Biblioteca, riaprirà entro gennaio

Interessante Consiglio di Facoltà il 4 dicembre a Giurisprudenza. Innanzitutto sono state stabilite un po’ di date: il 13 dicembre sarà ufficialmente inaugurato l’anno accademico, mentre dal 12 al 15 saranno bloccate le lezioni delle cattedre I, III e IV per l’allestimento dei seggi per le elezioni studentesche all’Edificio Marina in via Porta di Massa. Biblioteca: il Preside Luigi Labruna ha spiegato nei dettagli i motivi della chiusura obbligata dei locali per la messa in sicurezza secondo le norme di legge vigenti ed ha assicurato che dovrebbe prevedersene la riapertura al pubblico entro il mese di gennaio. Nel frattempo è stata ribadita la possibilità per gli studenti di usufruire della biblioteca di Castelcapuano o, in casi eccezionali (vedi tesisti giunti al termine del lavoro) di ottenere permessi speciali per avere testi anche a biblioteca universitaria ancora chiusa. E sempre in tema di libri, va segnalato che anche il Dipartimento di Economia Politica, a via Mezzocannone 16, presto cambierà il suo look: grazie all’arrivo di circa 10mila nuovi testi, infatti, si provvederà all’adeguamento dei locali di consultazione ed all’apertura di spazi finora interdetti agli studenti.
Cattedre e docenti. Bisognava coprire gli insegnamenti di Filosofia del diritto III cattedra e Storia delle dottrine politiche: il primo è stato affidato con supplenza gratuita (e dopo alterne vicende) al professor Francesco De Sanctis, rettore del Suor Orsola Benincasa, il secondo vedrà in prima linea il professor Angelo Abbignente. Un bando esterno è stato invece fissato per Diritto industriale, insegnamento prima affidato al professor Carlo Di Nanni, che pure ha i suoi grattacapi dovendo già dividersi tra le due cattedre di Diritto commerciale (una è quella lasciata scoperta dal professor Campobasso), e quella all’Accademia Aeronautica. Per quanto riguarda Diritto sindacale, annotiamo che la relativa cattedra sarà occupata dal professor Raffaele De Luca Tamajo, fresco rientrante in Facoltà; ultima novità quella che riguarda il professor Antonio Venditti, che andrà ad insegnare anche alla Seconda Università.
Altra spinoso punto di cui si doveva discutere in Consiglio: il ruolo della Commissione Didattica. Nonostante la lettura del verbale-documento, così come congegnato nell’ultima seduta dell’organo diretto dal professor Bruno Jossa, la facoltà non si è ancora espressa in maniera univoca e diretta. Una lieve consolazione è venuta da una mezza promessa che la Commissione avrà una piccola voce in capitolo anche per quanto riguarda la riforma del 3+2, come capiremo tra un attimo. Va detto che al Collettivo ed all’associazione Hic et Nunc (che ne avevano fatto richiesta) è stata negata la possibilità di prendere parte alle future sessioni di lavoro dell’organo. 
Prima di approfondire il discorso sulla riforma, segnaliamo un intervento del professor Mario Porzio il quale, mentre si parlava di tesi, ha lievemente polemizzato con quei colleghi ‘rei’ di attuare ancora discriminazioni tra gli studenti che ne fanno richiesta. Un esempio su tutti quello del professor Tullio Spagnuolo Vigorita il quale, per concedere tesi in Storia del diritto romano, richiederebbe addirittura conoscenze di lingua tedesca e cose di questo genere.
E veniamo, dunque, alle tappe di avvicinamento al misterioso 3+2. A gennaio il preside Labuna convocherà tutti i Direttori di Dipartimento (ma i lavori potrebbero essere allargati ad altri soggetti) allo scopo di nominare una commissione che si occupi esclusivamente della riforma universitaria. Nel frattempo il professor Sandro Stajano, docente di Diritto costituzionale, è da considerarsi delegato ‘in pectore’ del preside per la questione riforma, avendo anche preso parte, in sostituzione di Labruna, all’ultima Conferenza dei presidi. 
Ultima notazione di tipo economico: la facoltà ha chiuso il bilancio annuale con un attivo di oltre cento milioni di lire, 70 dei quali dovrebbero essere destinati alla sistemazione di attrezzature didattiche e scientifiche.
Mentre andiamo in stampa ci sono arrivate anche delle proteste di alcuni studenti che lamentano le difficoltà a parcheggiare la propria autovettura nel garage di via Porta di Massa. Pare che non basti più dimostrare di essere studente portando con sé il libretto universitario, ma sia ora necessario avere un permesso dall’ufficio dell’Economato. Permesso sul quale andrebbe apposto il numero di targa di una sola autovettura.   (Marco Merola)
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