Cambia il Corso di Laurea Magistrale in Psicologia

Attivato un nuovo Corso di Laurea Magistrale in Psicologia. Il 10 maggio si è svolto presso l’Aula Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici l’incontro destinato alla presentazione del percorso, scisso in due curricula: Psicologia clinica e di comunità e Psicologia dello sviluppo e dei processi di apprendimento. A portare i saluti istituzionali il ProRettore Arturo De Vivo: “Tenevamo fortemente a rendere concreto un mutamento sensibile alle esigenze dei nostri laureati della Triennale ristrutturando l’offerta didattica caratterizzante le discipline psicologiche”. La psicologia, nell’accezione di macro-categoria, costituisce infatti  un nucleo vitale all’interno di Studi Umanistici, come emerge in apertura nelle parole del prof. Edoardo Massimilla, Direttore del Dipartimento. “Il Corso in Psicologia è il risultato di una lunga riflessione critica – cominciata all’inizio dello scorso settembre – sull’offerta Dipartimentale, che ha anzitutto un compito etico verso gli studenti: offrire un sapere reale in cui didattica e ricerca siano strettamente connessi”. Inoltre, anticipa il Direttore, il Corso farà la sua seconda uscita pubblica in occasione dell’Open Day del 30 maggio. In merito all’organizzazione del Corso, “le attività didattiche si articolano in due indirizzi che presentano sì tratti in comune ma consentono al laureato di declinare le sue professionalità in ambiti assolutamente distinti, una differenza che prima d’ora non era percepibile”, commenta il prof. Francesco Palumbo, Coordinatore dei Corsi di Studio in Psicologia. Per accedere al Corso è previsto il numero programmato. Quanto alla distribuzione dei corsi, “abbiamo optato per la divisione su quattro semestri, convinti che questo possa agevolare gli iscritti per laurearsi in tempo”. La mission d’insieme è: “agganciare lo studio universitario al mondo professionale”. Nel pomeriggio sono stati testimoni di questo passaggio quattro esperienze di successo raccontate da ex-laureati presso l’Ateneo, che oggi ricoprono ruoli d’altissimo livello nei campi più disparati: “a testimonianza del fatto che la laurea in Psicologia può esser
foriera di percorsi inaspettati e strade inconsuete”. Conclude: “prevedo che tra le professioni in evoluzione nei prossimi 20 anni la psicologia occuperà un ruolo di prim’ordine”.
Competenze e opportunità
Il primo curriculum: Psicologia clinica e di comunità. “Sviluppare conoscenze teoriche, processi metodologici e strumenti tecnici finalizzati all’intervento psicologico entro i contesti”, dice la prof.ssa Maria Francesca Freda, docente di Psicologia clinica, illustrando le competenze professionali che s’intende formare attraverso molteplici dispositivi: “sostegno e cura, inclusione e sviluppo, prevenzione della salute e del rischio psicopatologico, promozione del benessere dell’individuo e dei singoli gruppi, come la famiglia e la comunità”. La filosofia soggiacente l’impostazione culturale del Corso pone un’attenzione particolare “oltre che alla teoria, ai modelli psicodinamici di ricerca e intervento, ai metodi delcolloquio, di gestione della consulenza e di valutazione analitica nell’interfaccia tra soggetto e tessuto sociale”. Tutto questo si accompagna in parallelo con il cosiddetto ‘know how’, un insieme di strumenti psicodiagnostici di indagine che si avrà occasione di mettere in pratica attraverso le esercitazioni. Ulteriormente lanciato verso la prassi psicologica è lo stage o tirocinio di orientamento che fornirà, in collaborazione con alcuni enti e tutor esterni, una partecipazione guidata al lavoro di psicologo. Secondo curriculum: Psicologia dello sviluppo e dei processi di apprendimento. “Cambiamento è la parola d’ordine”, esordisce il prof. Orazio Miglino, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione. “Cambiamento, perché quest’indirizzo forma professionisti con una visione interdisciplinare funzionale all’osservazione e all’intervento a sostegno dei processi di sviluppo, apprendimento e riabilitazione di persone – si pensi ad una classe scolastica e ai disturbi specifici dell’apprendimento – agendo su vari livelli, comportamentali e socio-relazionali per esempio”. C’è da dire in proposito che ad aver modificato radicalmente le prospettive della socialità è la rete. “In che modo il mondo di oggi richiede allo psicologo di intervenire? Come si è evoluta questa figura? E quali sono gli effetti collaterali causati dall’interazione con le nuove tecnologie?”, chiede il
docente proiettando in aula il video di una bambina di appena un anno che prova a leggere le riviste cliccandoci invano sopra, come se fossero dei tablet.
Laureati di successo
“Sfatiamo il mito del non-lavoro”,  afferma la dott.ssa in divisa Maria Carlino, psicologa in ambito militare. Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in Studi di genere e la specializzazione in Psicoterapia, “sono stata assunta da una cooperativa sociale, dopodiché ho scelto la via del libero professionismo lavorando come formatrice e docente in cattedra. Mai avrei immaginato una strada nelle Forze armate. Oggi mi occupo della valutazione psico-fisica e dell’idoneità al servizio dei militari”. Dopo un dottorato in Psicologia della salute e in seguito il concorso per l’insegnamento, l’operato della prof.ssa Daniela Pes, dirigente scolastico, va a collocarsi in una dimensione applicativa completamente diversa. Nello specifico, “il mio è un lavoro di supporto al personale
e assistenza alle utenze varie che confluiscono nel sistema scolastico volto a rinforzare i processi di convivenza all’interno dei gruppi”. È attualmente
Dirigente presso un Centro di riabilitazione sul territorio (Neapolisanit) il dott. Angelo Rega. “Il profilo dello psicologo comincia a guadagnare terreno nel settore sanitario privato: al di là della recente querelle sui vaccini, l’attività di ricerca e sviluppo che conduciamo ha per scopo l’educazione di soggetti con deficit fisici-psichici-sensoriali o affetti da disabilità transitoria”. Il suo consiglio è: “Seguire le proprie inclinazioni, senza mai perdere i contatti con l’Università e i propri mentori”. Infine, la dott.ssa Rossella Zufacchi, psicologa attualmente impiegata presso la Scuola Italiana Life & Corporate Coaching (AFG Group), spiega la flessibilità della sua figura nel programma d’azione di un’azienda. “Spesso si immagina lo psicologo clinico solo come colui che lavora a contatto con la patologia. Tutt’altro. C’è bisogno di interventi strutturati in qualsiasi luogo in cui s’intersecano percorsi individuali e collettivi di
crescita personale e organizzativa. Anzi, più si va avanti più si ramificano le possibilità per noi psicologi: nel caso delle aziende, con la leadership in store, l’implementazione dei processi di vendita e organizzazione strategica, le attività di formazione e coaching”.
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