Annalisa, neo matricola, racconta…

Precisione, ambizione, cuore e tanta curiosità. Secondo Annalisa Bono, neo-matricola di Biotecnologie per la Salute, sono queste le qualità che uno studente dovrebbe avere nella sua cassetta degli attrezzi per diventare un buon professionista nell’area medica. “E io credo di averle”, spiega. Sogno nel cassetto“ è quello di aiutare le persone. Sono la tipa che, se vede in strada qualcuno che sta male, si ferma per dare una mano. E vorrei che questa mano diventasse professionale”. Dai suoi calcoli, il Corso in Medicina sembra allontanarsi: “Credo di essere rimasta poco sotto la soglia minima per essere ammessi. Forse avrò qualche chance con lo scorrimento. Da un lato mi dispiace, dall’altro sono contenta del risultato perché vengo da un liceo linguistico ed ero piuttosto svantaggiata. Nell’ultimo anno ho studiato sodo. Ho seguito un corso di preparazione, mi sono esercitata e ad agosto ho studiato ogni giorno per cercare di recuperare quello che non avevo fatto in cinque anni”. Intanto, ha partecipato alle selezioni per l’accesso anche ai Corsi di Biotecnologie per la Salute e Farmacia entrando in graduatoria in entrambi i casi: “Mi sono immatricolata a Biotecnologie da poco. Trovo che sia un Corso che tratta un settore nuovo e molto moderno e che potrebbe portarmi, poi, nell’ambito della ricerca. Sarebbe un altro modo per offrire il mio aiuto alle persone. Probabilmente l’anno prossimo proverò di nuovo il test per Medicina, ma potrei anche decidere di continuare il percorso che comincerò a breve”. Appassionata di Biologia e Anatomia, si definisce curiosa e desiderosa di approfondire il suo bagaglio, ed è pronta a dare il meglio di sé: “Non mi fermo mai, sono stata capace di studiare anche fi no alle quattro del mattino. Magari a volte finisco per applicarmi un po’ troppo nelle cose che faccio, ma ho anche tanti hobby: suono il piano, mi piacciono l’arte e la lettura, ho studiato la tromba, l’organo e ho preso delle certificazioni di lingue”. Il momento più atteso: “Il ritorno in presenza. Gli assembramenti mi preoccupano un po’ perché, talvolta, noi ragazzi siamo un po’ irresponsabili, ma non vedo l’ora di entrare in quello che tutti definiscono un mondo completamente diverso dalla scuola. So che lo studio sarà duro, ma è giusto così. Il lavoro che andremo a fare ci richiede responsabilità e preparazione”.

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