Antonio, tirocinante in Barilla, racconta…

È un’esperienza formativa ed entusiasmante quella che sta vivendo Antonio Lubrano, studen te all’ultimo anno della Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Dal 4 febbraio è a Novara, nella sede Barilla che si occupa della produzione di biscotti e cracker, per un tirocinio che si concluderà alla fi ne di luglio. “L’anno scorso, tra settembre e novembre, avremmo dovuto incontrare all’università alcuni rappresentanti della Barilla per dei colloqui conoscitivi senza impegno, ma l’incontro fu annullato. Io avevo comunque inoltrato la mia candidatura. Mi mancavano quattro o cinque esami e avevo cominciato a lavorare, nel laboratorio di Ingegneria sanitaria, ad una tesi sulla valorizzazione energetica degli scarti agro-alimentari come la paglia di grano con cui si producono la pasta e la farina di grano tenero per i biscotti”, racconta Antonio. Poi, a gennaio, la sorpresa: “Fui contattato dall’azienda e mi fu chiesto se fossi interessato ad un colloquio motivazionale per un eventuale tirocinio e un’esperienza nell’ambito hse, salute – sicurezza – ambiente”. Antonio opera principalmente nel settore della sicurezza: “Il mio progetto è parte di un piano in quattro step e riguarda principalmente le misure di sicurezza. Il mio lavoro è di tipo progettuale e riguarda, ad esempio, protezioni di cui devono essere dotati i macchinari come microinterruttori per evitare che un’operazione non voluta possa provocare danni anche agli operai che li utilizzano, barriere elettriche, carter per proteggere parti delle macchine”. Si tratta di un lavoro che richiede competenze tecniche, ma anche capacità comunicative: “Bisogna mediare tra la soluzione tecnica migliore e l’ergonomia di chi lavora e ascoltare chi opera in un determinato ambiente o con un macchinario. Se un operaio deve compiere una manovra, non glielo si può impedire, ma si deve trovare un compromesso. Ascolto chi lavora, progetto una soluzione e poi ne discuto con la mia tutor. Operiamo per la sicurezza anche dell’ambiente di lavoro, se c’è uno scalino troppo alto, uno spigolo pericoloso, o un problema ai quadri elettrici”. La giornata di lavoro di Antonio è intensa: “Sono in uffi cio con la tutor, poi seguo le linee produttive e svolgo dei controlli. Verifi co che tutti gli operai abbiano auricolari, cuffi ette, copribarba, guanti, che tutte le protezioni funzionino. Ci sono audit giornalieri che riguardano sicurezza, qualità, pulizie, manutenzione. Ogni mattina c’è una riunione in cui si analizzano i dati di produzione della giornata precedente. Quando sono arrivato in azienda si era al terzo step che riguardava alcune modifi che alle macchine, ad aprile è partito il quarto che prevede l’adeguamento di altre macchine. Bisogna fare anche una stima dei costi e trasmetterla alla sede centrale di Parma”. Si tratta di un lavoro in continuo aggiornamento: “Quella che si pensava fosse la soluzione defi nitiva, invece, va rivista per rispondere a nuove esigenze. Se funziona, non si cambia, ma si ripristina o la si migliora”
Un Corso di Laurea “bellissimo”
Ma Antonio è ancora uno studente e l’università non si può trascurare: “Quando sono arrivato mi mancavano ancora due esami. Qui sono stati tutti molto gentili e disponibili. A inizio maggio c’era un esame molto importante, Impianti di trattamento delle acque, a cui tenevo molto. Mi hanno dato due settimane libere per tornare a Napoli e studiare. L’esame è andato bene, mi piace molto l’argomento. Anche nello stabilimento di Novara c’è un impianto di depurazione dove trascorro molto tempo. A Novara ho trovato casa ad un chilometro dallo stabilimento. Quando è bel tempo vado a lavoro a piedi o in bici, altrimenti prendo il pullman. In azienda ho la mensa e ricevo anche un rimborso spese”. Gli interessi di Antonio sono molteplici: “Il mio Corso di Laurea è bellissimo perché è molto variegato. A scuola mi piaceva la chimica, ma non volevo iscrivermi ad Ingegneria chimica perché era troppo monotematica. Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio fonde chimica, impianti, sicurezza, modellazione, strutture, c’è una parte informatica e una dedicata ai trasporti. Mi allettava e mi alletta tuttora perché è un Corso molto versatile. Ti dà la possibilità sia di stare in laboratorio, sia in azienda, sia sul campo, in cantiere o in un impianto. Puoi scegliere come muoverti a seconda delle tue inclinazioni. Personalmente, mi piacciono le cose sul campo per vedere, esplorare e parlare con le persone”. Le competenze che offre l’università preparano effettivamente al mondo del lavoro? “Durante il corso abbiamo fatto varie visite guidate, ma ovviamente non potevamo toccare nulla, solo guardare. Ora io sono operativo e ho delle responsabilità. Dal punto di vista teorico siamo coperti sugli impianti di depurazioni, sui rifi uti e altro, mentre sulla sicurezza c’era solo un esame da dodici crediti. È un campo vastissimo e anche in questi sei mesi di tirocinio non si può imparare tutto. Magari si potrebbe inserire qualche esame in più sulla sicurezza, anche a scelta. L’università comunque ti dà la forma mentis. Qui, ad esempio, sto cercando di imparare quanto più possibile sulle macchine. Le conoscenze che abbiamo sono suffi cienti per intraprendere un percorso professionale valido”. Progetti per il futuro? “Spero di poter fare un lavoro che mi permetta di crescere a livello professionale e personale. Le parole d’ordine sono miglioramento e innovazione. Non bisogna innovare solo quello che c’è intorno a noi ma anche noi stessi”, conclude Antonio.
Carol Simeoli
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