Archeologi o Storici dell’Arte?

La Magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte è “un Corso Interclasse, denominazione che da subito inquadra la natura ibrida e interdisciplinare dei due percorsi proposti: archeologico e storico-artistico”, afferma la prof.ssa Carmela Capaldi, Coordinatrice del Corso e docente di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana, accogliendo, il 9 ottobre, una platea numerosa di studenti iscritti al primo e al secondo anno. Motivo dell’appuntamento – si è svolto nella sede di via Marina del Dipartimento – uno screening generico di introduzione alle discipline di studio previste al primo anno, alcune delle quali comuni ai due curricula, volti ambedue alla formazione di “avanzate competenze storiche e critico-metodologiche relative allo sviluppo delle arti e di abilità pratiche nella conservazione, gestione, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale”. Curricula da intendersi al pari di rette parallele, orientate verso professioni diverse: archeologi o storici dell’arte, distinzione che apparirà più marcata in base alla scuola di specializzazione che il laureato deciderà di intraprendere in seguito. Ciononostante, non manca, di tanto in tanto, un trait d’union a cavallo tra i due percorsi. Tra gli esami ‘ponte’ a scelta libera dello studente ve ne sono molti nell’ambito della storia o della filologia antica o medievale e altri insegnamenti caratterizzanti, come Lingua e Letteratura Latina o Teoria e Storia del Restauro. “Una summa di diversi saperi in cui l’archeologia compare al vertice della piramide”. Questo perché “non vi è conoscenza senza confronto, analisi e comparazione tra dati teorici e concreti. E noi archeologi facciamo parlare la materia, senza però trascurare gli studi umanistici ad ampio raggio”. In ogni caso, per ora niente paura, perché “ogni studente può comunque modificare in itinere la propria scelta, purché questa diventi definitiva al momento dell’iscrizione al secondo anno”. Imprescindibile è una forte motivazione in partenza. “Non optate per questo Corso solo perché al triennio avete studiato Archeologia e Storia delle Arti, ma siate spinti a compiere questa scelta perché consapevoli dei vantaggi derivanti da un’offerta formativa di altissimo livello”. Al biennio ciò che conta è soprattutto il perfezionamento di capacità già acquisite a livello di base. Pertanto, “approfittate adesso per dare esami che non avete avuto modo di sostenere prima d’ora”. Tra quelli nuovi, figura l’insegnamento di Numismatica, impartito dalla prof.ssa Marina Taliercio al primo anno, ossia studio e ricerca volti “alla ricostruzione della cornice storica, geografica, politica ed economica sulla base del documento monetale. ‘Come vanno trattati i rinvenimenti monetari del mondo antico?’, la domanda che ci poniamo. Per trovare la risposta alle lezioni frontali uniremo tutta una serie di esercitazioni e sopralluoghi sul campo”. Altra disciplina che salta all’occhio è Disegno, materia tecnica prevista invece al secondo anno, di cui offre una panoramica il prof. Ruggero Morichi. “Sentir parlare di disegno ad Archeologia non è un fatto usuale, dieci anni fa non si faceva. Eppure, è fondamentale per un aspirante archeologo imparare a leggere e decifrare l’architettura classica”. Finalità del corso è l’apprendimento di tecniche di rilievo e analisi di monumenti antichi. “In 30 ore non imparerete certo a disegnare con mano, ma sicuramente disporrete di tutti gli elementi per farlo attraverso il computer”. Nel confronto con i docenti emergono molti dubbi, curiosità e chiarimenti da parte degli studenti in merito all’organizzazione generale del Corso di Studio e la disposizione definitiva delle aule. La prima novità nel passaggio Triennale-Magistrale “sta senza dubbio nel funzionamento dei singoli corsi – riprende la prof.ssa Capaldi – e le linee metodologiche a essi connessi”. In particolare, “si passerà dai corsi generali a corsi monografici, ma non dovrete mai abbandonare l’abitudine di tenere i vecchi manuali sulla scrivania che vi capiterà di dover rispolverare con costanza”. Per qualsiasi altro genere di richiesta, “un buono studioso sa che è suo compito sottoporre sempre al vaglio critico le informazioni. Al posto di affidarvi a un collega per conoscere il programma d’esame, è bene rivolgersi prima al docente e passare per i canali istituzionali, certamente più attendibili”. Del resto, chi meglio di uno studioso del mondo classico conosce la differenza tra fonti primarie e secondarie? Eppure, tutt’oggi ci si interroga ancora rispetto al classico. “La cultura degli antichi Greci e Romani non è qualcosa di superato, bensì una forma mentis che ha dominato per secoli a livello interplanetario e continua a tramandarci una preziosa eredità”. I beni culturali non sono che una testimonianza diretta per “attraversare il passato presente, i valori di una civiltà e le ripercussioni storiche di questi valori nell’interazione tra popoli e identità, anche nell’epoca della cultura di massa”.
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