Sono 55 mila gli studenti che lo scorso anno si sono immatricolati in una regione diversa da quella di provenienza e il flusso è unidirezionale da Sud verso Nord: il timore è la progressiva scomparsa degli Atenei meridionali. A lanciare l’allarme è l’autorevole voce di Adriano Giannola intervenuto al convegno ‘Innovazione e Mezzogiorno’ proprio in questi giorni, ma è già da diverso tempo che tra docenti e rettori delle università del Mezzogiorno si discute e ci si preoccupa circa l’inevitabile caduta nei nostri Atenei.
“C’è un’intera letteratura che sta venendo fuori sulla questione – fa presente il prof. Giannola, docente di Economia politica alla Federico II e Presidente dello Svimez – Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – Come Svimez abbiamo voluto organizzare una Consulta dei Rettori del Mezzogiorno perché c’è sì una consapevolezza diffusa, ma ancora non esiste un vero accordo, una linea programmatica su cui muoverci per sollevare e porre all’attenzione nazionale la situazione dei nostri Atenei”.
“Se si leggono i dati – spiega il noto economista – è evidente come sia stato portato avanti negli ultimi nove anni, dalla Gelmini in poi, un sistema in cui vengono tagliati i fondi per la ricerca, e di come il peggioramento si concentri al Sud. C’è una politica che sotto le vesti di una meritocrazia inesistente nasconde la volontà di un ridimensionamento degli Atenei nelle regioni del Sud Italia”.
In atto già da tempo una campagna, anche mediatica, che ha messo sulla gogna l’intero sistema universitario, dove gli Atenei sono visti come i luoghi di potere di baronie, in un Paese dove laurearsi sembra non servire più a nulla, e dietro la quale sembrano trovare giustifica politiche che hanno portato a tagli ai fondi destinati all’università sempre più forti, con un ridimensionamento del Fondo di Finanziamento Ordinario di oltre il 22% negli ultimi anni.
Così nella classifica OCSE sul numero dei laureati nel 2015, l’Italia si posiziona all’ultimo posto fra i 34 Paesi più industrializzati al mondo, con 24 laureati su cento giovani tra i 25 e i 34 anni, contro i 41 della media.
E se il calo delle immatricolazioni è generale, è proprio al Sud che si concentra il fenomeno, accompagnato da un ridimensionamento generale dei dipendenti del comparto università: “In questo quadro, si inserisce…
“C’è un’intera letteratura che sta venendo fuori sulla questione – fa presente il prof. Giannola, docente di Economia politica alla Federico II e Presidente dello Svimez – Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – Come Svimez abbiamo voluto organizzare una Consulta dei Rettori del Mezzogiorno perché c’è sì una consapevolezza diffusa, ma ancora non esiste un vero accordo, una linea programmatica su cui muoverci per sollevare e porre all’attenzione nazionale la situazione dei nostri Atenei”.
“Se si leggono i dati – spiega il noto economista – è evidente come sia stato portato avanti negli ultimi nove anni, dalla Gelmini in poi, un sistema in cui vengono tagliati i fondi per la ricerca, e di come il peggioramento si concentri al Sud. C’è una politica che sotto le vesti di una meritocrazia inesistente nasconde la volontà di un ridimensionamento degli Atenei nelle regioni del Sud Italia”.
In atto già da tempo una campagna, anche mediatica, che ha messo sulla gogna l’intero sistema universitario, dove gli Atenei sono visti come i luoghi di potere di baronie, in un Paese dove laurearsi sembra non servire più a nulla, e dietro la quale sembrano trovare giustifica politiche che hanno portato a tagli ai fondi destinati all’università sempre più forti, con un ridimensionamento del Fondo di Finanziamento Ordinario di oltre il 22% negli ultimi anni.
Così nella classifica OCSE sul numero dei laureati nel 2015, l’Italia si posiziona all’ultimo posto fra i 34 Paesi più industrializzati al mondo, con 24 laureati su cento giovani tra i 25 e i 34 anni, contro i 41 della media.
E se il calo delle immatricolazioni è generale, è proprio al Sud che si concentra il fenomeno, accompagnato da un ridimensionamento generale dei dipendenti del comparto università: “In questo quadro, si inserisce…
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 1/2016)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
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