Architettura parla inglese

Molteplici e interessanti le iniziative in cantiere alla Facoltà di Architettura di Aversa che guarda sempre più all’internazionalizzazione. “Abbiamo pensato a tante attività e iniziato già a realizzare qualcosa”, afferma la prof.ssa Ornella Zerlenga, Presidente del Corso di studi integrato Triennale in Design e comunicazione/Design per la moda. Partiamo da un ampio progetto didattico-scientifico. “E’ articolato in quattro sezioni. La prima è ‘Yes, you can’. Si basa su conferenze programmate a cadenza mensile, durante le quali invitiamo nostri giovani laureati a raccontare le loro storie di successo post-lauream (si tratta di ragazzi che, talvolta, lavorano all’estero o, ancora meglio, hanno trovato un inserimento professionale nel nostro territorio). La seconda sezione è ‘Teaching Design in Italy’ e consiste in lezioni o seminari tenuti da illustri docenti di Università pubbliche e professionisti del settore; c’è poi ‘Design in the world’, conferenze con personaggi della scena internazionale, e, infine, ‘Design Factory’, incontri con personalità del mondo dell’imprenditoria”. Un’attività costante che, oltre ad accrescere la formazione dei giovani architetti, i quali rispondono con una buona partecipazione, crea stimoli durante il percorso di studi. Sulla scia, poi, dei risultati positivi del Corso di Laurea in Architecture-Interior Design and for Authonomy, interamente in inglese, la Facoltà pensa di incentivare e proporre lo studio di insegnamenti in lingua. “Abbiamo intenzione di introdurre almeno una materia in inglese, anche nei percorsi triennali, magari qualche insegnamento più specifico legato alla comunicazione e alla moda”. Quello dell’internazionalizzazione è un punto sul quale si sta lavorando molto. “Vorremmo attivare la Magistrale in Design per l’innovazione sostenibile in inglese, con l’obiettivo di avviare uno scambio internazionale di studenti”. Spazio anche alle attività formative dal taglio pratico che si sviluppano nei laboratori. “L’idea è quella di attivare laboratori strumentali che interessino l’aspetto del fare, come, per esempio, un laboratorio di comunicazione multimediale, e ampliare quello già esistente di Prototipazione”. Sul piano della didattica, “sono tutte iniziative che hanno, tra gli obiettivi, quello di aprire la formazione all’apporto sinergico di più discipline”, conclude la Zerlenga.
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