Continuità. Coordinazione tra le tante voci che la compongono. Ricerca di fondi per proseguire il lavoro di ammodernamento strutturale che, mese dopo mese, ha rinnovato gli edifici 20, 6 e 7. In attesa delle prossime elezioni per il rinnovo della Presidenza (si dovrebbe andare al voto a marzo), tra bilanci e suggerimenti per il futuro si esprimono i Direttori dei Dipartimenti afferenti alla Scuola di Medicina. La struttura guidata dal prof. Luigi Califano
ha, di recente, accolto il Dipartimento di Farmacia del prof. Ettore Novellino: “portiamo le nostre esperienze sperimentali in tema di ricerca e sviluppo dei farmaci, di nutraceutici e di medicina del benessere. Allo stesso tempo, possiamo usufruire dell’esperienza clinica della Scuola per poter passare dal laboratorio all’utilizzo pratico”. Integrazione è la parola d’ordine pure quando si parla di didattica. Una linea testata nel recente passato: “nei nuovi Corsi a carattere nutrizionale, come Scienze nutraceutiche, hanno insegnato molti docenti di Medicina. La loro esperienza ha dato un plus alla nostra ricerca, favorendo il passaggio dalla pratica di laboratorio a quella clinica, fino ad arrivare all’utilizzatore finale del farmaco”. Sulla recente novità si è soffermato il prof. Giovanni Di Minno, Direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia: “ci stiamo ampliando come Scuola, con l’ingresso del Dipartimento di Farmacia. Bisognerà cercare di contemperare le esigenze di tutti”. Alla Presidenza il compito di “fungere da raccordo attivo tra le diverse parti”. Un lavoro non tanto diverso da quello svolto finora. Il prof. Claudio Buccelli, Direttore a Scienze Biomediche Avanzate, sottolinea: “Il prof. Califano è sempre stato partecipe e attivo alla vita universitaria. Mantenere una visione complessiva e armonizzare sei Dipartimenti non è facile”. Nel recente passato “il mio Dipartimento ha colloquiato con lui per i più piccoli problemi e ha sempre avuto risposte positive. L’importante è andare avanti nell’ambito dell’attenzione per gli studenti e per la didattica, affinché sia sempre più penetrante nell’ambito dell’efficacia formativa”. Efficacia sulla quale si concentra il prof. Lucio Santoro alla guida di Neuroscienze, Scienze riproduttive e odontostomatologiche per il quale urge un supporto a una didattica che “prevede una serie di corsi integrati. L’integrazione tra i vari docenti, però, non è facile da mantenere senza personale che si dedichi al tema. Come Dipartimento abbiamo compiuto uno sforzo per avere due persone pagate da nostri fondi per coordinare meglio i vari docenti e affrontare le problematiche che si presentano”. Coordinare le forze interne e gestire il confronto con l’Ateneo. Questa la linea tracciata dal prof. Domenico Bonaduce: “il suggerimento al Presidente è favorire l’integrazione tra i Dipartimenti e l’Università. Da quando non esistono più le Facoltà questo ruolo spetta alla Scuola, che è il tramite tra le varie strutture”. Da Direttore di Scienze Mediche Traslazionali aggiunge: “servirebbe una riconsiderazione delle lauree triennali. Abbiamo un’offerta formativa
estremamente parcellizzata”. Il parere: “ridurne il numero e permettere un’integrazione con il mondo del lavoro più semplice”. Secondo il prof. Tommaso Russo, a capo di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, invece, occorrerebbe che la Scuola “concentrasse ancora di più la propria attenzione sulla gestione della didattica. I
Consigli di Corso di Studio devono trovare nella Scuola un punto di riferimento per governare la molteplicità dei Corsi, molti dei quali si svolgono in parallelo. Serve un punto in cui i docenti dei vari Corsi di Laurea trovino un’organizzazione comune. Un’operazione del genere la può fare solo la Scuola perché è lì che si ritrovano tutti i Dipartimenti e dunque tutti gli insegnamenti”. Rendere “i Corsi sempre più appetibili” è l’opinione della prof.ssa Maria Triassi, che dirige il Dipartimento di Sanità Pubblica: “per essere competitivi devono privilegiare la parte
pratica, attraverso la formazione sul campo”. Come si realizza tutto ciò? “Attraverso una serie di convenzioni con strutture, anche esterne, in cui gli studenti possano svolgere attività. Il Presidente della Scuola, quindi, secondo me, dovrà sempre più coadiuvare il Rettore per quanto riguarda la competitività sul mercato dei Corsi di Studio Triennali e Magistrali e di Specializzazione”. Confronto con l’esterno e continuità di investimento è il suggerimento del prof. Sergio Motta, Coordinatore del Corso di Laurea in Logopedia: “il Presidente attuale è stato molto presente nei confronti del nostro Corso di Studio, dedicando diverse risorse ad attività integrative”. Per il futuro: “chiederei che venisse mantenuto lo stesso investimento sulla formazione con la conferma di attività integrative che possono essere svolte da personale della Logopedia mediante contratti di insegnamento”. Altra possibilità: “l’eventuale
attivazione di una rete formativa costituita da Scuola di Medicina, Corso di Studio e Istituti di riabilitazione”. In un’ottica di “continuità con quanto fatto negli ultimi tre anni”, chiede “attenzione al Corso di Infermieristica e alle sedi periferiche che tanto aiutano la didattica” il prof. Nicola Ferrara, Coordinatore del Corso. Indicazioni per le sedi più lontane: “serve un maggiore coordinamento del personale universitario con quello ospedaliero. Inoltre, nelle sedi periferiche vanno adottate le stesse metodologie di insegnamento e valutative che utilizziamo in quella centrale”.
ha, di recente, accolto il Dipartimento di Farmacia del prof. Ettore Novellino: “portiamo le nostre esperienze sperimentali in tema di ricerca e sviluppo dei farmaci, di nutraceutici e di medicina del benessere. Allo stesso tempo, possiamo usufruire dell’esperienza clinica della Scuola per poter passare dal laboratorio all’utilizzo pratico”. Integrazione è la parola d’ordine pure quando si parla di didattica. Una linea testata nel recente passato: “nei nuovi Corsi a carattere nutrizionale, come Scienze nutraceutiche, hanno insegnato molti docenti di Medicina. La loro esperienza ha dato un plus alla nostra ricerca, favorendo il passaggio dalla pratica di laboratorio a quella clinica, fino ad arrivare all’utilizzatore finale del farmaco”. Sulla recente novità si è soffermato il prof. Giovanni Di Minno, Direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia: “ci stiamo ampliando come Scuola, con l’ingresso del Dipartimento di Farmacia. Bisognerà cercare di contemperare le esigenze di tutti”. Alla Presidenza il compito di “fungere da raccordo attivo tra le diverse parti”. Un lavoro non tanto diverso da quello svolto finora. Il prof. Claudio Buccelli, Direttore a Scienze Biomediche Avanzate, sottolinea: “Il prof. Califano è sempre stato partecipe e attivo alla vita universitaria. Mantenere una visione complessiva e armonizzare sei Dipartimenti non è facile”. Nel recente passato “il mio Dipartimento ha colloquiato con lui per i più piccoli problemi e ha sempre avuto risposte positive. L’importante è andare avanti nell’ambito dell’attenzione per gli studenti e per la didattica, affinché sia sempre più penetrante nell’ambito dell’efficacia formativa”. Efficacia sulla quale si concentra il prof. Lucio Santoro alla guida di Neuroscienze, Scienze riproduttive e odontostomatologiche per il quale urge un supporto a una didattica che “prevede una serie di corsi integrati. L’integrazione tra i vari docenti, però, non è facile da mantenere senza personale che si dedichi al tema. Come Dipartimento abbiamo compiuto uno sforzo per avere due persone pagate da nostri fondi per coordinare meglio i vari docenti e affrontare le problematiche che si presentano”. Coordinare le forze interne e gestire il confronto con l’Ateneo. Questa la linea tracciata dal prof. Domenico Bonaduce: “il suggerimento al Presidente è favorire l’integrazione tra i Dipartimenti e l’Università. Da quando non esistono più le Facoltà questo ruolo spetta alla Scuola, che è il tramite tra le varie strutture”. Da Direttore di Scienze Mediche Traslazionali aggiunge: “servirebbe una riconsiderazione delle lauree triennali. Abbiamo un’offerta formativa
estremamente parcellizzata”. Il parere: “ridurne il numero e permettere un’integrazione con il mondo del lavoro più semplice”. Secondo il prof. Tommaso Russo, a capo di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, invece, occorrerebbe che la Scuola “concentrasse ancora di più la propria attenzione sulla gestione della didattica. I
Consigli di Corso di Studio devono trovare nella Scuola un punto di riferimento per governare la molteplicità dei Corsi, molti dei quali si svolgono in parallelo. Serve un punto in cui i docenti dei vari Corsi di Laurea trovino un’organizzazione comune. Un’operazione del genere la può fare solo la Scuola perché è lì che si ritrovano tutti i Dipartimenti e dunque tutti gli insegnamenti”. Rendere “i Corsi sempre più appetibili” è l’opinione della prof.ssa Maria Triassi, che dirige il Dipartimento di Sanità Pubblica: “per essere competitivi devono privilegiare la parte
pratica, attraverso la formazione sul campo”. Come si realizza tutto ciò? “Attraverso una serie di convenzioni con strutture, anche esterne, in cui gli studenti possano svolgere attività. Il Presidente della Scuola, quindi, secondo me, dovrà sempre più coadiuvare il Rettore per quanto riguarda la competitività sul mercato dei Corsi di Studio Triennali e Magistrali e di Specializzazione”. Confronto con l’esterno e continuità di investimento è il suggerimento del prof. Sergio Motta, Coordinatore del Corso di Laurea in Logopedia: “il Presidente attuale è stato molto presente nei confronti del nostro Corso di Studio, dedicando diverse risorse ad attività integrative”. Per il futuro: “chiederei che venisse mantenuto lo stesso investimento sulla formazione con la conferma di attività integrative che possono essere svolte da personale della Logopedia mediante contratti di insegnamento”. Altra possibilità: “l’eventuale
attivazione di una rete formativa costituita da Scuola di Medicina, Corso di Studio e Istituti di riabilitazione”. In un’ottica di “continuità con quanto fatto negli ultimi tre anni”, chiede “attenzione al Corso di Infermieristica e alle sedi periferiche che tanto aiutano la didattica” il prof. Nicola Ferrara, Coordinatore del Corso. Indicazioni per le sedi più lontane: “serve un maggiore coordinamento del personale universitario con quello ospedaliero. Inoltre, nelle sedi periferiche vanno adottate le stesse metodologie di insegnamento e valutative che utilizziamo in quella centrale”.