, “il cinema odierno di maggiore successo è proprio quello che si innesta sulla scia del cinema di impegno sociale di quegli anni, che tra l’altro lascia trasparire l’influenza del neorealismo italiano”. 
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