Biologia, materia affascinante per gli studenti di Medicina

Standing ovation per il professore di Biologia molecolare Nicola Zambrano e soddisfazione generale per gli insegnamenti, da un lato. Difficoltà con le strutture e problemi con le date d’esame che si sovrappongono ai corsi, dall’altro. È questo il viaggio in chiaroscuro compiuto attraverso le parole degli studenti del Corso di Laurea in Medicina. Prepararsi per l’esame o seguire il corso? Il dilemma è di Marco Cerbone, studente del terzo anno: “a ottobre c’è una sovrapposizione tra le date d’esame e i corsi. L’appello in più è sicuramente una cosa utile per noi, però abbiamo l’obbligo di frequenza che ci crea difficoltà”. Insiste su questo punto la sua collega Raffaella Buonanno. A suo avviso, il problema di base “è la propedeuticità. Magari l’anno lo passi pure, ma risulta inutile seguire obbligatoriamente i corsi se non si può dare alcun esame. Credo che sarebbe opportuno fissare più sessioni, magari a marzo e ad aprile”. Poi, aggiunge: “soprattutto i primi anni si potrebbe riorganizzare l’ordine degli esami. Io ho trovato molta disparità tra i due semestri come entità e mole di studi. Magari Biologia potrebbe passare alla prima parte dell’anno”. Entrambi si ritrovano su un punto: “i rappresentanti si stanno impegnando tanto per creare un’università a misura di studente, dove si possano dare gli esami scandendo i propri ritmi autonomamente. Nella realizzazione di questi traguardi speriamo in una collaborazione costruttiva del corpo docente”. Quello degli esami non è un problema per Giuseppe Petrarca, del secondo anno, che sottolinea come il disagio sia limitato nel tempo: “l’accavallamento dei corsi con gli esami riguarda solo una settimana, quindi non è un particolare problema”. La difficoltà per lui è un’altra: “la videoconferenza non funziona bene. Per fortuna il livello dei professori è buono”. Di tutti i docenti, ma di due in particolare: “De Vendittis per Chimica e Zambrano per Biologia”. Si unisce al coro dei pro Zambrano anche Donato Farinaro, sempre del secondo anno: “il professore è veramente molto preparato ed è sempre chiaro nelle spiegazioni. È quello che mi ha colpito di più”. Rincara la dose un suo collega, che preferisce rimanere anonimo: “anche a me è piaciuto il prof Zambrano, perché come ha spiegato Biologia è stato qualcosa di veramente affascinante”. Di opinione leggermente diversa il loro compagno di corsi Roberto Liorio: “il corso di Biologia è stato quello migliore per adesso. Io però ho preferito il professor Garbi”. A parte queste felici parentesi, anche per loro l’università finora non è stata una passeggiata. A Donato hanno creato difficoltà soprattutto “l’organizzazione delle aule e gli spostamenti, perché le lezioni non si tengono in un singolo edificio”, mentre, per Roberto, il problema riguarda “la segreteria, perché c’è solo una persona allo sportello. A volte bisogna fare delle file interminabili”. Aule e mole di studio, invece, gli ostacoli evidenziati da Vittorio Loffredo, del secondo anno: “un problema è la struttura, perché fare un esame senza il banco è difficile. Già c’è la pressione della prova, poi non si sa dove poggiare le cose e quindi si va in panico. Inoltre, poiché i programmi sono molto ampi, si dovrebbe dare un numero maggiore di appelli e più prove intercorso, perché è difficile portare tutto in un unico blocco”. Materia preferita finora? “Sicuramente positivo il corso di Biologia, tenuto dai professori Zambrano e Garbi”. Il ritornello prosegue anche con Luigi: “i professori di Biologia, Zambrano e Garbi, hanno spiegato molto bene. Ma comunque quasi tutti i professori sono validi”. Stesso discorso per Davide: “il corso di Biologia è stato fatto molto bene”. Per entrambi, studenti del secondo anno, un handicap, il tempo: “gli orari dei corsi sono sostenibili. Seguiamo la mattina dal lunedì al venerdì. Il tempo per studiare però è ridotto, quindi a volte bisogna sacrificare il corso o restare al Policlinico fino a tarda sera”. Un modo per ottimizzare lo studio è frequentare il corso. Questo almeno è il parere di Gabriele De Santo, anche lui del secondo anno: “i professori sono molto competenti. Si nota molto la differenza tra studiare da soli a casa e venire a seguire. La frequenza ti dà un grosso vantaggio. Purtroppo ci sono dei problemi tecnici, anche se quest’anno sono minori rispetto all’anno scorso. Qualche volta non ha funzionato la videoconferenza, però il problema, almeno per noi, è stato risolto”. Chiare anche per lui le idee su chi, tra i docenti fin qui conosciuti, lo ha colpito di più. Questa volta il nome cambia: “mi sono piaciuti molto i professori di Anatomia Sciorio e Montagnani, anche come approccio che hanno avuto. Affrontare la materia in maniera a volte scherzosa ha reso tutto meno pesante. Spiegano bene e quello che insegnano è fondamentale”.
Ciro Baldini
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