Armato: “i nuovi CdiA costano troppo”

“I nuovi Consigli di Amministrazione degli Adisu – le Aziende per il Diritto allo Studio regionale che sostituiscono i vecchi Edisu – costano troppo. Essendo le indennità dei consiglieri collegate alle retribuzioni dei consiglieri regionali. Non vorrei che questi fondi fossero sottratti all’assistenza ed alle borse di studio”. Per questo motivo, intorno alla metà di gennaio, ha incontrato i vertici dei diversi Adisu chiedendo loro di contenere questa spesa in limiti ragionevoli. A parlare è l’assessore regionale all’Università e Ricerca Scientifica, Teresa Armato, raggiunta da Ateneapoli, che alla lettura dell’articolo dello scorso numero del giornale si è piuttosto allarmata. Motivo? Le  ipotesi che ogni Adisu possa ritrovarsi con spese aggiuntive dell’ordine dei 3-400.000 euro l’anno lordi, tra compensi per i consiglieri e i revisori dei conti; ed il rischio concreto che a rimetterci possano essere i servizi agli studenti con eventuali tagli a borse di studio, servizio mensa e contributo Erasmus. Non a caso, più d’uno, e tra questi il rettore dell’Università Parthenope, prof. Gennaro Ferrara, nella relazione all’apertura dell’anno accademico, il 23 gennaio, ha chiesto, ufficialmente, una legge ad hoc di copertura degli oneri aggiuntivi provenienti dagli stipendi ai consiglieri di amministrazione (passati da circa 60 euro a seduta agli attuali 1.000 euro mensili). “La legge sui nuovi Adisu con la retribuzione ai consiglieri del CdiA è una legge regionale e va dunque attuata. Però il problema c’è, perciò ho avviato una riflessione, ho posto un quesito e si dovrà trovare una soluzione” afferma l’assessore. Qual è la sua proposta? “Ho incontrato i presidenti delle Adisu. Adesso stiamo verificando quali strumenti mettere in campo per poter salvare le rappresentanze senza tuttavia gravare sui costi totali di gestione”. Come coprire i costi aggiuntivi? “Recupereremo i fondi attraverso una variazione di bilancio per l’anno corrente. Non basta comunque una delibera per risolvere il problema, occorre senza dubbio un aggiornamento della legge che dia una risposta definitiva al problema. Soprattutto in riferimento alla questione ben più pressante della coerenza tra il diritto allo studio e la relativa copertura finanziaria”. Carenza di personale nelle Adisu. È un altro dei problemi evidenziati da Rettori e Adisu. “Stiamo verificando la possibilità di una mobilità interna di concerto con l’assessore al Personale. Naturalmente su questo delicato tema ascolteremo i sindacati con i quali, tra l’altro, approfondiremo anche la questione del diritto allo studio”. 
Carratore: “disponibile
a rinunciare all’indennità”
Dal consigliere di amministrazione Adisu, Luca Carratore, riceviamo una puntualizzazione. “Vorrei fare alcune precisazioni riguardanti le mie dichiarazioni, comparse sull’ultimo numero di Ateneapoli, nell’articolo riguardante lo stato di attuazione delle A.Di.S.U. e i problemi connessi. 
Non era mia intenzione invitare l’Assessore Teresa Armato “ad impegnarsi nell’elaborazione di una legge ad hoc per gli stipendi dei consiglieri”. “Premesso che per arrivare a ricoprire incarichi così importanti, soprattutto nell’ambito della rappresentanza studentesca, c’è bisogno di una grande passione, dedizione, consapevolezza di rappresentare una categoria (quella degli studenti) che va sempre più tutelata e che deve assumere un’importanza centrale nelle scelte strategiche dell’Ateneo come delle Aziende che devono assicurare il diritto allo studio. Non sono certo i compensi economici, dunque, le motivazioni che spingono ad intraprendere un’esperienza di questo genere (almeno questo è il mio modesto parere) perciò ribadisco la mia disponibilità a rinunciare all’indennità.
Tuttavia i corrispettivi dovuti a ciascun Consigliere di Amministrazione delle nuove Aziende per il Diritto allo Studio Universitario sono definiti dalla Legge Regionale N. 21 articolo 20 comma 8 e calcolati in percentuale sulle spettanze di un consigliere regionale. Ogni valutazione in tal senso deve essere presa dall’Assessore”. “E’ ovvio che il diritto allo studio ha bisogno di interventi più rapidi e di un impegno finanziario regionale concreto… Perché le 13.519 domande di borse di studio pervenute nell’ultimo bando sono il sintomo di quanto, ancora oggi, ci sia bisogno di un sostegno per garantire realmente a tutti il diritto alla conoscenza, alla speranza in un futuro migliore. Gli 8.440 idonei attendono una risposta reale: vogliono sapere se possono portare a termine il loro anno di studi tranquillamente o se devono fare qualche altro sacrificio e sperare nel prossimo concorso”.
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