Angelica, studentessa giramondo, dal Cile alla Svizzera passando per l’Inghilterra

Un’esperienza giuridica totalizzante: così definisce il suo viaggio Angelica De Vito, 23 anni, all’ultimo anno di Giurisprudenza, rientrata a dicembre dal Cile e attualmente in Svizzera per terminare la sua tesi di laurea. “In regola con gli esami, desideravo partire per l’Erasmus. Con una tesi in materia penalistica concernente il trapianto d’organi, la Svizzera era di sicuro la scelta più ovvia”, racconta la studentessa che ha sempre sognato di dare un’impronta internazionale al suo percorso universitario. “Anni fa partecipai alla Moot Court in Diritto Romano, lì conobbi una ragazza che nell’ambito del progetto di internazionalizzazione si trovava in Canada. Ne parlai subito con la prof.ssa Masi ma all’epoca non c’erano possibilità”. Ha dovuto attendere due anni: “quando si è aperto il bando per il Cile avevo già presentato la domanda per l’Erasmus. Dovevo restare in Svizzera 9 mesi, ma sono riuscita ad ottenere una riduzione e sono volata in Sudamerica, senza nessuna consapevolezza di quello che avrei incontrato”. 
Vivere lì si è rivelato difficile, soprattutto per il tenore di vita molto elevato. È tutto molto costoso: “dall’affitto al cibo”. Così “ho capito che sarebbe stato difficile riuscire a mantenermi senza lavorare. Mentre studiavo per i miei due esami, ho iniziato ad impartire lezioni di italiano ed inglese a 20 studenti. La mattina andavo all’università e il pomeriggio davo lezioni private”. Tra una pausa e l’altra: “ho viaggiato molto e conosciuto altrettante realtà. Sono stata sull’Isola di Pasqua, in Bolivia, in Perù, in Argentina, dove il club Forza Napoli mi ha fatto sentire a casa”. 
Dopo aver terminato gli esami, l’Università del Cile “mi ha proposto di restare e di svolgere un dottorato per 4 anni. È un’opportunità che sto valutando e dopo la laurea deciderò il da farsi. Vivere in Cile non è stato facile, quasi nessuno parla inglese e ho dovuto imparare lo spagnolo da sola, eppure partirei di nuovo, senza pensarci”. La studentessa invita gli studenti a partire, sperimentare, senza avere paura: “Da quando frequento Giurisprudenza non ho mai trascorso un anno intero a Napoli. Dopo la Moot Court mi è stata offerta una borsa di studio per Oxford. Poi sono stata negli Stati Uniti per un corso di formazione. Non accetto che i miei colleghi dicano che l’università non propone nulla, il Dipartimento è stato fondamentale per me, soprattutto la prof.ssa Masi e il prof. Cascione i quali, quasi come dei genitori, hanno creduto nelle mie potenzialità e mi hanno aiutata. Ricordo che al primo anno avevo un inglese mediocre, da sola, impegnandomi, ora parlo un inglese ottimo. Crederci e non arrendersi è la chiave del successo”. 
Grazie alle Borse di studio che da qualche anno “prevedono l’assegnazione di contributi per favorire la mobilità degli studenti universitari – per lavori di ricerca finalizzati all’elaborazione della tesi di laurea presso istituzioni estere con cui l’Ateneo ha in corso accordi regolarmente sottoscritti – ogni anno sono partiti due studenti della Federico II per soggiorni di ricerca della durata massima di tre mesi. In questo modo – commenta la prof.ssa Masi, responsabile di diversi accordi di Ateneo con Università straniere tra le quali: l’East China University di Shangai; l’Université Laval di Québec (Canada); l’ITAM (Messico); Guayaquil (Ecuador); Pontificia Universidad Catolica del Cile – si rendono vivi e attivi gli accordi, registrando soddisfazione da entrambe le parti”. 
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