Aule meno affollate ai corsi del secondo semestre

Ricomincia il tran tran dei corsi all’Orientale. Sembrano essersi attenuati i problemi riscontrati all’inizio del primo semestre. Gli orari dei corsi sono più accessibili, le aule sono meno affollate. “L’inizio del secondo semestre è stato molto più tranquillo rispetto al primo – afferma Iuliana Boghean, studentessa al primo anno del Corso di Laurea in Mediazione linguistica e culturale della Facoltà di Lingue. Iuliana è una simpatica ragazza di origini moldave che all’Orientale ha scelto di studiare russo e romeno. “Uno dei corsi più interessanti che seguo è proprio Letteratura romena con il professore Giovanni Rotiroti. Stiamo affrontando il secondo dopoguerra, in particolare tre autori incompresi che, costretti all’esilio, comunicavano tra loro attraverso le opere”. Continuano, invece, le lamentele riguardo le attrezzature messe a disposizione dall’Ateneo. “I microfoni funzionano a tratti per non parlare dei proiettori”, ci raccontano gli studenti. “Nella Tommaso Campanella, l’aula in Piazza del Gesù, la lavagna è vecchia e rotta”, afferma Sabrina, studentessa ventenne al secondo anno di Lingue, Lettere e Culture comparate. Sotto il mirino degli studenti anche alcuni docenti. Quanto è importante che il professore coinvolga gli studenti durante le lezioni? “Molto, perché ti spinge ad avere voglia di studiare”, asserisce Luca, collega di Sabrina. Si sfogano con noi, circa questa questione, tre matricole iscritte alla Facoltà di Lingue Carmine, Ilia e Valentina. “Durante il primo semestre, quando vedevano le aule stracolme, i docenti ci invitavano a lamentarci in presidenza ma sembrava proprio che a loro la cosa non interessasse – raccontano – Addirittura per il corso di Letteratura inglese I la docente aveva un specie di lista con i nomi degli studenti che avrebbero dovuto seguire le sue lezioni. Sulla carta saremmo dovuti essere 107 ma nella realtà eravamo molti di più. Quindi lei ha ben pensato di invitarci a seguire il corso di un altro docente che aveva il programma più o meno uguale”. Un appunto alla prof.ssa Sandra Marina Carletti di Lingua cinese III: “Vuole che le traduzioni siano fatte necessariamente con le parole da lei indicate. Anche usare sinonimi diventa un errore”, raccontano Simona Iodice, Giorgia Pellino e Alessia Vinciguerra, tre ragazze al secondo anno fuori corso. Nonostante questa piccola nota negativa, sembrano migliorate di molto le condizioni in cui si seguono i corsi di lingua cinese. Durante il primo semestre, infatti, prima delle lezioni di Cinese I e II c’era la fila fuori dalle aule. “Adesso, come per tutti gli anni, la situazione è cambiata. Molti studenti o cambiano lingua o smettono di seguire – racconta stavolta Katia, studentessa al primo anno di Lingue, Lettere e Culture comparate – Certo, per Cinese I capita ancora di stare seduti a terra delle volte”. Nonostante questi problemi, si riconosce l’importanza di seguire le lezioni e quasi tutti affermano: “frequentare il corso, se fatto bene, ti mette in condizione di essere avvantaggiato quando si preparano gli esami”. 
Marilena Passaretti
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